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LUKASHENKO MERKEL PUTIN HOLLANDE POROSHENKO
Anna Zafesova per “la Stampa”
I separatisti filo-russi ora hanno anche l’aviazione. Dei Sukhoi-25 hanno bombardato le posizioni ucraine nell’epicentro dei combattimenti degli ultimi giorni a Debaltseve, e fonti separatiste sostengono che si tratta di aerei «trofeo» conquistati dagli hangar di Kiev.
Come prima i kalashnikov, i blindati, i carri, i sistemi antimissile e i razzi multipli.
Due pezzi dell’ex Armata rossa, gli eserciti russo e ucraino condividono in buona parte gli stessi arsenali, e spesso stabilire la provenienza precisa di un’arma è possibile soltanto guardando il numero di matricola. Ma ora nel Donbass circolano anche armamenti nuovi di zecca, che l’antiquato esercito ucraino non possiede, accusa il comandante delle truppe americane in Europa Frederick Hodges: «Dalle attrezzature e uniformi risulta evidente che nella zona di Debaltseve è in corso un diretto intervento russo».
Nuovi armamenti
Il generale americano già nei giorni scorsi aveva detto che nell’Est ucraino fanno la loro apparizione armi moderne, il frutto delle spese militari raddoppiate nei 15 anni di regno di Vladimir Putin al Cremlino. I carri armati T-80 di ultima generazione, i razzi multipli Smerch e Tornado, come quelli che hanno colpito mercoledì Kramatorsk con munizioni a grappolo (violazione certificata dagli osservatori della Osce), i complessi antiaerei Panzir, Strela e Pion avvistati intorno a Donetsk, ma soprattutto strumenti di guerra moderni come i droni e l’equipaggiamento per la guerra elettronica.
Secondo Keir Giles, esperto del Conflict Studies Research Centre di Oxford, citato dalla Bbc, la Russia aveva scoperto di essere carente in questo campo durante la guerra in Georgia nel 2008, che ha mostrato – nonostante la mostruosa sproporzione di potenziali bellici – quanto l’esercito russo fosse indietro in certi settori.
Droni in volo
Sette anni dopo sul Donbass volano droni russi e i jammer russi oscurano efficacemente le vecchie radio ucraine, e ne intercettano le posizioni rendendole vulnerabili al fuoco. E poi ci sono i complessi missilistici Buk, come quello che viene incriminato per l’abbattimento del Boeing malese nel luglio scorso, con le stazioni mobili di puntamento, responsabile della distruzione del 70% dell’aviazione militare ucraina.
foto time 22 settembre 2014 esercitazione delle truppe speciali ucraine 8
Una macchina militare che ora viene testata nel poligono ucraino e che, secondo Hodges, tra due-tre anni raggiungerà il massimo del suo potenziale, compreso lo schieramento dei nuovi tank «Armata» e dei caccia «invisibili» Pak-50. Anche se le notizie dal fronte russo non sono tutte rassicuranti. Ieri il ministero della Difesa ha sospeso i voli dei caccia Sukhoi-24 dopo che uno dei velivoli di questo tipo si è sfracellato nella regione di Volgograd. I due piloti sono quasi sicuramente morti e sulle cause dell’incidente per ora c’è un fitto mistero.
Test falliti sui missili
Nei mesi scorsi numerosi test dei nuovi missili con testate nucleari che dovrebbero andare a sostituire l’ormai invecchiato arsenale sovietico sono falliti. E ieri il «Kommersant» ha rivelato che la Russia non ha più un sistema spaziale di intercettazione di un eventuale attacco nucleare.
Gli ultimi satelliti geostazionari Oko sono stati disabilitati per vecchiaia all’inizio del 2015, e il lancio del nuovo sistema Tundra è stato rinviato per l’ennesima volta dal 2013 perché non ancora pronto, ha rivelato una fonte delle truppe strategiche russe. Mosca per ora resta protetta da un ipotetico attacco soltanto dai radar di terra. E la crisi economica non aiuta: per quanto le spese militari siano rimaste esenti dagli ultimi tagli, segnali di tempi duri giungono dalla polizia e perfino dall’ex Kgb, dove stanno riducendo stipendi e personale.
foto time 22 settembre 2014 un tank in ucraina 19
vladimir putini leader visti dall'artista cristina guggeri
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