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IN PUGLIA LA NOTTE DEI LUNGHI COLT-ELLY! STASERA ALLA FESTA DELL’UNITA’ DI BISCEGLIE ARRIVA ELLY SCHLEIN. MA L’ACCORDO PER LA CANDIDATURA DI DECARO A GOVERNATORE ANCORA NON C’E. LUI INSISTE A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DI VENDOLA, DOPO AVER INCASSATO QUELLO DI EMILIANO. MA NICHI NON NE VUOLE SAPERE. E TRA I SUOI FEDELISSIMI PREVALE L’IDEA CHE DECARO RIMARRÀ PER ORA A BRUXELLES VISTO NON VUOLE VEDERE LIMITATE LE SUE AMBIZIONI NAZIONALI IN VISTA DEL CONGRESSO, QUANDO C’È CHI NON ESCLUDE POSSA DECIDERE DI SFIDARE LA SCHLEIN - BOCCIA COME POSSIBILE PIANO B DI ELLY…
Claudio Bozza per il “Corriere della Sera” - Estratti
Bari «C’è o non c’è?». Per stasera a Bisceglie l’attesa è spasmodica. In stile Stranamore , come quando Alberto Castagna in tv apriva la porta per capire se l’innamorata fuggita aveva deciso di tornare o meno tra le braccia del fidanzato.
L’appuntamento, oggi, non sarà in tv, ma sul palco della Festa dell’Unità nella città patria del prof Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato e gran ciambellano in questa «Dinasty pugliese», macchiata da veti e vendette politiche.
L’appuntamento è per le 20, quando la segretaria del Pd Elly Schlein dovrebbe salire sul palco con Antonio Decaro, per annunciare la sua candidatura a governatore. Il condizionale è d’obbligo.
schlein decaro boccia emiliano
Perché, quest’ultimo, come ormai noto ha puntato i piedi e non intende scendere in campo se dopo il presidente di Regione uscente Michele Emiliano (ex Pd) non ritirerà la sua candidatura da consigliere anche Nichi Vendola (Avs), che pure lui aveva già guidato la Regione dal 2005 al 2015.
Ai vertici del Partito democratico non fanno previsioni, ma la tensione è altissima e la leader Schlein sta lavorando senza sosta per provare a evitare quella che sarebbe una figuraccia su larga scala. Salire sul palco di Bisceglie senza Decaro al proprio fianco appare impensabile. Come spiegarlo ai militanti? E agli alleati del Campo largo?
Tutto sembrava talmente a posto, che già una decina di giorni fa, dalla sede del Pd, era filtrato l’annuncio chiave: il 5 settembre, a Bisceglie, era fissata una «Decaro night», per incoronare il già sindaco di Bari, che da queste parti viene quasi venerato, così come testimonia il mezzo milione di preferenze conquistate alle Europee del giugno 2024.
Se tra i fedelissimi di Decaro prevale l’idea che «Antonio rimarrà davvero a Bruxelles», al Nazareno si lavora senza sosta e sempre nel solco del mantra della segretaria: «Testardamente unitari». Mediazioni ieri sera a cena e tentativi di ammorbidire la posizione di «Antonio», fino all’ultimo minuto, confidando che salga sull’aereo per scendere a casa. Schlein è rimasta di stucco dall’ultimatum di Decaro, visto che lei stessa aveva ottenuto con ostinazione il ritiro di Emiliano dalla corsa per le Regionali, un risultato politico che non era affatto scontato.
E chi l’avrebbe mai detto che il «Patto della frisella» siglato a cena quella sera di maggio tra «Michele», «Antonio» e «Francesco» si sarebbe sbriciolato all’improvviso, proprio quando si dava per scontato che tutti gli astri (politici) si fossero allineati. Ma ancora una volta il Partito democratico è finito in uno dei suoi tipici vortici fratricidi.
E stavolta, il braccio di ferro per la candidatura a governatore della Puglia si è aggravato, perché si sono aggiunti veti e veleni tra passato e futuro, tra padri politici (Vendola ed Emiliano), il figlio «mediatore» Boccia e quello diventato improvvisamente ribelle: Decaro, appunto.
Al Nazareno non azzardano previsioni sul finale di questa imprevista telenovela.
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decaro conte boccia schlein manifestazione contro meloni piazza santi apostoli
Il sostituto in cima alla lista? Francesco Boccia da Bisceglie. L’ex ministro non farebbe certo i salti di gioia, ma se la segretaria gli chiedesse di fare il salvatore della patria sarebbe difficile dirle di no.
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DECARO TIENE IN BILICO SCHLEIN IL PD NON HA UN’ALTERNATIVA
Lisa Di Giuseppe per “Domani” - Estratti
Un’attesa col fiato sospeso. Il Partito democratico è appeso ad Antonio Decaro, candidato designato – «il più forte», ha detto la segretaria Elly Schlein – ma che non ha ancora sciolto la riserva sulle sue intenzioni.
VINCENZO DE LUCA - ANTONIO DECARO - MICHELE EMILIANO
Ma il tempo stringe: è vero che alle urne mancano ancora diverse settimane, ma i dem avevano già messo in conto di aprire la campagna elettorale dal palco di Bisceglie su cui questa sera saliranno proprio la segretaria e l’eurodeputato che nei giorni scorsi ha ottenuto il passo di lato del suo padre politico, Michele Emiliano.
Le malelingue suggeriscono che è stato proprio il gesto del presidente di regione uscente a svelare il bluff di Decaro. «Ha puntato troppo forte sul fatto che Emiliano non si sarebbe fatto da parte, adesso non ha più alibi per non correre». Perché per i suoi detrattori la verità è sempre stata che Decaro, di correre, non ha mai avuto davvero intenzione.
Per gli uomini del presidente uscente, l’ex sindaco di Bari ed eurodeputato Pd, «nonostante sia una partita già vinta a tavolino perché a destra le liste sono disastrate e un nome veramente competitivo non c’è, ha paura di venire “parcheggiato” in regione».
Tradotto: Decaro non vuole vedere limitate le sue ambizioni nazionali in vista del congresso, quando c’è chi non esclude possa decidere di sfidare la Schlein.
E così ha deciso di porre un altro ostacolo tra sé e la candidatura (per i più maliziosi, «l’ultimo alibi»): la candidatura di Nichi Vendola. Un paletto che, secondo i beninformati, rischierebbe anche di inimicargli il popolo dem pugliese, non del tutto ostile a un rimescolamento nel post-Emiliano ma tutto sommato benevolo nei confronti dell’esponente di Avs.
Senza contare che Avs difficilmente a questo punto, con il traguardo della soglia di sbarramento del 4 per cento a portata di mano, può permettersi di rinunciare ad avere l’ex presidente in lista. Non solo, Schlein non ha certo intenzione di logorare ulteriormente i rapporti, già complicati dalle tensioni per le regionali in Calabria e in Puglia, con gli alleati.
Intanto, chi ha avuto modo di saggiare gli umori di Schlein parla di un’insofferenza crescente nei confronti di una situazione che poteva essere chiusa tempo fa. E a cui, almeno al momento, non ci sono alternative, visto che a nessuno viene in mente un nome che non sia quello di Decaro: Vendola, che pure era stato tirato in ballo negli ultimi giorni, non avrebbe intenzione di rimettersi in gioco, e allo stesso modo anche il biscegliese Francesco Boccia, pur coinvolto più di altri in questa vicenda, non sembra intenzionato a lasciare la guida del gruppo del Pd al Senato.
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