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ITALIANI, POPOLO DI RINCOGLIONITI - CECCARELLI: "DA BERLUSCONI A DI BATTISTA, IL VIZIO DI INSULTARE GLI ELETTORI ALTRUI - RIMBAMBITI POI DA CHE COSA? DA TUTTO E DA TUTTI, SENZA PIÙ DISTINZIONI DI LEADER E DI SCHIERAMENTO, IL GROUND ZERO DELLA POLITICA 2018, IL VUOTO DI FIDUCIA, LA TRAGEDIA CORALE DELL' INSIGNIFICANZA…”

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Filippo Ceccarelli per la Repubblica

 

 

di battista

Sotto un ombrello viola, colore in verità più penitenziale che carnevalesco, l' onorevole Di Battista ha iniziato a mettere le mani avanti ammettendo un certo dubbioso scetticismo sulle elezioni perché "gli italiani - ha detto - li vedo molto, molto rincoglioniti".

 

Si trovava, bisogna dargliene atto, davanti ai cancelli di una fabbrica che a Riva di Chieri ha appena annunciato 500 licenziamenti, e dove nessun altro esponente di partito, più o meno fiducioso del popolo italiano, ha finora ritenuto di farsi vivo. Ma sul preteso generale e nazionale rincoglionimento, dopo essersi preoccupato che la diretta Facebook potesse arrecare polemiche, non ha purtroppo aggiunto ulteriori valutazioni.

 

berlusconi convention forza italia 2017

Così, sia pure nella forma generica e striminzita da parapioggia, la sua battuta ha riattivato nei superstiti cacciatori di precedenti la memoria di un imprevista, analoga boutade dell' allora presidentissimo Berlusconi, nientemeno. Nella campagna elettorale del 2006 anche lui evidentemente nutriva qualche timore sui risultati e in un comizio a Cagliari se ne uscì sostenendo, in modo non proprio lineare e ancora meno urbano, che quanti non avessero votato per lui erano dei coglioni.

 

Di lì a un paio di settimane centrodestra e centrosinistra sostanzialmente pareggiarono. Ma pur con tutta la buona volontà sarebbe difficile attribuire il minimo scarto ottenuto dall' Ulivo alla improvvida iniziativa esperita dai suoi brillanti strateghi che invece di andarci loro spedirono per le strade, e ancora peggio davanti alle telecamere, dei poveracci di militanti che recavano ciascuno un foglio A4 su cui si leggeva: "Io sono un coglione".

 

filippo ceccarelli

Il linguaggio, in effetti, è insieme lo specchio e la cornice del discorso pubblico; in nessuna circostanza, nel tempo dei partiti pedagogici, i leader politici avrebbero mai preventivamente oltraggiato gli elettori dello schieramento avverso, che andavano piuttosto inclusi (Dc) o conquistati (Pci). Ma quella stagione era finita, e proprio sull' onda della campagna elettorale del 2006, a partire dall' insulto testicolare berlusconiano l' Accademia della Crusca produsse un ponderoso tomo, L' Italiano al voto, che segnalava come i moduli si fossero fatti sempre più aspri e semplificati in un caotico, involuto e sterile immiserimento della vita politica e della sua già abbastanza selvaggia espressività.

 

Da allora sono passati 12 anni: alzi la mano chi pensa a un miglioramento. Perdoni Dibba il tono saputello o da puzzetta sotto il naso, ma nel frattempo il livello si è ulteriormente abbassato grazie ai vaffanculo grillini, all' intercettese berlusconiano (l' indimenticato "paese di merda"), alle pernacchie e ai gestacci di Bossi, alla rottamazione, all' asfaltamento e ai "ciaoni" della nouvelle vague renziana, più le scritte sulle magliette, gli show di Razzi e le delizie dei social.

 

Per cui gli italiani, ex popolo di furbi, si saranno pure "molto, molto rincoglioniti", ma da questa condizione di narcosi e inebetimento non sembra per nulla aliena l' intera e infelice classe politica che infatti nella catastrofe dello sfinimento civile ci sguazza, magari illudendosi pure di raccoglierne i frutti, ormai rancidi o fermentati, comunque micidiali.

DI BATTISTA

 

Rincoglioniti poi da che cosa?

Semplice, da tutto e da tutti: in questo si misura, senza più distinzioni di leader e di schieramento, il ground zero della politica 2018, il vuoto di fiducia, la tragedia corale dell' insignificanza.

Rimbambiti, ma tutti-tutti, dal vaniloquio, dai like, dal make up, dalla televisione, dai giornaloni, dalle fake-news, dalle tasse, dalle promesse, dalla pubblicità, dalle partite di calcio, dalle scie chimiche, dal porno, dai quattrini, dalle sostanze, dagli algoritmi, da qualsiasi entità, pure insidiosa, che arrechi un momentaneo diversivo a uno stato di passività senza riscatto, né speranza di uscirne, né niente di niente.

Un rincoglionimento che sa sempre di populismo, ma alla rovescia. Un colpo di coda uguale e contrario, un dileggio terminale da cui sembra difficile ripararsi sotto l' ombrello quaresimale di Dibba, il quale adesso tiene famiglia e ha già fatto sapere che passata 'sta scocciatura delle elezioni se ne andrà in giro per le Americhe dove tutti sono assai vigili e consapevoli.

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