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Nicola Pinna per "la Stampa"
Le scritte pubblicitarie sulle motovedette, in perfetto stile Formula 1, ovviamente non c'erano. Eppure, la Guardia costiera della Gallura aveva uno sponsor: il Consorzio Costa Smeralda. Il condominio dei ricchi di Porto Cervo, che ora è al centro di un'inchiesta della Procura di Tempio, pagava il carburante per i mezzi della Capitaneria di porto e anche i buoni pasto per i militari.
Tutto previsto in una convenzione con il Comune di Arzachena che includeva anche l'assunzione di dieci vigili urbani per la stagione estiva. Il meccanismo era semplice: l'amministrazione ha arruolato gli agenti e il Consorzio ha sborsato i 79 mila euro necessari per i loro stipendi. In cambio di cosa?
Questa ovviamente è la domanda alla quale cerca una risposta il procuratore Domenico Fiordalisi che ha già fatto scattare due perquisizioni e iscritto nel registro degli indagati l'amministratore della Sardegna Resorts (la società che gestisce il patrimonio sardo acquisito dal fondo sovrano del Qatar) e il comandante della polizia locale.
L'accusa, per il momento, è quella di corruzione e da qui si capisce che l'ipotesi degli investigatori è che tra il Consorzio Costa Smeralda e gli enti pubblici ci fosse uno scambio di favori. Al proposito non sembra un caso che, contemporaneamente, il procuratore Fiordalisi abbia deciso di chiarire i retroscena dell'apertura del villaggio Harrods proprio a Porto Cervo.
Le prime perquisizioni, scattate il 6 novembre, hanno fatto venir fuori la strana convenzione tra il Comune di Arzachena e la Servizi Consortili Spa, un braccio operativo del Consorzio Costa Smeralda, il condominio delle ville che fa capo direttamente alla Sardegna Resorts, la società che gestisce il patrimonio sardo dell'emiro Al-Thani.
L'anomalia dell'accordo è saltata subito agli occhi: l'amministrazione comunale ha assunto dieci vigili da far lavorare tra Porto Cervo e dintorni durante l'estate e il consorzio dei magnati ha garantito le risorse necessarie per pagare gli stipendi e i contributi previdenziali. Ecco il dubbio: come mai una società privata decide di sponsorizzare la polizia municipale?
L'altro retroscena dell'inchiesta è quello che interessa la Guardia costiera. E per i militari della Capitaneria (nessuno di loro è indagato) è stata una brutta sorpresa trovarsi alla porta i carabinieri con un mandato di perquisizione.
I militari inviati dalla Procura di Tempio dovevano sequestrare gli atti dell'accordo con la Servizi consortili e tutti gli altri documenti utili per accertare quali siano gli interessi reali di una società che è disposta pagare il pieno delle motovedette. Per ricostruire tutta la storia, di certo, non si potrà non tener conto delle continue lamentele per i troppi controlli in mare che anche quest'estate i proprietari degli yacht hanno fatto arrivare al Consorzio Costa Smeralda.
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