IRAN ATOMICO - OGGI L’AIEA DOVREBBE CONFERMARE CHE TEHERAN GRAZIE ALL’AIUTO DI RUSSI, PACHISTANI E COREANI È PRATICAMENTE IN POSSESSO DI ORDIGNI NUCLEARI (GRAZIE AGLI “AIUTINI” STRANIERI) - ISRAELE, USA E GB MINACCIANO L’INTERVENTO PREVENTIVO, MA SI SCHERZA CON IL FUOCO. UNA GUERRA ALL'IRAN SAREBBE MOLTO PIÙ DIFFICILE E RISCHIOSA DI QUELLE IN AFGHANISTAN E IRAQ, E NON ESENTE DA E COSTI E PERICOLI PER L'ITALIA E TUTTO L’OCCIDENTE (AHMADINEJAD: “SIAMO CAPACI DI COMPETERE CON ISRAELE E CON L'OCCIDENTE, SOPRATTUTTO CON GLI STATI UNITI”)…

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1 - L'IRAN HA IN MANO L'ATOMICA GRAZIE AGLI «AIUTINI» STRANIERI
Rolla Scolari per "Il Giornale"

L'Iran sarebbe vicino alla costruzione della bomba atomica. Gli scienziati iraniani, grazie all'aiuto di colleghi russi, pachistani e nordcoreani avrebbe raggiunto il know-how e la tecnologia per creare un ordigno atomico. Lo ha rivelato ieri il Washington Post, che ha citato esperti nucleari occidentali. Secondo il quotidiano americano, sarebbe questo il contenuto del rapporto dell'Agenzia per l'Energia atomica internazionale che dovrebbe essere pubblicato in queste ore.

Un altro giornale, il britannico Financial Times, pubblica altre indiscrezioni legate ai documenti: l'Agenzia atomica sarebbe entrata in possesso di immagini satellitari importanti. Mostrerebbero un container di acciaio che potrebbe essere utilizzato per testare tecnologie ed esplosivi indispensabili per la costruzione di un ordigno atomico.

L'Iran vieta agli ispettori dell'Agenzia internazionale di visitare le sue installazioni nucleari, che secondo il governo di Teheran servirebbero soltanto scopi civili. Le informazioni contenute dunque nell'atteso rapporto sono il risultato della raccolta di dati e notizie ottenute attraverso servizi segreti internazionali.

Da giorni, fughe di notizie sui dettagli del documento hanno creato un clima di forte tensione, soprattutto in Medio Oriente. In Israele, le indiscrezioni sui preparativi del governo di Benjamin Netanyahu per un attacco preventivo contro le installazioni nucleari iraniane riempiono le pagine dei quotidiani nazionali.

Il premier e il suo ministro della Difesa, Ehud Barak, starebbero lavorando per ottenere una maggioranza interna alla coalizione di governo che garantisca il via libera per un'operazione militare, apparentemente sostenuta da molti ai vertici.

In una recente intervista, Shimon Peres ha detto che per fermare l'Iran nella sua corsa al nucleare Israele si starebbe muovendo più verso l'opzione militare che verso la soluzione diplomatica. Il Paese considera l'Iran, il cui presidente Mahmoud Ahmadinejad ha più volte detto di voler cancellare Israele dalla cartina geografica, una minaccia per la sua esistenza.

E se l'America negli scorsi giorni ha dichiarato che l'Iran è la minaccia maggiore anche per Washington e il britannico Guardian ha rivelato che pure l'esercito di Sua Maestà si starebbe preparando a un'eventuale intervento, gran parte della comunità internazionale è cauta e auspica di continuare sulla via delle sanzioni. La Russia, alleato di Teheran e da sempre contraria a un'azione bellica, ha fatto sapere tramite il suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, che ritiene un attacco militare «un serio errore», dalle «conseguenze imprevedibili".

La Francia preferisce insistere con le sanzioni. Il responsabile degli Affari esteri, Alain Juppé, teme che un'azione militare sia "destabilizzante per l'intera regione» mediorientale.
Tra le indiscrezioni, Teheran smentisce: il programma nucleare ha soltanto scopi civili, garantiscono i funzionari iraniani, mentre il governo attacca preventivamente il rapporto dell'Aiea: sarebbe parte di una cospirazione orchestrata da Stati Uniti e Israele per giustificare un attacco alle installazioni atomiche del Paese.

E in un'intervista al giornale egiziano Al Akhbar, Ahmadinejad avverte che l'Iran non si lascerà colpire: «Siamo capaci di competere con Israele e con l'Occidente, soprattutto con gli Stati Uniti».

2 - AFFARI, SOLDATI, PETROLIO: I 10 RISCHI DELLA GUERRA A TEHERAN
Gian Micalessin per "Il Giornale"

Adesso non si scherza più. O meglio si scherza con il fuoco. La pubblicazione, prevista per oggi, del rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica sul nucleare iraniano porta il mondo ad un passo dalla guerra con Teheran. Il timore che la Repubblica Islamica sia vicina alla costruzione del primo ordigno atomico rischia d'innescare l'azione d'Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma una guerra all'Iran non sarebbe né facile, né breve, né esente da rischi e costi per l'Italia. Ecco dieci ragioni per cui quella guerra fa molta più paura di quelle combattute in Afghanistan, Libia, Iraq o Kosovo.

1 - L'Italia è un paese della Nato e la base di Decimomannu in Sardegna è stata usata dagli aerei israeliani per addestrarsi al blitz. Una rappresaglia iraniana potrebbe colpire le nostre basi in Afghanistan occidentale, situate a pochi chilometri dal confine iraniano.

2 - Un blitz israeliano scatenerebbe la reazione delle milizie sciite di Hezbollah che colpirebbero con i loro missili lo stato israeliano. I nostri 1500 soldati impegnati come caschi blu nella missione Unifil e schierati lungo il confine meridionale del Libano si ritroverebbero tra l'incudine ed il martello.

3 - Nel 2010 le nostre aziende hanno esportato in Iran beni per 2.059 milioni di euro, cioè oltre due miliardi di euro. Un conflitto azzererebbe quelle entrate.

4 - L'azione destabilizzante delle milizie sciite filo iraniane sul fronte iracheno metterebbe a rischio gli investimenti realizzati dall'Eni nella provincia di Bassora dove la nostra compagnia ha vinto le commesse per lo sviluppo dei giganteschi pozzi di Rumaila e Zubair destinati a rimpiazzare proprio le importazioni di petrolio iraniano.

5 - Un singolo blitz, simile a quello con cui Israele distrusse nel 1981 il reattore nucleare iracheno di Osirak e nel settembre 2007 un impianto nucleare siriano, non sarebbe sufficiente. In Iran esistono oggi almeno 20 siti nucleari conosciuti, senza contare quelli sfuggiti all'Aiea e ai servizi segreti occidentali. Alcuni laboratori bunker per l'arricchimento dell'uranio, come quelli costruiti a 90 metri di profondità nel cuore di una montagna intorno a Qom, sono praticamente inattaccabili. A meno di non usare testate nucleari.

6 - L'immediata reazione messa a segno dagli alleati dell'Iran allargherebbe il conflitto rendendolo incontrollabile. I missili di Hamas ed Hezbollah colpirebbero Israele da sud e nord. Le milizie sciite destabilizzerebbero l'Iraq. La Siria, seppur minacciata da una rivolta interna, farebbe la sua parte di alleato di Teheran minacciando i confini turchi, giordani e iracheni. Al Qud, la brigata dei pasdaran specializzata nelle missioni oltreconfine attiverebbe le sue cellule in tutti i paesi alleati d'Israele e Stati Uniti.

7 - La guerra paralizzerebbe il Medio Oriente rendendo problematici i rifornimenti energetici. Il traffico navale nel Golfo Persico sarebbe minacciato dai barchini dei Guardiani della Rivoluzione. Il Bahrain, sede della base navale della Quinta flotta e di un comando strategico statunitense dovrebbe fare i conti con la rivolta della maggioranza sciita manovrata da Teheran. E anche l'Arabia Saudita dovrebbe misurarsi con i rischi di una sollevazione delle minoranze sciite.

8 - Lo scontro con Teheran non avrebbe la legittimazione dell'Onu. La Russia appaltatrice della centrale nucleare iraniana di Busher e la Cina grande importatrice di greggio iraniano imporrebbero il veto. L'occidente si misurerebbe con un'opinione pubblica poco disposta, dopo l'esperienza irachena, a credere alle rivelazioni sulle armi di distruzioni di massa.

9 - Per abbattere Gheddafi con la sola forza aerea la Nato ha impiegato 5 mesi. Piegare un paese di 75 milioni di abitanti grande 5 volte l'Italia senza un intervento di terra richiederà molto più tempo. L'attacco esterno rafforzerebbe il tradizionale nazionalismo, come dimostrò negli anni 80 la guerra innescata dall'Iraq. In Iran, infine, non esiste un'opposizione capace di garantire un cambio di governo.

10 - Gli Stati Uniti ed i loro alleati già provati dalla crisi economica e dal costo dell'impegno in Iraq ed Afghanistan uscirebbero ulteriormente provati mentre la Cina amplierebbe la propria potenza economica.

 

Mahmoud Ahmadinejad VISITA LA CENTRALE NUCLEARE DI NATANZ Mahmoud Ahmadinejad E IL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO AHMADINEJAD NELLA CENTRALE NUCLEARE ahmadinejad NUCLEARE netanyahu EHUD BARAKPUTIN E MEDVEDEVHamasHEZBOLLAH