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Ugo Magri per âLa Stampa'
Innervosito dal discorso della mattina, il Cavaliere ha fatto sapere a Renzi che si attendeva da lui parole definitive sulla riforma elettorale: intende approvarla subito per andare al voto tra un anno, oppure vuole dare la precedenza alle riforme costituzionali in modo da arrivare al 2018? La risposta doveva tradursi in un sì o (come sperava Berlusconi) in un no all'emendamento Lauricella, che subordina l'entrata in vigore dell'«Italicum» all'abolizione del Senato, se e quando questa avverrà ...
Dunque Silvio si è sistemato a sera davanti al televisore per ascoltare la replica del premier. Ma è rimasto deluso. Renzi non ha aggiunto una virgola rispetto al discorso mattutino, quando era stato a dir poco ambiguo. In particolare, il premier ha sorvolato sull'emendamento Lauricella, cattivo segnale per Berlusconi.
Ma di qui a sostenere che ha vinto Alfano, però, ne corre. Il premier lancia una corsa contro il tempo per fare tutto entro l'anno, riforma del Senato compresa. Il che renderebbe possibile un ritorno alle urne tra 12 mesi, come teme Angelino... La realtà è che Renzi cerca di tenersi entrambe le strade aperte, in modo da decidere a tempo debito e in base alle proprie convenienze. Se avrà una concreta certezza di vittoria, tornerà alle urne già nel 2015. Se invece rischierà di perdere, non avrà la minima fretta di anticipare il «redde rationem». Nell'attesa, eviterà di legarsi le mani.
RENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA
renzi e berlusconi italicum
RENZI E PADOAN
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