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Tullio Giannotti per l'ANSA
Nel giorno in cui il vertice G7 di Biarritz sembrava avviato senza sussulti a una conclusione senza risultati, Emmanuel Macron ha tirato fuori dal cilindro un colpo a sorpresa: nel primo pomeriggio, è atterrato sulle piste del piccolo aeroporto della cittadina basca un Airbus A321 ufficiale della Repubblica iraniana. Nel pieno di una delle trattative più difficili, è sbarcato a sorpresa Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri di Teheran, reduce da un tour nelle capitali europee. Colpo a sorpresa riuscito, dopo una mattinata che proprio sul tema del nucleare iraniano aveva avuto il suo momento più difficile con l'annuncio del conferimento a Macron di una sorta di mandato a trattare con Teheran da parte dei paesi del G7, seguito dalla ruvida smentita di Donald Trump: "Io non ho mai affrontato l'argomento".
Fonti europee, a metà giornata, avevano precisato che sull'Iran non si era andati avanti di un centimetro: "C'è soltanto accordo sul fatto che Teheran non debba avere armi nucleari e sulla necessità di evitare un'escalation nella regione". Sul modo di arrivarci e in particolare sul modo per salvare l'accordo sul nucleare iraniano, nessun passo avanti. Alta tensione anche sui dazi: "Quello che ha fatto la Cina è vergognoso, mi rammarico di non aver aumentato ancora di più le tariffe", è stata l'uscita odierne del capo della Casa Bianca nel mezzo di un coro di voci contrarie. "La guerra dei dazi può rendere tutti meno competitivi", ha lanciato l'allarme Giuseppe Conte. "Siamo per la pace commerciale", ha fatto eco Boris Johnson.
Con Shinzo Abe, invece, Trump ha annunciato di aver trovato un accordo "di principio" fra Stati Uniti e Giappone. A segnare il passo anche il negoziato sull'ipotetico rientro della Russia nel G7, ipotesi che era stata auspicata, pur con accenti diversi, da Donald Trump ed Emmanuel Macron: i sette grandi sono d'accordo nel "rafforzare il dialogo e il coordinamento" sulle crisi che li hanno portati a separarsi dalla Russia ma ritengono che sia "troppo presto" per riportare Vladimir Putin nel gruppo e resuscitare il formato G8 già l'anno prossimo per il vertice americano. La scena, a quel punto, se l'è presa tutta Zarif con il suo coup de theatre, ovviamente su invito del presidente Macron che aveva comunicato la sua iniziativa ai partner e soprattutto a Trump già ieri nel pranzo a due davanti all'oceano.
Zarif, che venerdì era stato all'Eliseo su invito di Macron a studiare ogni ipotesi per convincere Trump ad ammorbidire le sanzioni Usa all'Iran, è stato ricevuto prima dal ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian, poi dallo stesso Macron, mentre nessun incontro si è tenuto con esponenti americani. Il tentativo di salvare la trattativa è "difficile, ma vale la pena provarci", ha fatto sapere il capo della diplomazia iraniana, mentre l'Eliseo ha parlato di "discussioni positive che continueranno".
Il vertice di Macron - che in serata ha visto di nuovo tutti i capi di Stato e di governo a una cena di gala davanti al tramonto sul mare, stavolta con le consorti - non sembra però poter essere salvato dall'improvvisata di Zarif. Come ampiamente previsto, le posizioni sui principali temi non sono cambiate, nonostante i ripetuti tentativi del capo dell'Eliseo di smuovere le acque, prima lanciando la grande iniziativa sull'Amazzonia - unico tema a raccogliere davvero adesione unanime sull'invio immediato di aiuti - poi con le mosse di oggi sull'Iran. Conclusione attesa per oggi, senza dichiarazione finale.
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