DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Il quartier generale è stato insediato a Via Veneto, tra il caffè Doney e l'Harry's bar, forse per via della vicinanza all'ambasciata americana. In certe ore pare che ci fosse la fila per parlare con il rappresentante italiano di Trump, solo che dalle parti di Trump non ne sapevano niente, insomma che i due erano a Roma contemporaneamente, non insieme.
Un po' assomiglia alla storia di quello che vende la Fontana di Trevi, ma questa volta in coda per farsela vendere si mettono gli italiani, e dall'altra parte c'è uno che fa' l'americano, l'uomo del bisinis, e che fa molta attenzione nel confezionare la sua versione.
Dice e non dice, propone non propone, si spaccia e non si spaccia per quello che probabilmente non è, ovvero qualcosa di più di un vecchio conoscente del presidente Donald Trump. Nessuno può ufficialmente accusarlo di millantare rapporti ufficiali o di fare promesse precise che poi non sarebbe in grado di mantenere.
Eppure ripetere la storia della vecchia amicizia tra New York e la Florida, evocare possibili ruoli futuri, lasciare intendere che se non a New York nel resort del fine settimana in Florida qualche abboccamento si può combinare, gli basta da alcuni mesi per suscitare interesse in persone che dovrebbero essere un po' più avvedute, e invece addirittura sgomitano per potergli parlare ; gli basta per occupare spazi di giornali e talkshow televisivi di bocca buona, forse è diventato l'esempio perfetto di come fare business o almeno ammuina in quanto coinquilino di. Totò proverebbe grande invidia.
Guido George Lombardi, immobiliarista (anche lui) italiano emigrato negli anni Settanta negli Stati Uniti, si racconta con l'ausilio di un ricco matrimonio con una signora di origine triestina, ha comprato un appartamento alla Trump Tower quando era ancora in costruzione, in Florida a quanto pare era di casa prima ancora che il magnate ci costruisse un fantastico Resort, Mar a Lago, con campo da golf e delizie varie, e i due si ritrovassero soci dello stesso club.
Testimoni oculari raccontano di averlo visto fare colazione o prendere l'aperitivo a Roma con esponenti di Forza Italia tra cui il senatore Lucio Malan, con rappresentanti del Movimento 5 Stelle, e addirittura si parla di un grande disappunto di Matteo Renzi perché il suo uomo Marco Carrai non è riuscito invece a farlo ancora un incontro con Lombardi, per via dei troppi impegni sulle reciproche agende.
Avvistati imprenditori e rappresentanti della comunità ebraica, come Fabio Perugia e Jonathan Pacifici, sussurrata la notizia di una cena molto riservata organizzata in un salotto romano da Giovanna Deodato. Più naturalmente un paio di interviste a quotidiani, un Porta a Porta, un incontro alla Camera sull'Iran. Con l'Italia ormai Lombardi fa la spola, la sottoscritta se lo è ritrovato invitato a ben due presentazioni del suo libro su Donald Trump, a Milano e a Brescia rispettivamente, e a Brescia alla cena dopo il libro c'era la consueta fila di imprenditori in cerca di affari ai quali lui concede udienza.
Uno che non si è fatto mai né vedere né fotografare con Lombardi e’ Matteo Salvini, probabilmente perché con la Lega negli anni ‘90 George Lombardi ha già avuto a che fare, finché il rapporto si è chiuso in maniera un po’ burrascosa per mano del Consiglio Direttivo Nazionale per ragioni non conosciute. Nessuna conferma anche di un ruolo di consulente di Silvio Berlusconi.
Pure nell'amministrazione Trump ruoli ufficiali Lombardi non ne ha, mai s'è visto in fotografia con Trump eletto presidente, mai il presidente lo ha nominato nel viaggio in Italia, ne’ era stato invitato al breve incontro del presidente, della moglie e del segretario di Stato con i militari e i dipendenti dell'ambasciata il mercoledì alle 13:00, incontro durante il quale è stato chiaro che Tillerson, il segretario di Stato, è uno veramente fico, e più che un amico italiano urge un ambasciatore.
Niente insomma che giustifichi il ruolo di amico italiano di Trump, o di amico europeo, visto che anche una visita di Marine Le Pen in gennaio a New York, quando Trump era ancora a casa sua perché era stato eletto ma non si era insediato, finì con una fotografia con Lombardi nella caffetteria al piano terra e basta.
Lui è bravissimo nel ruolo di quello che lascia intendere ma non ostenta, suggerisce che ruoli ufficiali potrebbero arrivare “se il capo mi chiama”, ma è tutto da vedere, lascia cadere con indifferenza la notizia di un incontro in Florida recentemente, quando c'erano anche i cinesi in visita ufficiale, nel corso del quale lui avrebbe parlato anche con i cinesi, e mi hai detto niente.
Rivendica un ruolo nell'organizzazione di gruppi social di sostegno durante la campagna elettorale, la cosa ha dato non poco fastidio agli organizzatori ufficiali della campagna social di Trump, e si racconta che si sia incaricato il genero potentissimo Jared Kushner di rimettere l'italiano a posto. Se è vero, si capisce perché l’ineffabile Lombardi perse la consueta prudenza, e dichiarò a un disponibile Tg2 che quel Kushner chiacchierava troppo e non sarebbe durato un mese.
Può mai essere stato o essere ancora amico e consigliere di Trump uno che non tiene nel debito conto che il first genero non si tocca?
A Roma Lombardi si è lasciato andare a dichiarazioni di politica internazionale piuttosto impegnative. La propaganda contro Trump batte bandiera tedesca, ha affermato, come quella contro la Russia, i tedeschi non hanno perso il vizio e fanno con la finanza quel che non gli è riuscito col Terzo Reich. Roba forte.
rex tillerson jared kushner h.r. mcmaster gary cohn
«È sempre la stessa gente che è andata a sbandierare la bandierina di Macron, che ha aiutato Matteo Renzi a diventare primo ministro e che oggi controlla la maggior parte delle commissioni europee". Roba forte, e non è finita qui: “Hanno ‘invaso’ la Grecia come nel ’39, si sono espansi a Est, hanno creato un nuovo ‘governo di Vichy’ in Francia, e così via»
Se più che amico di Trump fosse amico del giaguaro?.
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