IN NOMINE LORO: IL GOVERNINO “CUCE” LE NUOVE REGOLE SU MISURA PER I SOLITI NOTI - POSSIBILE RIBALTONE IN CDP

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R. Dimito per Il Messaggero

Requisiti di professionalità e onorabilità con vincoli stringenti, ma anche governance snelle, compensi ridotti. Il Parlamento ha preso l'iniziativa di fissare i criteri per le nomine al vertice di gruppi pubblici come Fs e Finmeccanica, ma di fondi d'investimento come F2i. In totale 190 poltrone che a breve dovranno essere rinnovate. Negli ultimi giorni presentate in Senato tre mozioni: una da M5S, una dalla Lega e una dalle larghe intese. Quest'ultima dovrebbe costituire la bussola che orienterà le scelte del governo.

La proposta reca la firma di 17 senatori di Pd, Pdl, Scelta civica, Gal e ieri sera è stata messa a punto, in un confronto fra Renato Schifani e Luigi Zanda, la versione finale che finirà oggi pomeriggio in aula. Un vertice servito per le ultime limature specie sulle parti più sensibili relative ai carichi pendenti e alla rinnovabilità dei mandati. Il Pdl si sarebbe impuntato facendo depennare, dal testo, il comma c) relativo all'introduzione del limite di tre rinnovi: in questo modo strada spianata a Mauro Moretti per il terzo rinnovo alla guida delle Fs, a Massimo Sarmi, dal 2002 al timone delle Poste in scadenza nel 2014, assieme a Fulvio Conti e Paolo Scaroni, entrambi dal 2005 al volante di Enel e Eni.

Depennato anche il limite di età (70 anni) per la carica di presidente: se ne potrebbe avvantaggiare Giovanni Castellaneta per Finmeccanica. Il tetto è invece presente negli statuti di società importanti come Mediobanca e Generali.
L'altro punto controverso è quello fissato nel comma a) che potrebbe essere rivisto: prevedeva una causa di ineleggibilità per i rinviati a giudizio, o per chi abbia patteggiato la pena o abbia commesso certi tipi di reati (contro la Pa, fede pubblica, patrimonio e ordine pubblico). Non potranno ricoprire incarichi societari i membri del Parlamento italiano ed europeo, e dei Consigli regionali.

POSSIBILE RIBALTONE IN CDP
Nelle società partecipate dallo Stato direttamente e non, per una distinzione di ruoli, va precisato che le deleghe operative retribuite saranno riservate all'ad la cui scelta deve avvenire con parametri rigidi: esperienza per un periodo congruo in incarichi di analoga responsabilità, esperienza nel settore industriale di riferimento, autorevolezza adeguata alla carica, assenza di conflitti di interesse. Chi deve fare il presidente, invece, dovrà avere adeguato equilibrio derivante da competenze giuridiche, finanziarie, industriali, autorevolezza anche in relazione alla mancanza di conflitti di interesse.

I cda vanno ridotti di numero (3-5 membri) e i compensi parametrati a quelli del primo presidente di Cassazione con limiti alle buonuscite. Per le società controllate direttamente vanno pubblicate le posizioni in scadenza sul sito del Mef almeno 60 giorni prima e l'istruttoria sulle candidature in corso. Le designazione passeranno al vaglio di un comitato di garanzia formato da personalità di riconosciute capacità e competenze.

Infine, al ministero dell'Economia si sta valutando di far dimettere i cinque alti dirigenti nominati nel cda della Cdp: questo per evitare il rischio che la Cassa possa essere attratta nel perimetro relativo al debito pubblico. D'altronde, già quando Vittorio Grilli procedette alle nomine, le fondazioni, azioniste al 30%, sarebbero state informate del possibile ribaltone da parte del nuovo ministro.

 

 

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