MEDIORIENTE DI FUOCO - ISRAELE ARRESTA SEI ESTREMISTI EBREI, ACCUSATI DI AVER BRUCIATO VIVO IL RAGAZZO PALESTINESE. MA NETANYAHU PRECISA: “NOI PROCESSIAMO I KILLER, I PALESTINESI LI ESALTANO NELLE SCUOLE”

NETANYAHU AL FUNERALE DEI RAGAZZI RAPITINETANYAHU AL FUNERALE DEI RAGAZZI RAPITI

1. PALESTINESE UCCISO ISRAELE ARRESTA SEI ESTREMISTI EBREI

Maurizio Molinari per "La Stampa"

 

Almeno sei estremisti ebrei sono stati arrestati dalla polizia israeliana per l’omicidio del giovane palestinese Mohammed Abu Khdeir, bruciato vivo. Sono considerati terroristi e in quanto tali per dieci giorni saranno detenuti senza poter incontrare un legale.

 

La loro identità non viene divulgata perché l’intento della polizia è arrivare a sgominare l’intero network di complicità che ha consentito, giovedì scorso, di rapire Abu Khdeir mentre andava alla moschea di Shuafat, dopo aver tentato di sequestrare un altro bambino il giorno precedente. Uno degli arrestati - secondo quanto rivelano fonti del quotidiano on line Ynet – avrebbe confessato di aver partecipato all’omicidio e accusato i propri compagni.

 

israele   i tre ragazzi ebrei rapitiisraele i tre ragazzi ebrei rapiti

«Gli autori di questo crimine orrendo devono essere condannati con i termini più duri - ha commentato il premier Benjamin Netanyahu - e subiranno il potente impatto della legge perché nella società israeliana non c’è spazio per gli assassini, ebrei o arabi». Poche ore prime era stato il presidente di Israele, Shimon Pers, a dire da Sderot: «Non c’è differenza fra sangue e sangue, un killer è un killer e sarà punito con la forza della legge perché siamo uno Stato di diritto».

 

Gli apparati di sicurezza si preparano ad una stretta contro gli estremisti che giovedì scorso, all’indomani della sepoltura a Modiin delle salme dei tre ragazzi ebrei rapiti in Cisgiordania, avevano manifestato a Gerusalemme simulando una «caccia all’arabo». «L’assassinio di Abu Khdeir è stato un atto malato - afferma Yithak Aharonovitch, ministro della Pubblica sicurezza - e non ci fermeremo finché tutti i responsabili non avranno pagato davanti alla legge».

 

Alla vigilia degli arresti era stato il capo del Mossad, Tamir Pardo, a far sapere dalle colonne di «Haaretz» la propria opinione sui disordini a Gerusalemme Est seguiti all’uccisione di Abu Khdeir: «Il problema palestinese è una minaccia esistenziale per Israele più seria del nucleare dell’Iran».

 

Abu MazenAbu Mazen

Saranno le prossime ore a dire se le proteste di palestinesi e arabo-israeliani si placheranno dopo gli arresti. La madre del ragazzo ucciso, Suha Abu Khdeir, non mostre fiducia nella giustizia israeliana: «Faranno loro qualche domanda e poi li manderanno a casa, dovrebbero distruggere le case come fanno con i nostri».

 

La rabbia della famiglia Khdeir si deve anche a quanto avvenuto a Tariq, 15enne cugino della vittima, picchiato con forza dagli agenti durante i disordini a Shuafat sollevando una richiesta di «chiarimenti» da Washington, in ragione del fatto che è cittadino americano. Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, ha chiamato il Segretario generale dell’Onu Ban Ki moon chiedendo «un’inchiesta sui crimini commessi da Israele». La replica di Netanyahu è stata immediata: «Noi processiamo i killer, i palestinesi ne esaltano le gesta nelle scuole».

 

Intanto a Hebron, l’esercito ha arrestato Hassam Dopash considerato un fiancheggiatore dei sequestratori dei tre ragazzi uccisi. Le indagini su rapimenti e delitti spingono Netanyahu a dare tempo ai mediatori egiziani affinché negozino una tregua con Hamas a Gaza: «Serve contenimento davanti agli attacchi».

 

2. QUEI NAZIONALISTI NUTRITI DALL’ODIO SFUGGITI AL CONTROLLO DI NETANYAHU

Maurizio Molinari per "La Stampa"

 

Amos Oz li paragona ai neonazisti, l’ex leader degli insediamenti Dany Dayan li definisce «un disastro morale», i grandi rabbini di Israele li hanno messi all’indice e il Dipartimento di Stato Usa li ha inseriti nel rapporto annuale sul terrorismo, ma il governo Netanyahu non è riuscito a debellare gli estremisti ebrei di «Price Tag» e l’omicidio del giovane Mohammed Abu Khdeir dimostra che sono diventati una minaccia per la sicurezza interna.

 PROTESTE VICINO A CASA DI Mohammed Abu Khdair IL RAGAZZO PALESTINESE UCCISO PROTESTE VICINO A CASA DI Mohammed Abu Khdair IL RAGAZZO PALESTINESE UCCISO

 

La definizione di «Price Tag» risale al 2005, quando alcuni gruppi contrari al ritiro dalla Striscia di Gaza ordinato dal premier Ariel Sharon scelsero di «far pagare agli arabi» la demolizione di insediamenti illegali come quello di Amona. In quello stesso anno due soldati - residenti a Sharfam e Shiloh - fecero fuoco su gruppi di palestinesi uccidendone 8 e ferendone altri 20.

INDAGINI DELLA POLIZIA SULL OMICIDIO DEL RAGAZZO PALESTINESE Mohammed Abu KhdairINDAGINI DELLA POLIZIA SULL OMICIDIO DEL RAGAZZO PALESTINESE Mohammed Abu Khdair

 

«Ogni volta che un insediamento viene evacuato risponderemo» disse Itay Zar, residente nei caravan illegali di Havat Gilad, per spiegare la politica del «Price Tag» cresciuta di dimensioni fino a far registrare nel 2013 - secondo il rapporto del Dipartimento di Stato sul terrorismo nel mondo - 399 attacchi contro «individui e proprietà arabe» tanto cristiane che musulmane.

 

Dagli agguati personali allo sradicamento di ulivi, dai sabotaggi di auto alle scritte offensive su moschee e chiese simili a quelle che il Vaticano denunciò come «odiose» alla vigilia della visita di Papa Francesco. Lo «Shin Bet», il servizio di sicurezza interna, stima che gli individui coinvolti siano «fra diverse centinaia e 3000» con la roccaforte nell’insediamento di Yizhar, dove la scuola religiosa Od Yosef Chai è stata individuata come «fonte di propagazione di odio».

 

Il governo Netanyahu si è occupato degli estremisti di «Price Tag» nel giugno del 2013 definendoli «organizzazione proibita», ma le misure adottate non si sono dimostrate efficaci, come il Segretario di Stato Usa John Kerry ha fatto presente al premier israeliano nella telefonata avvenuta dopo la scoperta della morte di Mohammed Abu Khdeir.

shimon peresshimon peres

 

La violenza dell’estremismo nazionalista ebraico segnò Israele a metà degli anni Novanta: nel 1994 con la strage di 29 palestinesi nella Tomba dei Patriarchi di Hebron firmata da Baruch Goldstein e poi, l’anno seguente, con l’uccisione del premier Yitzhak Rabin da parte di Yigal Amir. Ma se allora si trattò di singoli - al pari dei due soldati-killer nel 2005 - ora Abu Khdeir è stato ucciso da un gruppo, rivelando l’esistenza di cellule «che si sono formate grazie all’incitamento all’odio accumulato e ora si spingono fino agli assassinii» riassume uno stretto collaboratore del presidente Shimon Peres, chiedendo l’anonimato.

 

Le organizzazioni clandestine estremiste ebraiche degli anni Ottanta - come i Gush Emunim che attaccarono con bombe due sindaci in Cisgiordania - furono sgominate prima di essere in grado di realizzare i piani più pericolosi, mentre la cellula che ha rapito e ucciso il ragazzo di Shuafat ha beffato la sorveglianza dello «Shin Bet».

 

Amoz Oz li paragona ai «neonazisti europei» perché «proliferano nell’odio per il prossimo» e Alef Beth Yehoshua aggiunge: «Sono una disgrazia per il popolo ebraico». Resta da vedere quali misure il governo adotterà ora per sradicarli anche perché, secondo indiscrezioni, gli arrestati avrebbero alle spalle non solo l’estremismo di «Price Tag» ma quello degli hooligan del «Beit Har», la squadra di Gerusalemme.