gabriele ranzato partigiani comunisti brigata garibaldi gap

"I PARTIGIANI COMUNISTI? ERANO PATRIOTI FEDELI AL PARTITO PIÙ CHE ALL’ITALIA" – UN LIBRO ESAMINA IL RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA AI NAZIFASCISTI: LE BRIGATE GARIBALDI E I GAP (GRUPPI D’AZIONE PATRIOTTICA), ESPRESSIONE DEL PARTITO COMUNISTA, ERANO EFFICACI SUL PIANO MILITARE MA RESTAVANO LEALI ALL’URSS - LA PERICOLOSITÀ DEL PCI ERA MASSIMA AL CONFINE ORIENTALE, COME RISULTA DALLA LETTERA IN CUI TOGLIATTI, IL 19 OTTOBRE 1944, DEFINIVA ”UN FATTO POSITIVO”, DA FAVORIRE IN TUTTI I MODI, “LA OCCUPAZIONE DELLA REGIONE GIULIANA DA PARTE DELLE TRUPPE DEL MARESCIALLO TITO”…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Antonio Carioti per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

gabriele ranzato cover

Il Partito comunista di Palmiro Togliatti era una forza affidabile sotto il profilo dell’adesione alla democrazia pluralista? A questo interrogativo, cruciale per ricostruire la storia dell’Italia repubblicana, molti rispondono senza esitazione in modo affermativo, ricordando il contributo del Pci alla Resistenza e il suo apporto di notevole rilievo al lavoro della Costituente.

 

Ma sulla validità di queste argomentazioni si possono avanzare seri dubbi, come fa con grande equilibrio e serenità di giudizio Gabriele Ranzato nel saggio Eroi pericolosi (Laterza), incentrato sul modo in cui condussero la guerra partigiana le brigate Garibaldi e i Gap (Gruppi d’azione patriottica), espressione del Pci.

 

Ne risulta, sulla base di un’ampia documentazione, che i comunisti, pur protagonisti in diversi casi di azioni eroiche (di qui il titolo del libro), non soltanto consideravano un faro di civiltà l’Unione Sovietica totalitaria di Stalin, ma spesso, mentre «volevano ostentare il loro patriottismo in senso nazionale, in realtà privilegiavano il loro patriottismo di partito».

 

brigata garibaldi partigiani 23

Del resto erano una formazione dichiaratamente «internazionalista», cioè fedele a Mosca, e rivoluzionaria, quindi niente affatto disposta ad accontentarsi della democrazia borghese.

 

Certo, il Pci partecipò alla scrittura di una Costituzione che afferma le libertà fondamentali, ma esse, osserva Ranzato, «erano sancite anche dalla Costituzione sovietica del 1936», benché di fatto in Urss «assolutamente conculcate».

 

gap gruppi d azione patriottica 2

E nelle zone liberate provvisoriamente dai partigiani durante la guerra i comunisti cercarono a volte di costituire «un “potere popolare” che fosse soprattutto espressione del loro partito».

 

Ovviamente la pericolosità del Pci era massima al confine orientale, come risulta dalla nota lettera in cui Togliatti, il 19 ottobre 1944, definiva «un fatto positivo», da favorire in tutti i modi, «la occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del maresciallo Tito» prima che a Trieste e dintorni giungessero gli Alleati, in modo da creare nella zona una «situazione democratica» sulla cui democraticità molto ci sarebbe da eccepire.

 

Gabriele Ranzato, pur considerando l’anticomunismo «assolutamente condivisibile allora come oggi», non ha l’intenzione di denigrare il Pci. Anzi sottolinea come la preponderanza di quel partito nella lotta partigiana sia stata disconosciuta da una retorica che tuttora insiste sull’unità di tutte le forze antifasciste.

brigata garibaldi partigiani

 

gap gruppi d azione patriottica 22

(...)