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Giacomo Amadori per “la Verità”
Sembra che i media anglosassoni, con quelli italiani a rimorchio, abbiano scoperto un golpe per affondare Matteo Renzi e il suo partito democratico a colpi di fake news. Un putsch ordito da un' oscura alleanza internettiana tra Movimento 5 stelle e Lega. Peccato che il presunto scoop del New York Times e del sito Buzzfeed abbiano impresse le impronte digitali dello stesso circolino romano-fiorentino che parla sì inglese, ma che non è certo imparziale rispetto alla politica italiana. Anzi.
Ieri abbiamo raccontato che il giovane informatico Andrea Stroppa, autore della ricerca che avrebbe innescato gli articoli, è un consulente di Renzi e che ha iniziato la sua carriera con Marco Carrai, piccolo Richelieu dell' ex premier. Ma anche gli altri protagonisti di questa storia non sono osservatori neutrali o almeno non fanno niente per nascondere le proprie simpatie.
Partiamo dal trentaseienne Alberto Nardelli, romano trapiantato a Londra: è il data editor (il giornalista che scrive o commissiona articoli basati sui numeri) che ha elaborato e approfondito la ricerca di Stroppa per Buzzfeed. Nardelli, laureato in Scienze politiche alla Luiss, è volato a Londra circa tre lustri fa alla ricerca di esperienze. La compagna italiana è entrata nello staff dell' ex primo ministro David Cameron, mentre lui ha fondato una società per portare i politici su Twitter, quindi ha lavorato per il quotidiano The Guardian che ha lasciato dopo circa un anno per trasferirsi al sito Buzzfeed.
In Italia aveva collaborato con il Consorzio digitale del Comune di Roma all' epoca delle amministrazioni di centrosinistra.
Ebbene questo signore, insieme con un collega britannico, l' anno scorso ha sparato 4 giorni prima del referendum costituzionale la notizia del presunto collegamento tra i siti vicini al Movimento 5 stelle e la Russia di Vladimir Putin.
Buzzfeed ha scritto che, secondo una loro inchiesta, «i leader del partito Italiano anti establishment, il Movimento 5 stelle (M5s), hanno costruito una diffusa rete di siti e di account social media che stanno diffondendo notizie false, teorie cospiratorie, e propaganda pro Cremlino a milioni di persone». Quindi Nardelli ha raccontato che «questi siti rigurgitano incessantemente gli slogan della propaganda del M5s, disinformazione, e attacchi ai rivali politici, in particolare contro il primo ministro Matteo Renzi». Il quale sarebbe stato definito da tali siti «un dittatore, un bugiardo, un usuraio e un mezzano».
Insomma il M5s è una piacevole ossessione per Nardelli.
Che invece dà l' impressione di non provare la stessa antipatia nei confronti dell' ex Rottamatore. Per esempio, quando questi è diventato primo ministro, ha preparato una scheda intitolata «8 cose che probabilmente non sai su Matteo Renzi». La più graffiante era una foto dell' ex sindaco di Firenze vestito con il giubbotto di pelle con a fianco l' immagine del protagonista di Happy days, Arthur Fonzarelli e la scritta: «Renzi è sempre stato un amante del rischio».
Il giornalista del New York Times autore, con Buzzfeed, dello scoop ispirato dalle analisi di Stroppa, si chiama, invece, Jason Horowitz, ha una moglie romana e tra i suoi contatti annovera molti giornalisti liberal italiani che cinguettano con giornalisti liberal statunitensi.
Horowitz nel 2016, a ridosso del referendum costituzionale, ha messo a disposizione la sua prosa fiorita per affrescare su Vogue America un ritratto dolcissimo della famiglia Renzi. «Il primo ministro italiano Matteo Renzi farà ciò che serve per riformare il governo» era il titolo del servizio.
Per l' impresa il giornalista incontrò Matteo sull' aereo di Stato (definito «piccolo, ma elegante»), a casa del padre Tiziano, ma anche nella «modesta dimora» (una bella villa di 13 vani) di Pontassieve. Scrutò espressioni, movimenti delle labbra, battiti di ciglia. Sino a quando lo osservò curvo sulla scrivania: «A Palazzo Chigi una piantana stile Arco irradiò i capelli neri di Renzi e un alone argentato mi ricordò che alcuni dei migliori amici di Renzi a Firenze usano la parola illuminato per descriverlo».
Nell' articolo Renzi è ritratto come il classico gentiluomo italiano, attraente e ben vestito: «Con i suoi lineamenti morbidi e la risata contagiosa, può essere affascinante in modo disarmante» annotò Horowitz quasi sedotto. Anche le foto del servizio, firmate da Annie Leibovitz, effigiarono un leader dolce e attraente.
Ma torniamo al nostro giovane informatico, Andrea Stroppa, fresco di master in Economia e gestione della comunicazione e dei media a Tor Vergata. Ieri su Facebook si è lamentato dell' articolo che gli ha dedicato questo giornale utilizzando fonti aperte, i suoi lavori, i suoi commenti su Facebook e i ricordi di un ex compagno di Anonymous. Ci ha ripreso perché abbiamo scritto che è stato arrestato nel 2013 nell' operazione Tango down insieme con alcuni hacker di Anonymous.
«Io però, mi dispiace deludere qualcuno, non sono mai stato arrestato» ha precisato lui. Chiediamo venia: Stroppa, all' epoca minorenne, al contrario dei suoi coimputati, è stato giudicato a piede libero per i suoi reati, ne ha «risposto davanti alla legge» (parole sue) e ha ottenuto il perdono giudiziale. Il ragazzo sostiene pure che i suoi report abbiano girato sui media internazionali non grazie alle sue conoscenze politiche, ma per la sua bravura. «Le ricerche sono uscite anni prima rispetto alle relazioni politiche citate».
Anni prima è forse un' esagerazione, visto che ha partecipato, nel 2014, all' età di soli 20 anni, alla fondazione della Cys4 di Marco Carrai. Detto questo non ci spiega come lui, studente di Torpignattara sia arrivato a proporre le sue ricerche al New York Times. Forse grazie al premio che gli avrebbe conferito il «presidente del Consiglio Romano Prodi» (quando lui aveva 12-14 anni?).
La figura di Stroppa resta circonfusa di mistero e fa sorgere qualche interrogativo. In un' intervista disponibile su Internet non trasuda carisma e propina concetti un po' banali tra mille «ehm...», come un liceale interrogato.
Insieme con un programmatore russo ha fondato una società, la Ghost data, che non risulta registrata in Italia e che sul proprio sito non offre nessun tipo di informazione. In compenso Il Corriere della sera ha dedicato un articolo al team fantasma di Ghost Data che avrebbe creato un software di monitoraggio di Instagram che avrebbe consentito di scovare 50.000 account di simpatizzanti dello Stato islamico.
matteo renzi e famiglia su vogue america fotografato da annie leibovitz
Grazie a Facebook una certezza la otteniamo: il giovanotto tiene particolarmente al rapporto con Lapo Elkann, definito un «amico straordinario». Stroppa è anche entrato nel consiglio d' amministrazione della fondazione del nipote di Gianni Agnelli.
E la strana coppia il 6 ottobre è planata a Torino: «Con la fondazione L.A.P.S insieme al presidente Lapo Elkann e il sindaco Chiara Appendino di Torino lanciamo un progetto che prevede l' offerta gratuita di informazione e formazione della salute dentale, a favore degli alunni della scuola primaria e media inferiore della Città Metropolitana di Torino. Inoltre i ragazzi potranno beneficiare di una visita odontoiatrica e pulizia dei denti». A parte il fatto che il piano fa concorrenza sleale alle dentiere promesse da Silvio Berlusconi, chissà se Grillo apprezzerà l' intelligenza con il nemico della «sua» sindaca sabauda.
matteo renzi definito perdente dalla bildrenzi su vogue fotografato da anne leibovitz
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