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1 - BLUFF LANDINI: IN FIAT NON HANNO SCIOPERATO
Nicola Porro per “Il Giornale”
Sugli scioperi i sindacati non possono cambiare idea per il semplice motivo che non ne hanno un’altra. Sostengono che sono sempre e comunque necessari e che inevitabilmente rappresentano un successo. Anche quello di venerdì scorso (a cui coraggiosamente non si è associata la Cisl) ha seguito il solito copione. Piazze invase da lavoratori straordinari. Pochi e circoscritti scontri ad opera di infiltrati. Il solito milione e mezzo di adesioni. Più del 60 per cento di astensioni dal lavoro. Ma le cose sono andate davvero così? I numeri ufficiali raccontano una storia ben diversa.
Con un po’ di mente fredda e coni dati veri si può iniziare sragionare. Il successo politico di uno sciopero dipende fondamentalmente dalla eco mediatica e da quella della piazza accanto: più è forte più si spera di condizionare la politica. In questo caso una legge già votata dal Parlamento. Vedremo quanto i decreti delegati che il governo sta predisponendo in queste ore saranno influenzati dallo sciopero di Cgil e Uil. E quanto l’evocazione della Resistenza (che palle) del solito sindacalista che sembra dire nulla dal palco, ma lo fa urlando e con gesti gladiatori, p ossa influenzare le decisioni di Matteo Renzi. Quel che conta, dicevamo, sono i numeri.
landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10
Ebbene, andiamo nella principale società manifatturiera di mercato che ci sia in Italia. La Fiat. E andiamo nei suoi stabilimenti caldi, quelli nei quali si consumò la rottura con la Fiom sui referendum di Sergio Marchionne. I luoghi di lavoro, in cui c’è da aspettarsi ribolla più il sangue.
Entriamo in quelle linee di montaggio che vedono applicato il nuovo contratto predisposto dal Lingotto, e che avrebbero dovuto imbarbarire il rapporto di lavoro oltre i limiti consentiti in un Paese occidentale. Il numeretto assoluto vede un’adesione allo sciopero generale dell’11,6 per cento, pari a 7300 lavoratori su 63mila addetti di Fiat Chrysler e Cnh (trattori e movimentazione terra). Alto che successo, si tratta di una percentuale ridottissima.
LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI
Che scende ancora negli stabilimenti caldi. A Pomigliano e Cassino hanno scioperato rispettivamente l’1 e l’1,7 per cento degli operai. Un po’ più alte le percentuali dei due stabilimenti più popolati: il 5 per cento alla Sevel di Val di Sangro e il 2,7 per cento alla Sata di Melfi. Anni luce dalle adesioni propagandate a livello nazionale e pari al 60-70 per cento dei lavoratori. Insomma lo sciopero generale, almeno in casa Fiat, è stato, dal punto di vista sindacale, un flop.
Dovrebbe far ragionare i sindacati confederali (la Cisl qualche sospetto sul cosa fare dopo lo aveva intuito e per ciò si è sfilata dal coro) sulla differenza che c’è tra i loro annunci e i risultati. E soprattutto fornisce a noi l’idea di come ormai lo sciopero sia diventato un strumento più di propaganda politica che di rivendicazione per un diritto negato.
2 - 2011: LA CGIL SCIOPERA DA SOLA E DICHIARA ADESIONI AL 60%
(ANSA) La Cgil rivede al rialzo le stime sulle adesioni allo sciopero del sindacato proclamato per oggi. Secondo l'organizzazione guidata da Susanna Camusso avrebbe incrociato le braccia il 60% dei lavoratori (alle 12.00 era stata diffusa una prima proiezione del 58%). (ANSA).
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