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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
Paolo Levi per “la Stampa”
Già il luogo in sé è tutto un simbolo: un immenso edificio art déco costruito per l’esposizione coloniale del 1931, ritrasformato in grande museo dell’immigrazione.
A oltre due anni e mezzo dall’elezione all’Eliseo, il presidente François Hollande ha pronunciato quello che già in mattinata veniva preannunciato come il suo primo «grande discorso sull’immigrazione», uno dei temi più spinosi - quello che da sempre spacca i francesi - con le polemiche senza fine sui flussi clandestini e l’impennata dell’estrema destra di Marine Le Pen nelle elezioni europee.
Un delicato gioco di equilibrismo, quello del presidente, che ora scommette sui grandi valori della gauche per risalire la china. E risponde indirettamente al rivale di sempre, Nicolas Sarkozy, recentemente rieletto alla guida della destra Ump.
Fortemente voluto dall’ex premier socialista Lionel Jospin negli anni Novanta, il museo è stato infatti oggetto di forti polemiche negli ultimi due decenni. La sua prima apertura al pubblico per una mostra era arrivata solo nel 2007, ma per l’inaugurazione ufficiale si è dovuto attendere ieri, perché Sarkozy, evitò di organizzarne una.
Nell’edificio del sud di Parigi - costruito inizialmente per vantare il modello coloniale, come suggeriscono gli affreschi della grande sala in cui si rende omaggio a una Francia portatrice di civiltà, che dispensa al mondo le sue virtù - Hollande si è invece speso in un lungo elogio dei migranti, rendendo omaggio al loro contributo nella costruzione della République.
«L’immigrazione fu un prodotto delle nostre necessità, per rispondere ai bisogni del nostro Paese», ha sottolineato, facendo valere - addirittura con cifre alla mano - le sue argomentazioni: «Si calcola che gli immigrati abbiano costruito una casa su due, due macchine su sette, e il 90% delle autostrade». Poi l’attacco contro i «demagoghi che aizzavano le paure» e facevano leva sulla tradizione «per giustificarne il rifiuto».
Hollande ha quindi citato alcuni casi emblematici di xenofobia, tra cui quello del 1893 ad Aigues Mortes, nel sud della Francia, dove alcuni «francesi, fomentati da assurde voci, avevano massacrato i lavoratori italiani». «Non c’e niente di nuovo nei discorsi di oggi: gli immigrati sono sempre stati accusati di venire a rubare il lavoro dei francesi - ha avvertito ancora Hollande - la novità è la penetrazione di queste tesi in un contesto di crisi interminabile e di globalizzazione».
Di qui, l’appello alle «forze repubblicane», affinché procedano alle necessarie riforme costituzionali per riconoscere il diritto di voto agli stranieri nelle elezioni locali, una delle grandi promesse della sua campagna presidenziale, ma che per ora è rimasta lettera morta.
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