1. IERI È INIZIATO UFFICIALMENTE IL DECLINO DI SILVIO BERLUSCONI COME LEADER POLITICO 2. UNA PERSONA CONDANNATA PER REATI FISCALI E SESSUALI (TASSE E DONNE, WHAT ELSE?) NON POTREBBE MAI CANDIDARSI A GUIDARE UNA NAZIONE E NEPPURE UN PARTITO. ALMENO NEL RESTO DELL’OCCIDENTE. MA IN ITALIA TUTTO È POSSIBILE, ANCHE PERCHÉ IL SULLODATO STATISTA È AZIONISTA DI MAGGIORANZA DELL’ATTUALE GOVERNO 3. E PER IL PD GOVERNARE INSIEME AL PUTTANIERE CAPO DEV’ESSERE PROPRIO UN ONORE 4. E ALLORA OGGI IL VERO PROBLEMA, PER I GIORNALONI, NON È CHE ABBIAMO UN TIZIO DEL GENERE AL GOVERNO ATTRAVERSO I SUOI ALFANI E I SUOI QUAGLIARELLI. NO, IL PROBLEMA È CHE IL SULTANINO DI HARDCORE NON FACCIA CADERE IL BEL GOVERNINO DI LETTAENRICO COSÌ TANTO VOLUTO DA RE GIORGIO PER IL BENE NOSTRO E DELLA PATRIA TUTTA

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1 - AVVISI AI NAVIGATI
Con la sentenza di ieri il Cavalier Pompetta è stato colpito da sputtanèscion planetaria ed è iniziato ufficialmente il suo declino come leader politico. Una persona condannata per reati fiscali e sessuali (tasse e donne, what else?) non potrebbe mai candidarsi a guidare una nazione e neppure un partito. Almeno nel resto dell'Occidente. Ma in Italia tutto è possibile, anche perché il sullodato statista è azionista di maggioranza dell'attuale governo.

E allora oggi il vero problema, per i giornaloni di Lor signori, non è che abbiamo un tizio del genere al governo attraverso i suoi Alfani e i suoi Quagliarelli. No, il problema è che il Sultanino di Hardcore non faccia cadere il bel governino di Lettaenrico così tanto voluto da Re Giorgio per il bene nostro e della patria tutta. E allora vai con l'ipocrisia al cubo del Pd, che si affida ai comunicati per dire che le sentenze non si commentano. Per i "democrat", come amano chiamarsi, governare insieme al Puttaniere Capo e Grandissimo Evasore dev'essere proprio un onore.

2- E ORA MAXI-PROCESSO ALLA CORTE DI HARDCORE
Dimenticate certi film americani in cui c'è il testimone o il giurato comprato. Qui abbiamo fatto le cose in grande e ora ben 32 persone che hanno partecipato solo a "cene eleganti", o hanno negato indebite pressioni dell'ex premier per rilasciare Ruby, rischiano una maxi-inchiesta per falsa testimonianza.

"Dalle olgettine al maggiordomo l'effetto boomerang dei testimoni che per la corte hanno detto il falso. In aula bugie e contraddizioni. Ora in 32 rischiano di diventare imputati. I legali della difesa li avevano fatti sfilare per spiegare che quelle erano solo cene eleganti. A molti di loro i giudici non hanno creduto. I verbali trasmessi alla procura" (Repubblica, p. 10).

Tra gli eroici difensori del Cavalier Pompetta spicca un diplomatico di lungo corso: "Nella lista anche il viceministro Archi, l'ultimo imbarazzo per il governo Letta. La sua versione sulla cena con Mubarak: "Silvio gli chiese se Ruby era sua nipote ma lui non capì". "Alla Farnesina i maligni lo definiscono "viceministro per testimonianza'" (Repubblica, p. 11). Gode il Cetriolo Quotidiano: "Avranno mica detto bugie? I giudici non credono nemmeno al viceministro degli Esteri, Bruno Archi. Ora trenta testimoni possono essere incriminati per falsa testimonianza" (p. 4).

Carlito Rossella, intervistato un po' ovunque, ripete che lui alle cene di Villa San Martino non ha mai visto nulla di male ("Mai visto minorenni alle feste di Arcore. Ai pm non ho mentito, ho le prove", p. 11). In effetti lui va notoriamente a letto presto. Porterà al pm la maschera ai cetrioli e il pince-nez.

Sulla Stampa furoreggia don Emilio Fede ("Per questa storia ho perso il seggio al Senato, p. 7). A parte le affermazioni un po' patetiche, gli scappa una rispostina degna del miglior Dell'Utri. Gli chiedono perché è stato tirato in ballo cos' pesantemente per l'affare Ruby e l'ex direttorissimo del Tg4 dice: "Me lo chiedo anch'io. Quanta gente frequentava Arcore? Perché proprio io dovrei essere coinvolto?".

3 - LE ULTIME PAROLE FAMOSE
Titolo della Stampa: "Si spengono i riflettori sulle Olgettine" (p. 6). Infatti finiranno tutte sotto processo.

4 - DALLE LARGHE INTESE ALLE ASSURDE PRETESE
Pare che i sondaggi per il Pdl non siano tanto buoni e che il Pd sia avanti, seppure di poco. Non solo, ma se si votasse in questo momento, Matteo Renzi avrebbe il vento in poppa e farebbe polpette del Banana furioso. Questo per inquadrare la reazioni alla sentenza di condanna a sette anni di gabbio, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, che ieri ha colpito il Banana.

Retroscena del Corriere: "C'è chi evoca le elezioni. Il premier punta su Imu e Iva. Berlusconi e la tentazione di far saltare il tavolo". Francesco Verderami scrive che il Cav potrebbe anche disertare l'appuntamento di oggi con Aspenio Letta per parlare di Europa, "mentre nel Pd Renzi attende con interesse che Berlusconi faccia saltare il banco" (p. 6).

Cosa che ovviamente le barbe sapienti di Via Solferino non si augurano, visto quanto scrive Massimo Franco: "Il Pd fa bene a limitarsi alla presa d'atto del responso dei giudici" e, ancorché difficile, "l'esperimento della maggioranza trasversale per arginare la crisi economica può e deve durare" (p. 6). Sarà, ma così non sembra da quanto fatto trapelare sul Giornale di Feltrusconi: "Berlusconi: ‘Resisterò a tutto, ma sul governo decide il Pdl'. L'amarezza dopo la sentenza: io innocente, vogliono Piazzale Loreto. Difficile conciliare pacificazione e pm impazziti. In forse il vertice di oggi con Letta" (p. 5). E ancora: "Giornata nera per Letta. Larghe intese al bivio: decisivo l'asse con il Colle" (p. 6).

Sulla Repubblica dei renziani, la sete di vendetta dell'illustre condannato: "Il Cavaliere alza il prezzo sulla giustizia. ‘Riforma o il governo non va lontano'. ‘Deluso da Napolitano'. Raccolta firme per chiedere il suo intervento. Lo sfogo di Berlusconi davanti alla tv: ‘Sentenza da Stato etico, roba che accadeva soltanto nella vecchia Urss'. Chi l'ha visto ad Arcore descrive l'ex premier ‘stordito'.

Bondi: ‘Assurdo sopportare il massacro politico del nostro leader" (p. 7). Intanto si muovono i suoi avvocati-legislatori: "Decreto carceri, Ghedini la spunta. Restano i domiciliari per gli over-settanta. Marcia indietro della Cancellieri, via la norma che limitava la concessione a condanne entro i 4 anni" (Repubblica, p. 9).

Manda messaggi anche Aspenio Letta: "Il Cavaliere lo sa, se cadiamo non si va al voto'. Il premier resta defilato ma a Palazzo Chigi si dice convinto di ‘riuscire a tenere distinte questione giudiziaria e questione politica'" (Stampa, p. 5). Già, la minaccia del voto anticipato sembra spuntata per via dei sacri voleri di Giorgio II e la pensano così anche i corazzieri del Messaggero: "Rivolta del Pdl ma il Cavaliere frena: se rompiamo incognita Napolitano. Silvio teme, in caso di strappi, un ribaltone Pd-M5S che porti alle urne con una nuova legge elettorale. A tener fermo l'ex presidente del Consiglio anche l'allarme per la sorte delle aziende" (p. 4). Anche "Confalonieri ha rassicurato il premier sull'intenzione di non silurare l'esecutivo" (Messaggero, p. 5).

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Grande fantasia al potere: "Più tasse su alcolici e sigaretta elettronica per fermare l'Iva. Ecco la manovra che garantisce un rinvio di tre mesi. Potrebbe tramontare il trattamento di favore di cui godono i telefonini. Ritocchi all'insù per i giochi online" (Stampa, p. 11). Scusate, ma intanto, abbiamo per caso un problema con lo spread?

6 - RIMANDATA IN PALESTRA
Titoli di coda, in attesa dell'inchiesta della magistratura, sulla tragicommedia della canoista tedesca in prestito al governino. "Ici non pagata, la Idem si dimette. ‘Ci pensavo da giorni'. Il premier Letta: ‘Ridistribuirò le deleghe tra i ministri'. Il capogruppo del M5S al Senato Nicola Morra: ‘La canoa ministeriale si è ribaltata'" (Stampa, p. 8). Sul Corriere, pezzo sofferto: "La gara più difficile di Josefa: quei silenzi a Palazzo Chigi e l'uscita dalla scala posteriore. Dopo il vertice è rimasta a lungo chiusa nel suo ufficio. Questa volta il ministro ha deciso di non affrontare i giornalisti. Al premier ha provato a spiegare tutto: l'Ici, la palestra, il ruolo del marito nella vicenda" (p. 9).

7 - DISPIACERI FIORENTINI
Vile attacco al sindaco Renzi da parte del compagno Bersani, travestito da porporato. "Firenze, il vescovo Betori attacca sugli scandali. Nella città di Renzi sotto accusa escort, cocaina e record di senzatetto. Il sindaco fa replicare la sua vice: ‘Per i servizi sociali 50 milioni all'anno". Compresi i soldi alla cooperativa sociale della casa data alla escort-capo? (Repubblica, p. 12).

8 - LA FINTA STRETTA SUI BOIARDI
Alla fine la montagna partorisce un topolino e una norma che sembra quasi ad personam, visto che avrà l'effetto di colpire il solo Scaroni, capatàz dell'Eni. "Ecco chi nominerà i manager di Stato. Supercomitato con Mirabelli e Desario. Niente incarichi a chi ha patteggiato. Stop alla designazione dei parlamentari e dei consiglieri locali.

Bonus legati alla media delle retribuzioni" (Corriere, p. 33). Sergio Rizzo, cultore della materia, spiega che nella direttiva Saccomanni non c'è un limite ai mandati degli amministratori (i montiani chiedevano un tetto di tre), non c'è un tetto anagrafico e non c'è la pillola avvelenata per sbarrare la strada ai politici trombati. In pratica, dei boiardi attuali, tutti salvi meno Scaroni, che scade tra un anno e nel 1997 patteggiò una pena di 16 mesi.

I compromessi al ribasso e le omertà incrociate dei principali partiti (Scelta Civica esclusa) sui rapporti con le aziende di Stato ricordano molto da vicino i meccanismi che da sempre regolano il voto in Parlamento delle leggi sul finanziamento della politica. Sarà che forse appartengono alla stessa materia? Onore alla Stampa e al Messaggero, che riescono a scrivere dotte articolesse sulla materia senza fare un solo nome di boiardo (p. 27). Magie del giornalismo economico.

9 - PER BOMBARDARE I SOLDI SI TROVANO SEMPRE
Commedia degli equivoci, e dei mezzucci, intorno ai costosissimi F35 che tanto piacciono al catto-ministro Mario Mauro. "Caccia F35, imbarazzo nel Pd. Cresce il fronte del ‘rinvio'. Al via il dibattito alla Camera. I montiani: mozione condivisa. La mozione conta su Sel, M5S e due montiani (147). Pronti a votarla almeno 16 democrat" (Corriere, p. 10). Nel Pd non sanno che pesci prendere e "alla riunione di ieri sera la parte relativa alla sospensione sembrava sfumata e sulla mozione restava solo l'indagine conoscitiva".

Cioè: i caccia si costruiscono, i soldi si spendono, ma intanto il Parlamento fa una delle sue famose "indagini conoscitive". Anche qui, complimenti all'ipocrisia. Complimenti anche a Repubblica che regola la faccenda in due mezze colonnine a pagina 17, imitata dal Messaggero (ben 30 righe).

10 - APPALTE-RAI CON DOLORE
Il Cetriolo Quotidiano torna sugli appalti di Viale Mazzini e affonda il colpo sui famosi controlli (controlli?) interni. "Rai, appalti, nepotismi e amici della mafia: il silenzio dell'audit. Le denunce del produttore Di Lorenzo sulle tangenti e quelle di Josi su ‘Agrodolce' cadute nel vuoto delle indagini interne. Solo i pm aprono le inchieste. Renè Cammarata, collaboratrice di Minoli, è accusata di aver preso una bustarella di 5.000 euro. Oggi il dg Gubitosi in Vigilanza" (p. 11).

11 - ULTIME DA UN POST-PAESE
"Orlando moroso. Il sindaco di Palermo rischia di restare senza gas. Debito di 8 mila euro". Il Comune è socio unico dell'azienda del gas. L'ordine di distacco della fornitura, racconta la Stampa, "è partito il 15 giugno ma non è mai stato eseguito" (p. 17).

 

I GIUDICI DELLA QUARTA SEZIONE PENALE DEL TRIBUNALE DI MILANO - ORSOLA DE CRISTOFARO - GIULIA TURRI - CARMEN D'ELIA.pngBerlusconi in tribunale LETTA E napolitano ruby ruby Faggioli barbara guerra NICOLE MINETTI PRIMA DEL BUNGA MODELLA PER UN HOTEL DI RIMINIBRUNO ARCHICarlo Rossella al telefono Emilio Fede MATTEO RENZI FOTO LAPRESSE ALESSANDRO SALLUSTI