DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE…
Andrea Malaguti per "la Stampa"
Visti assieme, a Downing Street, dietro i leggii di legno spartano della conferenza stampa, danno l'impressione di non sopportarsi. Si controllano, perché è come se entrambi avessero acquisito un codice interno di comportamento medievale e invariabile in cui rimane intatta una dose di cavalleria. Una sorta di dovere implicito. Quando è cominciata la diffidenza tra il presidente socialista francese e il primo ministro britannico?
In verità appena François Hollande è sceso in campo David Cameron ha dimostrato di non amarlo. Lui e Samantha si erano completamente «sarkozyzzati». Quello sì che era un legame. Affinità intellettive. La stessa visione esclusiva del pianeta. E poi vuoi mettere la bellezza di Carlà ? Uno spettacolo. Dove c'era lui c'era lei. Invece l'uomo di Rouen, che per giunta qui è solo, a Cameron sembra imprendibile.
Peggio, distante. Come se arrivasse da un altro pianeta. Già in campagna elettorale si era rifiutato di incontrarlo. Quello era in viaggio a Londra e aveva bussato alla sua porta. «Spiacenti, troppo impegni». Non c'era voluto troppo perché il Numero 10 si schierasse apertamente con Sarkozy. Diplomaticamente, una forzatura insensata.
Neppure quando Hollande si è preso la Francia, Cameron è riuscito a farsene una ragione. à che François spinge per gli investimenti pubblici, David per l'austerity, François sogna di alzare le tasse ai ricchi, David le ha abbassate. Non solo, ha fatto pure lo spiritoso. «Se Parigi vuole bastonare gli uomini d'affari non c'è problema, noi siamo pronti a srotolare i tappeti rossi per accoglierli a Londra». E giù una risata maligna.
Così, ieri, un giornalista inglese ha alzato la mano e ha chiesto al prestigioso ospite: «Come ha preso le dichiarazioni del nostro primo ministro?». Hollande ha stretto impercettibilmente gli occhi, poi ha detto due cose che nessuno ha capito bene se fossero distensive o aggressive. La prima. «Mi piace l'umorismo. Specie quello inglese. Figuriamoci se mi sono risentito». Figuriamoci.
La seconda. «La differenza sulle tasse, qualunque cosa la gente possa pensare, non è certo la maggiore distanza tra di noi. Per altro in Francia sono al 41%. In Inghilterra al 45%. Ah, credo che sia il caso di aggiungere che non ho nessuna intenzione di tassare le seconde case». Marcia indietro pubblica. Nelle stanze del nemico. Forse per ripicca, forse per strategia, forse per rassicurare i milionari di casa. Cameron l'ha presa bene e gli ha risposto sul filo sottile che divide il sarcasmo dal fastidio.
«Ho un giornalista dell'ufficio stampa francese e francese è la moglie di uno dei capi del mio staff e in più ho un ambasciatore che ha la casa in Normandia. Saranno decisamente sollevati». Tutto senza guardarsi in faccia e dopo avere spiegato che ci sono tante convergenze sull'Iran e sulla difesa, ma che sull'Europa la visione non è esattamente sovrapponibile.
Sorrisi di plastica e saluti, perché Hollande era atteso al castello di Windsor per un tè dalla regina, che gli ha regalato una sua foto con dedica e ha ricevuto in cambio una statuina di Sèvres. Hollande era solo, senza la sua compagna, Valérie Trierweiler. Non sono sposati. E dunque non si può. E in ogni caso. dopo il tweet velenoso contro Ségolène Royal, la signora si è fatta da parte.
DAVID CAMERON E FRANCOIS HOLLANDE LA COPPIA SARLOXY E LA COPPIA CAMERON HOLLANDE AL CASTELLO DI WINDSOR CON ELISABETTA II FRANCOIS HOLLANDE DAVID CAMERON
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