fridolin ambongo besungu

AMBONGO RESTERA' ANCORA IN CONGO? TRA I PAPABILI, SCALA POSIZIONI IL CARDINALE CONSERVATORE FRIDOLIN AMBONGO BESUNGU, IL PORPORATO CONGOLESE 65ENNE CHE CRITICO’ PAPA FRANCESCO PER IL DOCUMENTO CHE APRIVA ALLA POSSIBILITÀ DI BENEDIZIONE DELLE COPPIE OMOSESSUALI: SECONDO IL CARDINALE DI KINSHASA, ERA LA CAUSA DELLA “DECADENZA” DELL’OCCIDENTE (“VOGLIONO DISTRUGGERE LA FAMIGLIA TRADIZIONALE”) - NEL 2016 È STATO IL MEDIATORE DELL’ACCORDO DI SAN SILVESTRO CHE…

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Pier Luigi Vercesi per il "Corriere della Sera" - Estratti

Ambongo Besungu

 

Quando si affaccia all’aeroporto di Kinshasa, passeggeri, inservienti, equipaggi degli aerei in partenza si prostrano. È già il loro Papa. Il cardinal Fridolin Ambongo Besungu benedice e tira dritto, com’è nella sua natura.

 

È tra i primi porporati a giungere nella città eterna. Rende omaggio con la preghiera al fratello Francesco, che due anni prima ospitò nella sua martoriata terra, la Repubblica Democratica del Congo, già Zaire. Bergoglio, di fronte a milioni di congolesi, aveva tuonato contro il «colonialismo economico»: «Giù le mani dall’Africa, non è una miniera da sfruttare».

 

Ambongo rincarò la dose, incurante delle minacce di morte che riceveva da una decina d’anni: «Ogni volta che si scopre un giacimento scoppia una guerra», e siccome le ricchezze di quest’immenso territorio equatoriale sono infinite, i focolai si alimentano quotidianamente.

 

L’arcivescovo di Kinshasa venne al mondo 65 anni fa a Boto, nel Nord del Paese, sei mesi prima che si archiviasse uno dei più efferati domini coloniali che la storia ricordi, quello personale di Leopoldo II e poi del Belgio. Da allora, tra dittature e guerre civili, questa terra ha conosciuto solo «sfruttamento, azioni rapaci di potenze straniere, conflitti che seminano morte, provocano distruzione, fomentano la povertà», si sfoga Ambongo.

 

A 21 anni emise la prima professione nei Frati Minori Cappuccini, che rese perpetua sei anni dopo. L’anno successivo, il 14 agosto 1988, veniva ordinato sacerdote dopo aver conseguito la laurea in Teologia morale a Roma presso l’accademia Alfonsiana.

 

Parroco, professore di teologia, con incarichi organizzativi nel suo ordine, assisteva ai travagli che flagellavano la sua Africa soprattutto dopo la fine del «regno» di Mobutu Sese Seko, durato dal 1965 al ’97. Capiva che la redenzione del popolo non poteva prescindere dalla pacificazione politica e la sua voce cominciava ad essere ascoltata. Fu Giovanni Paolo II a nominarlo vescovo di Bokungu-Ikela, nel 2004, e Benedetto XVI, nel 2008, ad assegnargli l’incarico di amministratore apostolico di Kole.

FRIDOLIN AMBONGO BESUNGU

 

La Conferenza episcopale nazionale del Congo lo elesse presidente della commissione «Giustizia e Pace», e con lui in quel ruolo, la Chiesa si apprestò a far sentire sempre più forte gli appelli e le critiche al potere politico. Francesco, nel 2018, lo nominò arcivescovo di Kinshasa. L’elevazione a cardinale giunse l’anno successivo, notizia diramata mentre Ambongo si trovava in volo. Nessuno lo aveva avvertito.

 

«Atterrato, trovai sul cellulare un centinaio di messaggi di auguri. Sconcertato, chiamai il nunzio: “Ma siamo sicuri? Io non ho sentito nessuno...”». Francesco faceva così, come a dimostrare che le scelte erano sue, personali. E quel prete, deciso e senza paura, lo sentiva affine. Non si limitava a predicare la pace, si sporcava le mani. Nel 2016 era stato il mediatore dell’accordo di San Silvestro che prevedeva l’uscita di scena del presidente Kabila senza sprofondare il Paese in una guerra civile. Alle elezioni che seguirono, come nella Bibbia «uno dei due figli di Giacobbe ruba la benedizione all’altro».

 

FRIDOLIN AMBONGO BESUNGU

Dicono che la vittoria fosse di Martin Fayulu, ma se l’aggiudicò Felix Tshisekedi, e allora «bisognava trovare il modo di collaborare con lui per trasformare il male in bene», dichiarò Ambongo. Il giorno più sereno per il Congo fu la sua creazione a cardinale. In Vaticano si presentarono tutte le fazioni: c’era il presidente Tshisekedi, la presidente dell’Assemblea nazionale Jeanine Mabunda del partito di Kabila, ministri, deputati, i leader dell’opposizione Fayulu, Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba.

 

E fu il giorno in cui la Chiesa cattolica congolese assunse un ruolo di primo piano per la ricerca di una pacificazione per l’intera Africa. Il cardinal Ambongo, sempre sferzante nelle sue denunce contro lo sfruttamento del continente, di una cosa ringraziava l’Europa: aver insegnato cos’è la democrazia, mentre in tutto il continente si tendeva a liquidarla come un retaggio coloniale.

CARDINALE AMBONGO

 

Proprio per le sue denunce di abusi e corruzione, lo scorso anno il procuratore generale della Corte di cassazione di Kinshasa ha ordinato l’apertura di un’indagine giudiziaria a suo carico per «affermazioni sediziose». Far tacere l’arcivescovo è però impossibile.

 

Se ne accorse anche Francesco quando ricevette una sua lettera di sette pagine, firmata come presidente del Simposio delle conferenze episcopali africane nonché membro del Consiglio dei nove cardinali che accompagnano il Papa nella riforma della Chiesa, in cui criticava il documento Fiducia Supplicans che apriva alla possibilità di benedizione delle coppie omosessuali. Bussò poi alla porta del Papa per motivargli che quella era la causa della «decadenza» dell’Occidente: le nuove ideologie «vogliono distruggere la famiglia tradizionale». 

PAPA FRANCESCO CON FRIDOLIN AMBONGO BESUNGU

 

CARDINALE AMBONGOCARDINALE AMBONGO papa francesco

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