DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Estratto dell’ articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
DONALD TRUMP - COMIZIO CAPITOL HILL
Donald Trump mentì sapendo di mentire per sovvertire il risultato delle elezioni 2020. Ordì una cospirazione per restare al potere basata proprio sulle menzogne, le stesse usate il 6 gennaio per infiammare la piazza, scatenando la rivolta di Capitol Hill.
Ecco in sintesi cosa c’è nelle 45 pagine di accuse depositate martedì dal procuratore speciale Jack Smith che ha guidato l’inchiesta su quello che lui stesso definito «un assalto alla democrazia senza precedenti», subito dopo aver annunciato la nuova incriminazione.
i presunti co-cospiratori di Donald Trump – la repubblica
La terza in quattro mesi […], seconda in ambito federale, ma soprattutto la prima su azioni intraprese da un presidente in carica. La più importante messa in piedi finora, dunque, cui si potrebbe aggiungere presto quella sul tentativo di ribaltare il risultato elettorale della Georgia corrompendo il locale segretario di Stato, il repubblicano Brad Raffensperger («Trovami 11 mila voti mancanti...», gli disse al telefono).
L’ex inquilino della Casa Bianca in cerca di un nuovo mandato si presenterà al tribunale federale di Washington già oggi alle 16, le 22 in Italia: e davanti all’edificio a pochi di metri da Capitol Hill la tensione è già alle stelle. […]
[…] A testimonianza del clima di tensione, ieri un edificio di uffici del Senato è stato evacuato perché si temeva che all’interno ci fosse un uomo armato. Poi l’allarme è rientrato.
In aula, a Trump saranno notificati i quattro capi d’accusa su cui si basa l’inchiesta - tre per aver cospirato per frodare gli Stati Uniti, ostacolare un procedimento ufficiale e attentare al diritto di avere il proprio voto contato, e un quarto per aver tentato di ostruire la certificazione della vittoria di Biden - formulati basandosi su una legge scritta nel 1870, dopo la Guerra Civile e poi sviluppata per contrastare i razzisti del Ku Klux Klan e «proteggere chi è sottoposto a intimidazioni»: tra questi, legislatori come l’ex vicepresidente Mike Pence, citato almeno 100 volte e la cui testimonianza è stata evidentemente cruciale.
Per Smith un complotto studiato con l’aiuto di sei “co-cospiratori”, non ancora incriminati e i cui nomi non sono pubblici, ma identificati dai media: l’ex avvocato del tycoon ed ex sindaco di New York Rudy Giuliani per aver «volutamente diffuso notizie false»; l’avvocato del Nebraska John Eastman che contribuì alla stesura del discorso incendiario e tentò di convincere Pence a bloccare la certificazione del voto;
l’avvocatessa Sidney Powell, volto tv della “Grande Bugia” secondo cui le elezioni furono “rubate” da Biden. E ancora, l’avvocato del Dipartimento di Giustizia Jeffrey Clark, che tentò di avviare indagini, pur sapendo che le accuse erano false; l’avvocato texano Kenneth Chesebro, “architetto” del complotto, che propose di nominare falsi grandi elettori per votare Trump e , ribaltare il risultato. Infine un consulente non ancora identificato che stilò elenchi di avvocati e legislatori compiacenti.
L’indagine descrive un piano in cinque parti che partì appunto dal formulare consapevolmente false affermazioni di frodi per indurre legislatori e funzionari a sovvertire l’esito delle urne. Portò alla creazione di una falsa lista di Stati (Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, New Mexico, Pennsylvania e Wisconsin) dove sarebbero stati commessi brogli.
Tentò di usare il Dipartimento di Giustizia per condurre indagini sui falsi crimini. E tentò di convincere Pence ad alterare i risultati: salvo poi, dopo il suo rifiuto, incitare i manifestanti sostenendo che il vicepresidente «aveva l’autorità per determinare la vittoria di Trump». […]
DONALD TRUMPassalto a capitol hill rudy giuliani con la tinta colataDONALD TRUMP
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