
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Alberto Statera per "Affari & Finanza - la Repubblica"
Veleni romani e veleni ambrosiani. Il week end di Benedetto XVI a Milano non ha affatto condotto il Papa su un sereno terreno neutro di pura fede, ma al contrario lo ha portato in prima linea sul fronte di un conflitto che ha contribuito non poco a innescare il sisma dei corvi all'interno delle mura leonine, culminato per ora nel licenziamento in tronco del presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi.
Da meno di un anno, dopo mesi di guerra di trincea, Arcivescovo di Milano è Angelo Scola, non solo assai vicino (con qualche recente distinguo) a Comunione e Liberazione, che tramite il governatore lombardo Roberto Formigoni garantisce l'intreccio tra fede, politica e affari.
Ma che è anche tra i papabili favoriti nel dopo Ratzinger. Scola ha preso il posto di Dionigi Tettamanzi, presentato dagli avversari come un pericoloso sovversivo, in perpetuo conflitto pastorale e teologico con i fedeli ambrosiani, ma in realtà gradito da buona parte della Chiesa milanese.
In tempi di corvi che si aggirano nelle stanze papali diffondendo documenti segreti c'è una lettera, di cui ci è giunta copia, che prima della nomina di Scola il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julià n Carròn scrisse al Nunzio Apostolico Giuseppe Bertello, fedele del Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il documento illustra bene il tono livido delle lotte di potere nella Chiesa, romana o ambrosiana che sia. Dopo aver bollato di «intimismo e moralismo» Tettamanzi e averlo accusato, pur senza
mai citarlo per nome, di una sorta di magistero alternativo a Roma e al Santo Padre che rischia di diventare ormai una caratteristica consolidata della ambrosianità contemporanea e di insultare «come affarismo le opere educative, sociali e caritatevoli dei movimenti, che vengono considerati sempre più come un problema che come una risorsa», tocca all'Università Cattolica che «attraversa una crisi d'identità così grave da fare temere in tempi brevi un sostanziale e irreversibile distacco dalla impostazione originale».
Quindi il colpo ad alzo zero: «un sottile ma sistematico collateralismo verso una sola parte politica, il centrosinistra, trascurando, se non avversando, i tentativi di cattolici impegnati in politica, anche con altissime responsabilità nel governo locale». Cioè il celeste Memores Domini Roberto Formigoni, che trascorre la vita in povertà e castità , come impone la sua associazione laicale. Ergo, il capo di Cl, «data la gravità della situazione», si attendeva a Milano «un pastore che sappia rinsaldare i legami con Roma e con Pietro».
«Per queste ragioni - concludeva Carròn - l'unica candidatura che mi sento in coscienza di presentare all'attenzione del Santo Padre è quella dell'attuale Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Scola». Il 28 giugno 2011 Benedetto XVI nomina Scola Arcivescovo di Milano. Il 3 settembre successivo nomina Bertello, destinatario della lettera del capo di Cl, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato della Santa Sede. Il 19 ottobre Monsignor Carlo Maria Viganò, quello che ha denunciato gli scandali degli appalti vaticani viene rimosso dal Governatorato e nominato Nunzio Apostolico a Washington. Anche i corvi ambrosiani svolazzano.
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