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“IL GOVERNO NON VUOLE SEPARARE LA MAGISTRATURA, MA SOLO CONTROLLARLA” – IL PROCURATORE CAPO DI NAPOLI, NICOLA GRATTERI, STRONCA LA RIFORMA NORDIO: “LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE È IL PRIMO STEP DI UN PERCORSO CHE VEDRÀ COME SUCCESSIVO LA SOTTOPOSIZIONE DEL PM ALL’ESECUTIVO. SARÀ IL GOVERNO A STABILIRE QUALI REATI PERSEGUIRE E A QUALI CONDIZIONI DANDO LE DIRETTIVE AL PM” – LA RISPOSTA AL SOTTOSEGRETARIO MANTOVANO, SECONDO CUI I GIUDICI HANNO “PIENI POTERI”: “MANIFESTA SOLO INSOFFERENZA AL CONTROLLO DI LEGALITÀ, CON L’OBIETTIVO DI..."
Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
Procuratore Gratteri, il ministro Nordio dice che l’Anm non vuole la riforma perché «nessun tacchino si candida al pranzo di Natale». Lei, che con l’Anm è stato duro, perché non la vuole?
«Al di là della metafora che lascia comprendere parecchie cose, va detto che con affermazioni di questo tipo si vuole far credere che i magistrati e l’Anm siano contrari per interessi propri, ma non è così. Per noi, è bene chiarirlo una volta per tutte, non cambia nulla.
Ciò che invece cambia, in peggio, è il servizio giustizia per i cittadini. E ciò perché la separazione è il primo step di un percorso che vedrà come successivo la sottoposizione del pm all’esecutivo. Sarà il governo a stabilire quali reati perseguire e a quali condizioni dando le direttive al pm. Continuerò a spendermi fino alla fine per fare capire ai cittadini quanto è importante andare a votare e quanto è importante votare no. Spero lo facciano in tanti».
[…]
nicola gratteri a otto e mezzo
Era favorevole al sorteggio.
«In questo momento passa in secondo piano. Ora bisogna difendere la Costituzione. Il quesito è unico, ed è necessario rispondervi No».
Nordio dice a Schlein che la riforma «servirà» anche a loro.
«Con questa riforma costituzionale non si vuole separare la magistratura, si vuole controllare la magistratura. Fare in modo che sarà chi di volta in volta sarà al governo, a “dettare l’agenda”. Ma è accettabile una cosa del genere? È accettabile per i cittadini avere un sistema che non persegue chi commette i reati, ma solo chi, a seconda di chi è al governo, «servirà», utilizzando le sue parole perseguire?».
alfredo mantovano carlo nordio - foto lapresse
Ma anche Pinelli (Csm) dice che c’è un «riassetto degli equilibri di potere». È così?
«Mi pare che entrambe le posizioni confermino il vero obiettivo: “riposizionare” il pm per poi metterlo alle dipendenze dell’esecutivo, incidendo anche sull’obbligatorietà dell’azione penale. Mentre è del tutto irrilevante ai fini della riduzione dei tempi dei processi, che è l’esigenza fondamentale della gente».
Il centrodestra dice che nel testo non c’è, servirebbe un’altra norma costituzionale.
«Non è così. Il nostro assetto ordinamentale, elaborato dai padri costituenti, è considerato un modello, perché garantisce in toto la separazione dei poteri. Pensiamo sia migliore il sistema Usa, dove il pm è espressione del potere politico e persegue solo ciò che il governo di turno gli indica? I fautori della riforma dicono che in quasi tutte le democrazie, europee e non, c’è la separazione delle carriere, ma non completano il discorso: in quei Paesi il pm dipende dall’esecutivo».
Perché dice che il pm perderà la cultura della giurisdizione, così da giustificare il controllo del governo?
«Abbiamo bisogno di un pm all’interno delle giurisdizioni. La riforma è pericolosa sotto diversi punti di vista. Allontana il pm dalla giurisdizione, equiparandolo a una parte privata. Compito del pm non è risolvere un caso a tutti i costi, ma cercare di arrivare alla verità, anche indagando a favore del sospettato, proprio perché a differenza degli altri attori processuali, non deve tutelare interessi di parte».
Mantovano dice che i «pieni poteri» li hanno i giudici.
«Tutto ciò manifesta solo insofferenza al controllo di legalità, con l’obiettivo di attenuare e ridisegnare i confini di garanzia dati dalla separazione dei poteri, che invece è sacrosanta e non va toccata».
FABIO PINELLI, VICEPRESIDENTE DEL CSM, E CARLO NORDIO
Per l’efficienza il ministro rivendica di colmare gli organici. Cos’altro urge?
«[...] Serve accorpare i piccoli tribunali, e invece ne stanno riaprendo. Ridurre il numero dei magistrati fuori ruolo, e sempre di più ve ne vengono collocati. Stabilizzare gli addetti all’ufficio del processo (circa dodicimila), mentre ancora nessuna risposta è stata data. Fare concorsi per gli amministrativi. Investire in modo razionale nell’informatica, mentre a oggi decine di uffici, tra cui il mio, non ha scorte informatiche.
Quindi se si rompe un pc o una stampante non possiamo sostituirli».
nicola gratteri a otto e mezzo
ALFREDO MANTOVANO E CARLO NORDIO - INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO FORENSE
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