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Federica Angeli e Francesco Salvatore per "la Repubblica"
«Non mi sono accorto che si trattava di una ragazza. Mi è arrivato di tutto addosso, era un momento concitato». Si è presentato nel primo pomeriggio di ieri in questura l'agente immortalato durante gli scontri di sabato a Roma mentre calpestava una manifestante a terra. Ha 45 anni e lavora in questura, nell'ufficio "Controllo del territorio". Ma la sua identità , al momento, resta top secret.
Un'immagine shock, quella della ragazza che urlava abbracciata al suo fidanzato, che ha fatto scattare un'indagine interna del Viminale e un'inchiesta della magistratura. Il pm Eugenio Albamonte è in attesa dell'informativa della Digos. La giovane calpestata, che aveva partecipato alla manifestazione infatti non ha ancora sporto denuncia. Dura la posizione del capo della Polizia Alessandro Pansa che ha definito l'agente «un cretino da sanzionare». Una punizione inevitabile: «Perché ha preso a calci una ragazza che stava per terra».
L'indagine è ancora in una fase embrionale. Ma il primo interrogativo da chiarire è: perché? A cosa era finalizzato quell'atto di violenza gratuita? Ovviamente sarà ascoltata la versione del poliziotto, ma l'episodio sarà ricostruito grazie all'aiuto delle immagini. «Ricostruiremo esattamente l'episodio e vedremo quali misure adottare - ha spiegato il questore di Roma, Massimo Maria Mazza - Per tanti che hanno lavorato bene non è giusto perdere la faccia a causa di una persona che ha invece fatto un errore».
Quell'immagine ha fatto il giro del mondo e anche lo scrittore Roberto Saviano, attraverso un tweet, aveva chiesto che l'agente fosse sospeso. Il senatore del Pd Luigi Manconi ha riferito invece di aver «presentato nei giorni scorsi un disegno di legge per l'introduzione del codice identificativo sui caschi e le divise degli agenti che operano in situazioni di piazza».
Richiesta che, in passato, alcuni sindacati di polizia avevano già avanzato: «Sono anni che propongo l'identificazione alfanumerica per reparto dei poliziotti - dice Gianni Ciotti, segretario nazionale del Sed, Sicurezza e Democrazia - Siccome la maggior parte dei poliziotti si comporta correttamente sulla piazza non dobbiamo avere alcun timore né a indossare tutti le divise né a essere identificati. A patto che l'identificazione sia a richiesta dell'autorità giudiziaria o del Dipartimento».
A difendere l'agente sotto accusa interviene Saturno Carbone, segretario generale del Siulp di Roma: «Azioni come quelle che portano al lancio di colli di bottiglie spaccate contro i poliziotti, di biglie, monetine, sampietrini e bulloni sono molto più significative dell'eventuale errore di un poliziotto che si fa 10-12 ore di servizio continuative e che diventa il capro espiatorio di una manifestazione».
Intanto ieri la Procura ha chiesto la convalida del fermo per i quattro manifestanti arrestati per le violenze: per due di loro l'accusa ha chiesto il carcere e per gli altri i domiciliari. Domani sarà il gip a decidere a seguito degli interrogatori di garanzia.
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