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A DESTRA C'E' LA DUCETTA, NEL PD C'E' STALIN-ELLY - A DISTANZA DI 7 MESI DALLA PRIMA E ULTIMA DIREZIONE NAZIONALE, ELLY SCHLEIN CONVOCA I VERTICI DEL PD: NON CI SARA' UNA VERA DISCUSSIONE MA UNA SORTA DI CHIAMATA ALLE ARMI A 5 GIORNI DAL VOTO NELLE MARCHE - MA LA MINORANZA DEM “SFIDUCIA” BONACCINI: DIVERSI RIFORMISTI HANNO GIÀ FATTO SAPERE CHE NON PARTECIPERANNO (DA LORENZO GUERINI A FILIPPO SENSI, DA GRAZIANO DELRIO A PINA PICIERNO, PASSANDO PER GIORGIO GORI, MARIANNA MADIA E LIA QUARTAPELLE) PERCHÉ SCONTENTI DI COME BONACCINI STA GESTENDO IL RAPPORTO CON SCHLEIN. LO CONSIDERANO TROPPO APPIATTITO SULLA SEGRETARIA, INCAPACE DI RAPPRESENTARE LE ISTANZE DI UN PEZZO DI PARTITO CHE NON HA PIÙ VOCE...

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Giovanna Vitale per "la Repubblica" - Estratti

 

ELLY SCHLEIN E STEFANO BONACCINI

La comunicazione arriva per mail intorno all'ora di pranzo. A distanza di sette mesi dalla prima e ultima direzione nazionale tenuta nel corso di quest'anno, era il 27 febbraio, Elly Schlein ha deciso di convocare per martedì prossimo l'organismo di vertice del Pd.

 

A cinque giorni dal voto nelle Marche e a una manciata di settimane dall'apertura delle urne in altre sei regioni. All'ordine del giorno un solo punto: relazione della segretaria. Sorta di chiamata alle armi in vista di una tornata elettorale cruciale per il campo progressista.

 

In pochi se l'aspettavano, molti restano spiazzati. Non solo perché da mesi l'ala riformista del partito denunciava la mancanza di luoghi di discussione e la necessità di un confronto, che però era stato sempre rimandato a data da destinarsi

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LA GALASSIA DELLE CORRENTI DEL PD

Nessuna risposta fino all'altro ieri mattina. Quando nella casella di posta elettronica è giunta la breve nota firmata da Stefano Bonaccini, il presidente dem incaricato per statuto di diramare le convocazioni. Accolta, tuttavia, non benissimo.

 

Per un motivo, essenzialmente: a causa delle imminenti regionali, non potrà essere una discussione vera. Se pure verrà previsto un voto, nessuno si azzarderà a mettersi di traverso, né a porre la benché minima obiezione a ridosso di sfide elettorali così importanti, per il Pd e l'intero centrosinistra.

 

Tanto da alimentare il sospetto — assai diffuso nella minoranza, tentata pure di disertare la direzione — di una mossa studiata a tavolino dall'accoppiata Schlein-Bonaccini per silenziare eventuali malumori. Che rischiano però di deflagrare dopodomani mattina, quando l'ex governatore dell'Emilia-Romagna — capo del correntone sconfitto alle primarie — riunirà i riformisti in vista dell'appuntamento di martedì.

giorgio gori lorenzo guerini filippo sensi marianna madia pina picierno lia quartapelle

 

Un video-collegamento che rischia di risolversi in un flop.

 

Diversi hanno già fatto sapere che non parteciperanno — da Lorenzo Guerini a Filippo Sensi, da Graziano Delrio a Pina Picierno, passando per Giorgio Gori, Marianna Madia e Lia Quartapelle — perché scontenti di come Bonaccini sta gestendo il rapporto con Schlein. Lo considerano troppo appiattito sulla segretaria, incapace di rappresentare le istanze di un pezzo di partito che non ha più voce. Costretto ogni volta ad aprire uno scontro interno, vedasi le mozioni sulle forniture militari, per far valere le loro ragioni.

 

A farsene latrice sarà Simona Malpezzi, che ribadirà — come peraltro è già stato fatto nella riunione precedente — la messa in stato di accusa del leader di Energia popolare. Rivendicando una linea più autonoma dalla maggioranza che guida attualmente il Pd. Un processo, da cui stavolta Bonaccini rischia di uscire sfiduciato.

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