DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Rapita a 17 anni e venduta al mercato delle vergini. Una ragazzina racconta l’incubo che lei e la sorella di 10 anni hanno vissuto per nove mesi sotto le grinfie dei miliziani dello Stato Islamico. Violenze e abusi sessuali, stupri di massa e punizioni terribili nel caso non volessero assecondare le richieste dei loro depravati padroni.
La giovane ricorda come i miliziani dell’ISIS la obbligassero a recitare le Sure del Corano mentre la molestavano. Ora è in cinta di un guerrigliero di origini cecene che si fa chiamare Al-Russiyah, e non riesce a smettere di svegliarsi nel cuore della notte pensando a quella terribile prigionia. “Era come scegliere tra la morte e morte...”.
ISIS a caccia di donne:
La giovane fu rapita lo scorso agosto durante la conquista di Shingal, in nord Iraq, venne incappucciata e portata dai guerriglieri a Raqqa, la capitale dello Stato Islamico. Qui, insieme ad altre decine di ragazze, è stata sottoposta ad alcuni esami per verificare la sua verginità.
Poi è stata portata insieme alle altre in una stanza dove erano presenti 40 uomini, che tramite un cenno sceglievano le loro future concubine. Lei, la sorella e altre due ragazzine vennero comprate nel giro di 10 minuti dal ceceno Al-Russiyah. È stato l’inizio di una terribile routine dalla quale era impossibile sottrarsi.
le donne yazidi vendute come schiave sessuali
Ogni giorno il loro padrone le faceva spogliare, le annusava una ad una e poi decideva con chi voleva fare sesso, chi non veniva scelta si trovava a dover soddisfare gli uomini della scorta che, se possibile, erano peggio di Al-Russiyah.
Resistere era inutile: un giorno un uomo della scorta le ustionò una gamba con acqua bollente mentre lei cercava di sottrarsi allo stupro. “Eravamo costrette a cucinare, pulire e fare tutto quello che ci dicevano. Dovevamo obbedire a tutti gli ordini e a volte ci facevano anche cantare e ballare”.
mercato delle schiave sessuali
Lo scorso aprile, Al-Russiyah e la sua scorta vennero uccisi dai Peshmerga vicino a Shingal, e le ragazze poterono finalmente fuggire. “Alcune di noi erano talmente spaventate che sono tornate da quelli dell’Isis - racconta la 17enne - una ragazza è stata catturata mentre cercava di fuggire ed è stata punita con il taglio delle gambe”.
Lei invece è stata fortunata ed è riuscita a tornare a casa, ma le difficoltà non sono finite. La comunità Yazida di cui fa parte è molto patriarcale e le donne rapite dall’Isis sono considerate impuro. Ora sta seriamente pensando di abortire dopo che lo zio ha minacciato di ucciderla se avesse subito degli abusi da parte dei miliziani dello Stato Islamico.
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