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DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
Roberto Galullo per il "Sole 24 Ore"
Con l'ingresso in politica di Pietro Grasso si riaprono i giochi in Direzione nazionale antimafia, alla quale lo stesso Grasso approdò dopo che la strada era stata spianata dalla concorrenza di Gian Carlo Caselli, che pur candidato dovette rinunciare perché il Parlamento con un emendamento ad hoc nel milleproroghe prolungò la permanenza di Piero Luigi Vigna, decaduto il quale entrò in vigore la riforma Castelli dell'ordinamento giudiziario che escludeva dai vertici degli uffici coloro che avessero superato i 66 anni (Caselli incluso).
A marzo, verosimilmente, si aprirà il concorso per ricoprire il ruolo lasciato da Grasso. Nel periodo di vacatio a prendere in mano le redini della Pna sarà il procuratore aggiunto Pier Luigi Maria Dell'Osso, che ha speso gran parte della sua vita a Milano prima contro il terrorismo e poi contro i traffici criminali delle mafie. Il regno di Dell'Osso durerà il tempo necessario affinché il plenum del Csm scelga il successore. Cinque, al momento, i nomi accreditati a concorrere perché hanno i titoli anche se non è da escludere che altri pm titolati (o meno) possano presentare domanda nella speranza di essere ripescati di fronte a un mancato accordo nel Csm.
Il primo, in rigoroso ordine alfabetico e con molte chance è Roberto Alfonso, dal settembre 2009 capo della Procura di Bologna ma prima a Siracusa, Catania e per 15 anni alla Dna. Il secondo, con minori possibilità , è Antonio Laudati, attualmente capo della Procura di Bari ma prima in Dna e nel 2007 Direttore generale degli Affari penali del ministero della Giustizia. Il terzo nome (a sorpresa?) è quello di Guido Lo Forte, per molti anni a Palermo come aggiunto e dal 19 settembre 2008 a capo della Procura di Messina.
Il quarto, titolatissimo, è Vincenzo Macrì, per una vita a Reggio Calabria, poi aggiunto in Dna e da luglio 2010 capo della Procura generale di Ancona. L'ultimo nome molto forte è quello di Franco Roberti, capo della Procura di Salerno da marzo 2009 ma prima per otto anni in Dna da dove è poi partito per Napoli, dove ha retto per quattro anni la Dda.
La Dna è diventata anche un trampolino di lancio per la politica. Prima di Grasso, erano stati due i magistrati che avevano tentato con successo la via del Parlamento: Alberto Maritati (Pd) e Francesco Nitto Palma (Pdl). Il primo fu procuratore aggiunto con Bruno Siclari e poi con Piero Luigi Vigna, entrò in Senato nel 1999 con i Ds e nel 2000, durante il Governo D'Alema, divenne sottosegretario all'Interno. Dal 2006 al 2008, con l'Esecutivo guidato da Romano Prodi, ricoprì lo stesso ruolo alla Giustizia.
Il secondo è diventato senatore nella XV legislatura con Forza Italia. Nitto Palma è stato ministro della Giustizia nel Governo Berlusconi da luglio a novembre 2011, mentre in precedenza aveva ricoperto, da maggio 2008 a luglio 2011, la carica di sottosegretario all'Interno.
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