UN HACKER ALLA CASA BIANCA - SPIE RUSSE SONO ENTRATE NEL SISTEMA INFORMATICO DI OBAMA, CON UN SEMPLICE TRUCCO DI "PHISHING" - LE INFORMAZIONI RUBATE NON ERANO CLASSIFICATE, MA "SENSIBILI" (VIDEO)

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1. VIDEO - CNN: HACKER RUSSI SONO ENTRATI NEI SISTEMI DELLA CASA BIANCA

 

 

2. HACKER RUSSI NEI COMPUTER DELLA CASA BIANCA - LAVORAVANO PER IL GOVERNO. RUBATA L’AGENDA DEGLI IMPEGNI DI OBAMA

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

barack obama vladimir putinbarack obama vladimir putin

Gli hacker russi hanno penetrato il sistema digitale del dipartimento di Stato e della Casa Bianca, rubando «informazioni sensibili». Lo ha rivelato ieri la televisione Cnn, e il vice consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes lo ha confermato.

 

Gli attacchi sono cominciati nell’ottobre scorso, quando i rapporti fra Washington e Mosca avevano toccato il punto forse più basso dalla fine della Guerra Fredda, a causa della crisi in Ucraina e le divergenze sulla guerra in Siria. Da diversi mesi, inoltre, l’ex agente della Nsa Edward Snowden, protagonista delle rivelazioni più imbarazzanti sulle attività digitali dell’intelligence americana, aveva trovato rifugio proprio nell’ex Urss.

putin selfie obamaputin selfie obama

 

INFORMAZIONI DELICATE

La Casa Bianca ha notato attività sospette nel network non classificato, cioè non segreto, che però serviva l’ufficio esecutivo del presidente. Il sistema è stato bloccato, e in breve gli investigatori dell’Fbi, del Secret Service e delle agenzie di intelligence americane hanno scoperto che si trattava di un attacco proveniente dalla Russia.

 

INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G

Gli hacker, che lavoravano direttamente per il governo, hanno rubato informazioni delicate, come ad esempio gli impegni nell’agenda di Barack Obama che non erano stati resi pubblici. Il sistema è stato bloccato e l’inchiesta è ancora in corso, ma senza citarla nel febbraio scorso il direttore nazionale dell’intelligence americana, James Clapper, aveva detto durante un’audizione in Senato che «la minaccia cibernetica della Russia è più severa di quanto avessimo stimato in precedenza».

 

PUTIN OBAMA PUTIN OBAMA

L’attacco, secondo gli investigatori, è partito da sistemi basati in diversi Paesi, con una operazione di «phishing». In sostanza gli hacker hanno inviato delle mail a diversi dipendenti del dipartimento di Stato, fingendo di essere interni che chiedevano accesso ad alcune informazioni. Qualcuno ha abboccato alla trappola e ha aperto la porta, che dal dipartimento di Stato ha condotto gli aggressori direttamente alla Casa Bianca.

 

L’ufficio del presidente degli Stati Uniti utilizza due sistemi digitali, uno rivolto solo all’interno e segreto, e un altro che invece comunica con l’esterno e non è classificato. La struttura penetrata era la seconda, e quindi gli hacker non sono riusciti ad arrivare alle informazioni più delicate che circolano ogni giorno alla Casa Bianca. Però hanno violato il sistema non classificato, ottenendo comunque delle notizie che non erano destinate al pubblico.

 

hackerhacker

Alcuni aspetti dell’agenda del presidente restano riservati proprio per ragioni di sicurezza, e rivelarli potrebbe consentire a nemici e terroristi di organizzare azioni contro di lui. Da qui si capisce l’allarme scattato a Washington, non solo per le informazioni che gli hacker sono riusciti a prendere, ma anche per la vulnerabilità del sistema che hanno rivelato.

 

PRIMA PECHINO POI MOSCA

Finora gli Stati Uniti avevano denunciato con particolare forza le attività di spionaggio cibernetico condotte dalla Cina, che ha una unità specializzata nel lanciare questi attacchi. La Russia sembrava un passo indietro, e lo scandalo provocato dalle rivelazioni di Snowden aveva imbarazzato l’intelligence americana frenando le sue attività, in particolare per il risentimento che aveva provocato tra gli alleati europei.

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L’assalto rivelato ora dalla Cnn, però, rimette le cose nella loro prospettiva reale. Il mondo digitale ormai è diventato un campo di battaglia, pubblico o segreto, non solo per carpire informazioni, ma anche per lanciare veri attacchi cibernetici, come quelli che Usa e Israele scatenarono contro il programma nucleare iraniano. Tutti operano in questo settore, e fermarsi significa diventare vulnerabili.

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