senza soldi poverta

"L'ITALIA SI STA ALLONTANANDO DAGLI STANDARD EUROPEI SU ISTRUZIONE, LAVORO E POVERTÀ" - IL PRESIDENTE DELL'ISTAT, BLANGIARDO: "ERAVAMO GIÀ UN PAESE CON LIVELLI DI ISTRUZIONE PIÙ BASSI DEI PARTNER EUROPEI. LA PANDEMIA, CON LA CHIUSURA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI E UNIVERSITARI E LO SPOSTAMENTO VERSO LA DIDATTICA A DISTANZA, HA ACUITO LE DISUGUAGLIANZE" - PER L'ASPETTATIVA DI VITA SIAMO TORNATI AL 2009

Francesco Grignetti per "la Stampa"

 

gian carlo blangiardo

C'era un'Italia che lentamente migliorava le sue condizioni, ma la pandemia l'ha ricacciata indietro di dieci anni se non di più. L'ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e solidale, ovvero 152 indicatori per fotografare lo stato del Paese, è zeppo di cattive notizie. «Siamo un Paese che tende ad allontanarsi dagli standard europei - dice amaramente il presidente dell'Istituto di statistica, Gian Carlo Blangiardo, demografo di chiara fama - ma che cerca di resistere».

 

italia in europa

Le cose insomma vanno male. L'economia e la società sono quasi rattrappite sotto i colpi. Ma lo spirito è combattivo. Presidente Blangiardo, ci racconti gli italiani al tempo del virus. «Siamo consapevoli del momento difficile, ma cerchiamo di tenere. Molti indicatori vanno male. Eppure c'è chi in questo anno così drammatico ha riscoperto valori antichi, che erano stati frettolosamente accantonati. La vita in casa, ad esempio: non sono soltanto aumentate le liti - come qualcuno sostiene - ma c'è anche chi, e non sono pochi, ha riscoperto il piacere della vita familiare. Aumenta il numero dei libri che sono stati letti. Tanti hanno scoperto l'utilità della Rete».

 

anita iacovelli protesta davanti a scuola

Un anno drammatico con centomila decessi da Covid. Sono soprattutto anziani. Puntualmente il vostro rapporto segnala che l'aspettativa di vita è tornata indietro a quella di 10 anni fa. In media si perde un anno, ma è colpito soprattutto il Settentrione dove la speranza di vita senza distinzione di genere passa da 82,1 anni nel 2010 a 83,6 nel 2019, per scendere nuovamente a 82 anni nel 2020.

«È l'effetto di così tante morti in più. In Italia nel 2020 ci sono stati 746mila morti; erano 636mila l'anno prima. La differenza l'hanno fatta il Covid e i decessi correlati».

 

le varianti circolano a scuola

La mazzata è arrivata sugli anziani, ma anche i giovani risentono della pandemia.

«L'Italia era già un Paese con livelli di istruzione mediamente più bassi dei partner europei. La pandemia, con la chiusura degli istituti scolastici e universitari e lo spostamento verso la didattica a distanza, ha acuito le disuguaglianze. E cresce il divario digitale tra chi "smanetta" e chi non usa Internet».

 

Arretriamo sulla formazione. Scrivete che soltanto il 62,6% degli italiani tra i 25 e i 64 anni ha un diploma superiore (erano 54,8% nel 2010). Siamo 16 punti sotto la media europea. Né va meglio per l'istruzione universitaria.

gian carlo blangiardo al meeting di cl a rimini

«Il gap crescente con l'Europa sull'istruzione purtroppo va letto assieme alla crescita di un altro indicatore negativo: aumentano i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti "neet". Si è passati al 23,9% nel secondo trimestre 2020 contro il 21,2% nello stesso periodo del 2019. Specie nelle regioni del Centro-Nord, la ricerca stessa di lavoro ha subito una brusca interruzione. È un segno di debolezza del sistema».

Risulta anche all'Istat che il prezzo della crisi l'abbiano pagato soprattutto le donne? «Guardi, è evidente che il blocco dei licenziamenti, finché dura, sta proteggendo il lavoro a tempo indeterminato. Non è così per i contratti a termine, non rinnovati a scadenza. Quindi sì, sono stati colpiti soprattutto giovani e donne. Specie nel Mezzogiorno, ma ormai è un fenomeno anche del Nord».

a scuola con la mascherina

 

Un rosario di spine, questo vostro rapporto.

«C'è un forte calo del numero di occupati: 788mila in meno, tra i 20-64 anni, rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Aumenta la povertà. Da un anno all'altro, l'area del disagio si è allargata a 1 milione di persone, pari a trecentomila famiglie. Ormai si contano 5,6 milioni di poveri assoluti. Qui, sul piano della crescita, è stato colpito in particolare il Settentrione».

 

Il reddito di cittadinanza non ha funzionato?

scuola 5

«Nel 2019, primo anno di applicazione, aveva dato qualche risultato e infatti per la prima volta dopo anni il trend di crescita della povertà assoluta si era fermato e aveva invertito la tendenza. Nel 2020 non è bastato. Il crollo dei livelli di attività economica ha avuto effetti negativi sul reddito, sul potere d'acquisto e soprattutto sulla spesa per consumo. L'aumento della povertà si è concentrato su alcuni segmenti di popolazione e su alcuni territori».

 

Qualche luce di speranza?

«Aumenta la percezione di sicurezza. Diminuisce la quota di famiglie che considerano la zona in cui vivono molto o abbastanza a rischio di criminalità: sono il 22,6%; erano il 25,6% l'anno prima. Il 45% degli italiani si dice più che soddisfatto della sua vita. E c'è più attenzione alla vita politica, non fosse altro perché si vuole capire cosa sta succedendo e quali decisioni vengono prese per contrastare la pandemia».

 

le mense della caritas

2 - IL PESO DELLA PANDEMIA. PER L'ASPETTATIVA DI VITA SIAMO TORNATI AL 2009

Patricia Tagliaferri per "il Giornale"

 

Un anno di Covid ha cancellato i progressi degli ultimi dieci anni sull' aspettativa di vita degli italiani. La pandemia entra a gamba tesa nel rapporto dell' Istat sul Benessere equo e sostenibile, che come sempre propone una fedele fotografia del Paese. Un Paese ferito, in grande difficoltà, che avrà bisogno di tempo per risollevarsi. E che ha sempre meno fiducia nel futuro.

 

CROLLO ASPETTATIVA DI VITA

le file per le mense dei poveri

Il dato che colpisce di più è il crollo della speranza di vita, un arretramento non ancora concluso. L' evoluzione positiva che si era registrata tra il 2010 e il 2019, pur con evidenti disuguaglianze geografiche e di genere, è stata duramente frenata dal Covid. Al Nord il virus ha annullato i guadagni in anni ancora da vivere maturati nel decennio. Anche nelle altre aree del Paese è accaduto, ma solo parzialmente.

 

Se nel 2010 la speranza di vita alla nascita era di 81,7 anni e nel 2019 di 83,2, la stessa è crollata a 82,3 anni nel 2020. «La pandemia ha rappresentato una frenata o addirittura un arretramento in più di un settore della vita del nostro Paese.

Gli indicatori del rapporto hanno registrato impatti particolarmente violenti su alcuni progressi raggiunti in dieci anni dalla salute, annullati in un solo anno», spiega il presidente dell' Istat Gian Carlo Blangiardo.

i nuovi poveri del virus

 

PIÙ POVERI

L'epidemia, con i lockdown e le restrizioni che hanno danneggiato tante categorie, ha «colpito il sistema economico in forme e intensità allarmanti e imprevedibili». Lo stop delle attività ha avuto effetti negativi sul reddito, sul potere d' acquisto e soprattutto sulla spesa per consumo. I grafici dell' Istat mostrano come l' aumento della povertà non sia omogeneo, ma concentrato su alcuni segmenti di popolazione e su alcuni territori. Maggiormente colpite le famiglie con figli.

 

Si stima che oltre 5,6 milioni di individui siano in condizione di povertà assoluta, con un' incidenza media pari al 9,4%, dal 7,7% del 2019. Si tratta dei valori più elevati dal 2005. È sempre il Nord, più colpito dall' epidemia, a pagare il prezzo più alto anche dal punto di vista economico, con una percentuale di poveri che passa dal 6,8% al 9,4%. Crescita più contenuta al centro (dal 5,6% al 6,7%) e al sud (dal 10,1% all' 11,1%).

consegne alle mense dei poveri

 

Dove non c' è povertà ci sono comunque redditi decisamente ridimensionati. Il 28,8% delle famiglie dichiara un peggioramento della propria situazione economica rispetto allo scorso anno. Quasi 1 milione e 800mila occupati hanno paura di perdere il lavoro senza avere la possibilità di trovarne un altro.

 

Con l'emergenza sanitaria a molti è già accaduto: nel secondo trimestre 2020 le persone che hanno un impiego sono 788mila in meno rispetto allo stesso periodo dell' anno precedente. Il tasso di occupazione è sceso al 62%, di 2 punti percentuali. Il rapporto evidenzia anche come nell' ultimo decennio si sia ulteriormente allargato il divario tra l' Italia e l' Europa per i tassi di occupazione, in particolare per le donne.

 

mensa caritas

ISTRUZIONE

Nel nostro Paese non tutti hanno le stesse opportunità per raggiungere un buon livello di istruzione. Molto dipende dall' estrazione sociale, dal contesto socio-economico e dal territorio in cui si vive. Disuguaglianze che la pandemia, con la chiusura delle scuole, ha contribuito ad accentuare. Questo perché l' 8% dei bambini e dei ragazzi degli istituti di ogni ordine e grado è rimasto escluso da una qualsiasi forma di didattica a distanza e non ha preso parte alle video-lezioni con la classe. Una quota che sale al 23% tra gli alunni con disabilità. Del resto un terzo delle famiglie italiane non dispone di computer e accesso a Internet da casa.