matteo ricci massimiliano santini

“I SOLDI LI HO PRESI IO, MATTEO RICCI ERA ALL’OSCURO DI TUTTO” – MASSIMILIANO SANTINI, EX COLLABORATORE DELL’ALLORA SINDACO DI PESARO, OGGI EUROPARLAMENTARE IN CORSA PER DIVENTARE PRESIDENTE DELLE MARCHE, IN 10 ORE DI INTERROGATORIO HA AMMESSO I REATI CHE GLI SONO STATI CONTESTATI SUL CASO AFFIDOPOLI MA HA SCAGIONATO RICCI  DALLE ACCUSE DI “CONCORSO IN CORRUZIONE” PER IL QUALE L’EX SINDACO È INDAGATO – “DEL GIRO DENARO NON SAPEVA NIENTE” (MA SU UNA COSA SANTINI CONTRADDICE RICCI...)

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Giuseppe Baldessarro per repubblica.it - Estratti

 

matteo ricci massimiliano santini

I soldi? «Li prendevo io, me ne assumo la responsabilità», e «Ricci del giro denaro non sapeva niente». È stato un fiume in piena Massimiliano Santini. Durante le oltre 10 ore di interrogatorio dell’11 agosto scorso, ha collaborato con la procura ammettendo i reati che gli sono stati contestati dalla pm Maria Letizia Fucci nell’ambito dell’inchiesta sulla “Affidopoli” del comune di Pesaro.

 

 

L’amico e fido collaboratore dell’allora sindaco di Pesaro Matteo Ricci, attualmente europarlamentare e in corsa per le regionali delle Marche, scagiona l’esponente del Pd quantomeno sul tema della corruzione e, di conseguenza, dall’accusa di «concorso in corruzione», per il quale è indagato.

 

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MATTEO RICCI

 

 

L’allora responsabile dei social e degli eventi dell’amministrazione pesarese ha confermato il meccanismo attraverso cui veniva alimentato il flusso di incarichi e di denaro che finiva in parte nelle sue tasche.

 

Gli inquirenti avevano scoperto come negli anni del mandato a sindaco di Ricci due associazioni non profit, la “Opera Maestra” e la “Stella Polare”, create ad hoc dall’imprenditore Stefano Esposto, avevano ricevuto senza bando pubblico commesse per la realizzazione di eventi per 509 mila euro e che di questi, 109 mila erano poi tornati a Santini sotto forma di bonifici e altri benefit.

 

massimiliano santini

Un vantaggio economico per il responsabile dei social impossibile da negare e certificato, da Guardia di finanza e Squadra mobile, con l’acquisizione di estratti conto bancari e contratti di consulenza falsi.

 

Per gli affidamenti alle associazioni di Esposto era però necessario aggiustare le carte, ha spiegato il collaboratore. Cosa che ha coinvolto diverse persone, più o meno consapevoli (gli indagati sono in tutto 24), chiamate a preparare delibere, pareri e atti amministrativi.

 

In questo senso ci sarebbero state delle forzature negli iter delle quali Ricci avrebbe dovuto o potuto accorgersi. Santini, con la pm Fucci ha affrontato tutte le contestazioni, spiegando il ruolo avuto in ogni singola vicenda: dai murales per la Segre e per i medici eroi del Covid, al “cascone” per Valentino Rossi, senza dimenticare la storia dei totem per Pesaro “Capitale italiana della cultura”.

 

 

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Su una cosa Santini contraddice Ricci: l’ex sindaco ed Esposto si conoscevano bene e si sono incontrati diverse volte. Circostanza negata dall’ex sindaco che secondo la tesi della procura sapeva degli imbrogli, ma lasciava fare perché dalle iniziative pubbliche «guadagnava popolarità e consenso elettorale».

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