DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
M.Ima. per il Corriere della Sera
Se ci fossimo parlate prima. Alla fine rimarrà soprattutto il rimpianto per una occasione persa. Se lo sono anche dette in un doppio colloquio telefonico, Chiara Appendino e la presidente di Torino Musei Patrizia Asproni che ieri una intervista al Corriere della Sera ha rassegnato le sue dimissioni dopo essere stata attaccata dalla sindaca per la mancata mostra di Manet, che intanto ha preso la strada di Milano.
Ma ormai è troppo tardi. Le cortesie sabaude sono durate lo spazio di pochi minuti. Le sportellate reciproche sono andate avanti tutto il giorno, con la politica cittadina e in parte nazionale che intanto si schierava, con il Pd che ha avuto buon gioco ad attaccare l' amministrazione targata M5S che finora era considerata virtuosa.
«Asproni ha mostrato un atteggiamento totalmente inadatto a una carica amministrativa di alto profilo» ha caricato la sindaca. «La mia indignazione per il trattamento ricevuto resta evidente, così come la mia indisponibilità a restare» è stata la replica della manager.
Il ramoscello d' ulivo del ritiro della mozione di sfiducia nei suoi confronti evocato dalla sindaca non è bastato. Arrivederci a mai più, a quanto pare.
Il danno ormai è fatto, all' immagine di una città che in questo momento della sua storia recente non ne avrebbe proprio bisogno. Quel che resta è la corsa a mostrare di essere nel giusto, a gettare la colpa sull' altra. Dal cassetto del Comune esce una lettera firmata da Massimo Vitta Zelman, presidente di Skira, che avrebbe dovuto collaborare alla mostra di Manet. «Non esiste alcuna preclusione alla continuazione del rapporto di collaborazione con la città di Torino». La lettera prosegue con una postilla che confermerebbe anche quanto sostenuto da Asproni, Manet era solo un' ipotesi.
«Per quel progetto non sussistevano a Torino i tempi, gli spazi e le condizioni, tanto che l' iniziativa è stata destinata a ad altra collocazione». Appendino insiste a dire che doveva essere informata a tempo debito, Asproni ribadisce di non aver mai avuto la possibilità di udienza o di colloquio.
La perdita di Manet e le dimissioni della presidente di Torino Musei toccano il nervo scoperto di una città e della sua nuova amministrazione. La Regione Piemonte a trazione democratica lamenta la mancanza di indirizzo e di assertività della sindaca, non solo sulle questioni culturali, ma anche sul tema ancora più delicato delle infrastrutture.
«Non fa il bene della città» dice tra gli altri l' assessore Antonella Parigi. S' avanza un nuovo fronte, quello della Fondazione Cultura creato dall' ex sindaco Piero Fassino per raccogliere sponsorizzazioni e fondi.
Appendino e M5S la vogliono chiudere. A Sergio Chiamparino non sembra una buona idea. La luna di miele della nuova sindaca e la concordia istituzionale sono già finite.
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