trump hulk hogan

HULK HOGAN E’ STATO UN PRECURSORE DEL CONSERVATORISMO MUSCOLARE E TESTOSTERONICO DI TRUMP? LA LEGGENDA DEL WRESTLING '80-'90, MORTA LO SCORSO 24 LUGLIO, È STATO UN PIONIERE DELLA CULTURA "COMBATTENTE" DEL MONDO 'MAGA' E UN ACCESO SOSTENITORE DI DONALD TRUMP DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 2024 – CAZZULLO: “IL PARALLELO TRA HULK HOGAN E DONALD TRUMP NON MI CONVINCE DEL TUTTO. ENTRAMBI MANIFESTANO UN CATTIVISMO ESIBITO. LA FURIA DEL WRESTLER È FINZIONE PER ECCELLENZA. PURTROPPO NON POSSIAMO DIRE LO STESSO DI TRUMP. IL 6 GENNAIO 2021 Il TYCOON HA DAVVERO PROVATO A SOVVERTIRE IL VERDETTO ELETTORALE, AIZZANDO LA FOLLA CONTRO IL PARLAMENTO. PURTROPPO, A DIFFERENZA DI HOGAN, TRUMP NON È TUTTO FINTO...."

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Articolo di Pasquale Annicchino per “Domani” - Estratti

 

trump hulk hogan

 L’istrionico Hulk Hogan è stato un precursore della cultura dello spettacolo muscolare, oggi sempre più influente nel mondo Maga. Per il presidente l’UFC, la più importante organizzazione di arti marziali miste al mondo, è un palcoscenico per esaltare la sua immagine di leader forte e anti-establishment: uno spettacolo dove il «Fight! Fight! Fight!» del tycoon si oppone a una cultura progressista fisicamente debole («Weak! Weak! Weak!»)

 

(…)

In particolare, tale organizzazione presenta e difende una certa visione dell’America fino a farne un vero e proprio manifesto politico e culturale. Hulk Hogan, non a caso sostenitore di Trump, eroe del wrestling degli anni '80 e '90, con numerosi ritorni in campo negli anni 2000, è stato un precursore della cultura dello spettacolo muscolare e testosteronica che sta rapidamente diventando sempre più influente nel mondo conservatore statunitense.

 

La sua morte chiude un'era ma, allo stesso tempo, ne evidenzia la continuità sottolineando quanto i “prodotti” della cultura popolare siano spesso in grado di indicare in maniera molto approfondita cambiamenti culturali e sociali in atto.

 

 

trump hulk hogan

Hogan, come Trump, ha costruito la sua carriera su un personaggio istrionico e iperbolico che incantava le arene. Quelle arene che hanno poi messo al centro un ottagono con la nascita dell’UFC, ad inizio degli anni ’90.

 

La scelta di un ottagono recintato aveva come obiettivo quello di creare una competizione dove potessero scontrarsi cultori di diverse arti marziali per poter determinare quale fosse la più efficace in un combattimento reale senza eccessive regole restrittive. Si applicavano i principi brasiliani del vale tudo che, a causa delle regole blande, contribuivano a creare degli incontri a volte particolarmente violenti e in cui gli atleti potevano ferirsi anche in modo grave.

 

La leggendaria famiglia brasiliana dei Gracie, con un suo rappresentante (Royce Gracie), riuscì a dimostrare la superiorità del Jiu-Jitsu brasiliano sulle altre arti marziali.

 

La relazione fra Trump e l’UFC, oggi la più importante organizzazione di arti marziali miste al mondo, è di lunga data. Dana White, il potente presidente dell’UFC, è un amico personale di Trump e di recente è stato cooptato anche nel board di Meta da Mark Zuckerberg, altro cultore del Jiu-Jitsu brasiliano. Come è stato sottolineato da Karim Zidan, «esiste una relazione simbiotica tra la controcultura di destra codificata al maschile, che l’UFC rappresenta, e le fortune politiche di Trump».

trump hulk hogan

 

 

Ci sono infatti pochi dubbi sul fatto che l’UFC, con i suoi eventi e la sua enfasi sulla mascolinità, offra a Trump la possibilità di avere un palcoscenico per esaltare la sua immagine di leader forte e anti-establishment. Tale relazione è stata enfatizzata di recente, in maniera probabilmente definitiva, quando è stato lo stesso Trump a proporre di organizzare un evento dell’UFC sul prato della Casa Bianca per celebrare i 250 anni dell’indipendenza statunitense.

 

Tale evento rappresenterebbe non solo uno spettacolo, ma l’esempio forse più evidente della fusione tra politica e società dello spettacolo tipica dell’approccio trumpiano che sfugge alle tradizionali categorie politiche.

 

Uno spettacolo dove il «Fight! Fight! Fight!» trumpiano potrebbe manifestarsi davanti alla più importante istituzione del paese. Si tratta di una nuova culture war intrapresa dal mondo conservatore statunitense che non passa, come quella in atto da anni nel mondo giudiziario, dalla produzione di opere, intellettuali e giuristi in grado di reagire al dominio liberal.

hulk hogan

 

In questo caso, i personaggi dell’UFC diventano i nuovi alfieri di un conservatorismo combattente che si oppone a una cultura progressista che viene descritta come ossessionata dal “politicamente corretto” e fisicamente debole («Weak! Weak! Weak!»).

 

La morte di Hulk Hogan e l’ascesa dell’UFC ci ricordano quanto l’intreccio tra politica, intrattenimento e cultura popolare non sia un fenomeno nuovo. Si tratta di fenomeni che continuano ad influenzare e a plasmare la mentalità e l’anima dell’America, in una battaglia dal sapore cosmico che viene combattuta nelle urne, nelle arene e sull’ottagono dell’UFC.

 

  

 

LA FURIA FINTA DI HOGAN IL CATTIVISMO VERO DI TRUMP

Da corriere.it

 

hulk hogan per trump madison square garden new york

Caro Aldo, il super Hulk Hogan ci ha lasciato, ma più della sua scomparsa spicca il fatto che appoggiasse Trump. A me pare che qualcosa in comune ce l’avessero, come una certa grinta...

Mario Dessi

 

Un mito... da ragazzina seguivo tantissimo il wrestling di cui lui e vari altri erano i leader indiscussi. Preferisco ricordarlo come atleta.

Calrissa Marino

 

Ero un appassionato di Hulk prima di capire che faceva parte della propaganda becera americana. L’ultimo periodo della sua vita ha fatto scelte sbagliatissime. Comunque mi dispiace.

Carlo T.

 

LA RISPOSTA DI ALDO CAZZULLO

Cari lettori, il parallelo tra Hulk Hogan e Donald Trump non mi convince del tutto. Certo si può dire che in entrambi i casi sia tutto finto. Entrambi manifestano un cattivismo esibito, che per fortuna non sempre coinciderebbe con la realtà.

 

Ma ne siamo così sicuri?

hulk hogan alla convention repubblicana di milwaukee

Certo, il wrestling è finzione per eccellenza: due o più giganti all’apparenza si distruggono, ma in realtà non si fanno (quasi mai) niente. Non sono certo che la recita del cattivismo di Trump sia allo stesso modo priva di conseguenze. Hulk Hogan non è solo quello visto ai comizi del presidente; è soprattutto Thunderlips, Labbra tonanti, il personaggio della scena iniziale di Rocky III.

 

Rocky viene prima minacciato, poi malmenato dal wrestler, appunto Hulk Hogan; poi però si riprende, tira qualche pugno, lo manda fuori dal ring; il match finisce in sostanziale parità, e alla fine Hulk piazza una pacca terrificante sulla spalla di Rocky e gli dice: allora, la facciamo questa foto? La sua furia era tutta finta. Purtroppo non possiamo dire lo stesso di Donald Trump. Il 6 gennaio 2021 Trump ha davvero provato a sovvertire il verdetto elettorale, aizzando la folla contro il Parlamento, simbolo stesso della democrazia americana, salvo poi tornare al potere quattro anni dopo e graziare i responsabili di quell’assalto che costò la vita a poliziotti e militari.

 

hulk hogan4

Più in generale, il fenomeno Trump non è acqua sul marmo. La totale mancanza di rispetto per l’avversario, il rivolgersi alle parti più basse di noi cambieranno per sempre lo stile di fare politica e di condurre la discussione pubblica. Poco importa se in fondo al suo animo Trump non sia davvero cattivo, non vorrebbe fare le guerre che fa, vorrebbe anzi chiudere le guerre che invece proseguono. Purtroppo, a differenza di Hogan, Trump non è tutto finto.

hulk hogan alla convention repubblicana di milwaukeehulk hogan alla convention repubblicana di milwaukeehulk hogan alla convention repubblicana di milwaukee. 2hulk hogan alla convention repubblicana di milwaukee 3 hulk hogan alla convention repubblicana di milwaukee.