
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
1. ARRIVA L’INGIURIA VIA SOCIAL NETWORK
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Occhio a non far slittare la frizione verbale quando si discute animatamente su Twitter. Perché per una leggerezza, digitata in un attimo, si rischia di finire dritti a processo in Tribunale se una Procura, come ora quella di Pavia in un caso che riguarda il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, ritiene di poter contestare in via analogica anche ai 140 caratteri sul social network la tipicità invece del reato di «ingiuria»: quello che punisce (con la reclusione fino a 6 mesi o con 516 euro di multa) chi offende l’onore o il decoro di una persona presente, o lo fa «mediante comunicazione telegrafica o telefonica, o con scritti o disegni diretti alla persona offesa».
selfie facce di bronzi con gasparri e mussolini
In assenza di specifica giurisprudenza sul tema (e anzi forse con indirette indicazioni contrarie in una Cassazione che trattava però di diffamazione su Facebook), si annuncia dunque giuridicamente interessante il processo che il 21 settembre vedrà comparire in aula davanti al Giudice di pace pavese Gasparri, citato a giudizio dal vice procuratore onorario Laura Nicolini dopo la querela sporta dall’avvocato Carlo Melzi d’Eril contro il parlamentare di Forza Italia per conto di Riccardo Puglisi, ricercatore di Economia alla facoltà di Scienze Politiche di Pavia e oggi nella direzione nazionale di «Italia Unica», il movimento politico di Corrado Passera.
Il 25 agosto 2013 la direttrice di un giornale online pubblica un tweet contenente il link «Trattativa Stato-mafia: il ministro Conso del governo Amato alleggerì il 41 bis per 334 boss». L’onorevole Gasparri ribatte che in realtà sarebbero stati «Ciampi e Scalfaro colpevoli della resa alla mafia». Un utente, nel difendere Ciampi con un tweet, rende visibile la sequenza anche a Puglisi, che così legge pure la replica di Gasparri: «Quella di Ciampi è una parte sbagliata, affondò la lira e si arrese alla mafia».
A questo punto Puglisi, dicendosi da sempre estimatore di Ciampi, prima domanda via tweet dove poter trovare le critiche di Gasparri in maniera più estesa, e poi con un altro tweet («mi ricordo quando @gasparripdl prese “mercati interbancari” x “mercati dei Balcani”») ironizza su quando nel 1996 a suo avviso il politico di destra aveva agganciato a quell’equivoco la critica alla presunta matrice di cultura comunista est europea del premier Prodi.
FRANCESCO STORACE E MAURIZIO GASPARRI SELFIE
Ed è a questo punto che Gasparri, utilizzando il servizio di messaggeria privata di Twitter, indirizza un messaggio chiuso a Puglisi: «Ignorante presuntuoso fai vomitare». Puglisi lo ritwitta alla comunità e insieme ripropone in un altro tweet l’argomento che aveva scatenato le ire di Gasparri, che via tweet rincara contro Puglisi: «Si ricordi che ha scritto il falso ed è stato querelato».
Questo non è vero, come il 21 febbraio 2014 lo stesso Gasparri (difeso dall’avvocato Renato Manzini) spiega in spontanee dichiarazioni, precisando di «aver soprasseduto a denunciare Puglisi per non sovraccaricare uffici giudiziari che hanno ben più gravose incombenze alle quali adempiere»: anzi, «preliminarmente mi scuso per i toni utilizzati nella discussione» con Puglisi, toni che il vicepresidente del Senato addebita «alla concitazione del momento».
GASPARRI SELFIE CON ELISABETTA GARDINI
E da malinteso ingiuriante a mezzo di Twitter si dichiara invece magnanimo ingiuriato sempre tramite Twitter, «da altri soggetti che non ho mai denunciato» benché «da essi abbia ricevuto insulti e minacce di più grave tenore»: e consegna un pacco di stampate di irriferibili messaggi ricevuti sui suoi profili Twitter e Facebook provenienti da firmatari per esteso, da anonimi o da pseudonimi.
2. GASPARRI: SE DENUNCIASSI CHI MI HA INSULTATO VIVREI DI RENDITA
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
twitter tutti contro gasparri 2
«Ma quale rinvio a giudizio? A me non risulta. Lo dovrei pur sapere no?».
Gasparri, si ricorda la vicenda? Lo scambio di tweet con Riccardo Puglisi.
«Certo che ricordo. Avevo scritto che Ciampi ha affondato la lira e cancellato il 41 bis ai boss. Questo signore cominciò a insultarmi».
E lei gli scrisse: «Ignorante presuntuoso mi fai vomitare».
«Manco me lo ricordo cosa risposi. Fatto sta che mi arrabbiai e minacciai di denunciarlo. Lui se la fece sotto e mi denunciò. Allora io andai in questura a Roma».
E cosa fece?
«Depositai la collezione di insulti e dissi al questore: “Signori, che vogliamo fare?”».
E il questore?
«Si fece una risata».
E ora?
«Ora se è vera questa storia, torno dal nuovo questore. Ma è pazzesco, è una fesseria sesquipedale, son cose ridicole, fanno ridere i polli».
Ammetterà di esagerare ogni tanto su tweet. Hanno scritto di lei che è un «cyberbullo».
«Io replico a chi mi molesta e mi insulta. Ogni tanto ci sta che rispondo. Ma il rapporto è di uno a mille».
Fedez l’ha denunciata.
«E io anche. Lui mi ha chiesto 100 mila euro perché gli ho dato del coniglio. Poi ho digitato i nostri nomi su Google e ho scoperto che mi aveva dato del maiale. Allora gli ho chiesto 500 mila euro».
E con Puglisi?
«Ma questa è una sciocchezza. Le pare che questura e procura si occupino di una roba del genere? Se va avanti questa inchiesta, chiederò che si facciano processi per tutti quelli che mi hanno insultato finora. Potrei campare di rendita con tutte le offese che ho ricevuto. Non l’ho fatto finora, ma se è così, ne faccio un caso. E vediamo come finisce».
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