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IN FORZA ITALIA È SCATTATA LA FAIDA – ORA CHE PIER SILVIO BERLUSCONI HA DI FATTO DATO IL BENSERVITO A TAJANI, IL GRUPPO DEI “LAZIALI”, FEDELISSIMI DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, È FINITO NEL MIRINO DELLE TRUPPE DEL NORD, CHE VOGLIONO PRENDERE LE REDINI DEL PARTITO – DA UNA PARTE C’È LA “PORCHETTA MAGICA” DI TAJANI, DA PAOLO BARELLI A MAURIZIO GASPARRI. DALL’ALTRA CI SONO LETIZIA MORATTI, STEFANO BENIGNI, MATTEO PEREGO E ALESSANDRO CATTANEO – IL DAGOREPORT
Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”
Di rospi non ne ha digeriti poi tanti, che la sua è una carriera di tutto rispetto, ma la lezione la conosce bene: se proprio deve essere, quando capita, è meglio fare presto e ingoiarli da girini.
Prendete per esempio la battaglia per il Coni. Lui sta con Luca Pancalli e contro Giovanni Malagò, e invece vince a mani basse Luciano Buonfiglio. Ma non resta certo lì a masticare amaro: «Con Buonfiglio non ho nessun problema di carattere personale — dice —. E poi nello sport chi arriva primo ha sempre ragione».
Eccolo qui Paolo Barelli, classe 1954, da Roma. Campione in piscina, da ragazzo, di quelli che fanno cento metri con il petto che scoppia. Potente presidente della Federazione nuoto, ma, forse, soprattutto politico cresciuto nell’allevamento di Silvio Berlusconi, capogruppo dei deputati di Forza Italia, primo cavaliere di Antonio Tajani, nonché, apriti cielo, luogotenente della banda dei laziali.
Che poi sono quelli, guidati dal segretario, che hanno il merito di aver salvato il partito dall’essere divorato dopo la morte del padre fondatore. Ma sono pure quelli, versione dell’accusa, che tengono in pugno il potere senza guanto di velluto, che seminano come il prezzemolo le loro facce in tv, che fanno crescere i giovani con calma e per piacere, che tanto ci sarà tempo.
Sono loro che si ritrovano il dito un po’ puntato contro, dopo che Pier Silvio Berlusconi li ha definiti magari bravissimi, ma aggiungendo che c’è bisogno di gioventù, di aria nuova.
Insomma, è arrivato per loro il tempo dei girini? Un po’ lo spera la banda dei lombardi, che si sente defraudata dell’antico fasto, a partire da Letizia Moratti fino a Stefano Benigni, a Matteo Perego, ad Alessandro Cattaneo. Pure molti dei lombardi, però, non sono mica di primo pelo. [...]
Paolo Barelli, si è detto, che con Tajani ha stretto anche un patto di sangue, visto che suo figlio Gianpaolo ha sposato la figlia di Antonio, Flaminia. E che nell’albero genealogico ha pure una zia in odore di santità, Armida Barelli, dichiarata beata da papa Francesco.
Poi c’è Francesco Battistoni, che di anni ne ha 58 ed è nato a Montefiascone ed è residente a Proceno, in provincia di Viterbo, dove è stato anche sindaco. Si è laureato in Scienze politiche all’Università Niccolò Cusano, ed è lui l’uomo macchina, il responsabile dell’organizzazione di Forza Italia, centrale in un partito che moltiplica le iniziative sul territorio.
Perché c’è da riconoscerlo, Antonio Tajani non si affida solo ai social, e punta a veder crescere il tesseramento, come facevano i partiti di massa di una volta. Altro personaggio è Alessandro Battilocchio, che di anni ne ha 48, ed è il giovincello del gruppo.
È nato a Roma ma vive a Tolfa, si è laureato in giurisprudenza alla Luiss, è deputato ed è stato nominato responsabile dell’ufficio elettorale di Forza Italia per volere del padre nobile.
Claudio Fazzone ha quasi 64 anni e viene da Fondi, che è sì un comune in provincia di Latina, ma anche il suo personale feudo elettorale, che lo ha riportato a fare il senatore alle ultime elezioni. Maurizio Gasparri compirà gli anni tra una settimana e saranno 69, lui è nato a Roscigno in provincia di Salerno ma è romano d’adozione, si è diplomato al liceo Tasso prima di buttarsi in politica, ed è capogruppo di Forza Italia al Senato.
E siccome ne ha fatte più di Carlo in Francia è quasi inutile raccontarlo, se non per ricordare che proprio a lui si è rivolto Pier Silvio, con tanto di nome e cognome, parlando della necessità di volti nuovi.
Romano per cooptazione, perché in realtà è nato a Narni, in provincia di Terni, 52 anni fa, è anche Raffaele Nevi, che è il portavoce del partito, nonché titolare di una importante azienda di suinicola, dove i maiali non sono in gabbia ma grufolano per i prati. Sarà per lui che la banda dei laziali viene definita, il copyright è di Simone Canettieri del Foglio, la «porchetta magica»?
Insomma, Silvio Berlusconi aveva il cerchio magico, che spesso cambiava facce e delfini, Matteo Renzi si circondava con il Giglio, il pacchetto di mischia di Schlein di magico ha il tortellino, e il gruppo di Tajani ha la porchetta. Gioc hi di ruolo, la sfida continua.
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