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“ESISTE UN MODO SOTTILE QUANTO EFFICACE DI TRATTARE CON TRUMP: ADULARLO” – I CONSIGLI DELL’AMBASCIATORE STEFANO STEFANINI A GIORGIA MELONI: “RICONOSCERGLI QUANTI PIÙ MERITI POSSIBILI, SORVOLANDO SU QUESTIONI CONTROVERSE, TIPO NON CONDANNA DELLA RUSSIA PER SUMY O LATITANZA SU GAZA. RICONOSCERGLI MERITI ANCHE PER QUANTO FATTO DA ALTRI, TANTO SE LI PRENDE. ENTRANDO IN CONTRADDITTORIO FAREBBE SOLO UN BUCO NELL'ACQUA” – “OGGI, ALLA CASA BIANCA, GIORGIA MELONI NON PUÒ NÉ NEGOZIARE NÉ MEDIARE, MA PUÒ…"
Estratto di un articolo di Stefano Stefanini per “La Stampa”
LA VISITA DI GIORGIA MELONI NEGLI USA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
[…] Donald Trump ha un personalissimo modo di essere presidente degli Stati Uniti, sia all'interno che nei rapporti internazionali. Dell'uno, per sua fortuna, Giorgia Meloni non ha da occuparsi; libera di esprimere qualche affinità ideologica nel privato dell'Ufficio Ovale, ma è terreno a dir poco pericoloso.
L'obiettivo principale della visita corre su due binari paralleli: Italia-Usa e Ue-Usa. Entrambi: per quanto, correttamente, Meloni metta al primo posto l'interesse nazionale italiano - è a capo del governo italiano e non rappresenta altri – in materia dazi e commercio l'interesse italiano è che vada a buon fine, cioè meno dazi possibile, la partita fra Washington e Bruxelles. Il tempo stringe: o il negoziato fra Unione europea e Stati Uniti va a buon fine o è guerra commerciale, con conseguenze pesanti sulla nostra economia.
DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO
Agli occhi di Donald, Giorgia è già una "donna fantastica". Cosa fare per capitalizzarci sopra? Con Trump ci sono ormai quattro regole collaudate: esprimere riconoscenza e ammirazione; non contraddire, semmai evadere o cambiare argomento; dar prova di forza nella difesa dei propri interessi – forza e interessi sono due cose che rispetta; largheggiare nelle promesse a lui gradite, senza bisogno di entrare in dettagli su tempi e modi di realizzazione.
Sulle spese militari, ad esempio, Giorgetti la perdonerà se parlerà di arrivare, quest'anno, «sopra al 2% del Pil» o di «spingersi verso il 2.5%». Nessuno, da Washington, farà le pulci alla Finanziaria. Fra mesi, comunque. Un'eternità in tempi trumpiani.
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
Non è del resto esattamente quanto fa Trump stesso? Promette paci in 24 ore, poi passa ad altro. Con questo presidente ci si può anche spingere all'adulazione visto che, intanto ne è circondato per cui è il suo habitat, ed è tutt'altro che estraneo dall'adularsi da solo. Non può che sembrargli naturale da parte di altri.
Esiste un modo tanto sottile quanto efficace: riconoscergli quanti più meriti possibili, dalla spinta alla spesa europea per la difesa alla prevenzione di un Iran con l'arma nucleare, sorvolando su questioni controverse, tipo non condanna della Russia per Sumy o latitanza su Gaza.
Riconoscergli meriti anche per quanto fatto da altri, tanto se li prende. La presidente del Consiglio potrà, anzi dovrà, mantenere le sue posizioni ma formularle in chiave d'interessi e vantaggi reciproci, non di vaghe (per Trump) nozioni di solidarietà o valori. Entrando in contraddittorio farebbe solo un buco nell'acqua.
IL FACCIA A FACCIA MELONI - TRUMP - VIGNETTA BY GIANNELLI
A che pro tutto questo? Essenzialmente per trasmettere il messaggio che con l'Italia, e l'Europa […] l'America First di Trump può ragionare e operare senza essere "derubata" ma cavandone un proprio tornaconto. Che, con l'Europa, si può fare un "deal" e che, a tal fine, l'Italia è strumentale, purché ben piantata "dentro" Ue e Nato.
Oggi, alla Casa Bianca, Giorgia Meloni non può né negoziare né mediare, ma può svolgere un doppio ruolo: di messaggera, ad esempio della proposta Ue di "zero per zero" tariffe, della volontà di acquistare Lng americano per riequilibrare la bilancia commerciale, della raccomandazione di non introdurre le minacciate nuove tariffe su farmaceutici e microprocessori; e, soprattutto, di "esploratrice" di quali siano le intenzioni americane sui dazi – quali sono negoziabili, tutti, solo i "reciproci" o anche i settoriali, e fino a che punto? E quali sono le contropartite richieste all'Europa? – e sull'impegno nella Nato, in vista del vertice del 23-24 giugno. Oltre Atlantico, le intenzioni che contano sono quelle del presidente. Sulla nostra sponda non è chiaro quali siano. Se Giorgia riuscirà a saperne qualcosa di più farà un servizio a tutti, a Roma come a Bruxelles.
INCONTRO A MAR A LAGO TRA DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI
Giorgia Meloni crede nella tenuta dell'alleanza dell'Europa con gli Stati Uniti. Nell'interesse italiano – ed europeo. Deve convincere Donald Trump che è anche nell'interesse americano. La sua missione a Washington è tutta lì. Il presidente americano ne dubita, ma dice di essere "flessibile". Lo sarà con una donna fantastica che lo prenda per il verso giusto? Speriamo di sì.
INCONTRO A MAR A LAGO TRA DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI
DONALD TRUMP ACCOGLIE GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO
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