![forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri](/img/patch/02-2025/forza-italia-maria-pier-silvio-berlusconi-antonio-tajani-martusciello-barelli-gi-2097859_600_q50.webp)
DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
Intervento di Boris Johnson pubblicato dal “Corriere della Sera” (traduzione di Rita Baldassarre)
Nello stringerci accanto agli editori e ai caricaturisti di Charlie Hebdo , noi inglesi non solo ci siamo dimostrati vanitosi, ma oserei dire anche presuntuosi e, temo, semplicemente falsi. Perché non c’è stato nessun organo di stampa in Gran Bretagna che abbia seguito l’esempio della rivista francese e pubblicato le vignette di Maometto. Anzi, nessuna fonte di informazione pubblica di spicco è stata in grado di spiegare ai suoi lettori o spettatori quale fosse il vero motivo di tanto scompiglio.
Sarebbe stato essenziale alla comprensione degli eventi: è stata commessa una carneficina; i giovani sono stati aizzati a compiere atti di disgustosa efferatezza; la Francia, sconvolta e addolorata, piange i suoi morti. Eppure il pubblico inglese non è stato in grado di giudicare cosa abbia potuto offendere i sentimenti dei musulmani. C’era qualcosa di particolarmente offensivo o volgare in quelle vignette? Erano oscene? O era solo la rappresentazione del Profeta?
Raffigurazioni denigratorie di Maometto circolano in occidente dai tempi di Giovanni da Modena, nel secolo XV, ma anche nell’arte islamica esistono immagini del profeta, benché rare. Occorre capire cosa abbia fatto Charlie Hebdo per scatenare una reazione di tale violenza — eppure al centro della storia, qui da noi, troviamo solo un vuoto, una pagina bianca. La stampa britannica è famosa nel mondo per la sfacciataggine e la prontezza nel dire qualunque cosa a chiunque, a smascherare i potenti, additare alla gogna mediatica la vita privata dei cittadini. In questo caso il gigante si è morsicato la lingua.
Certo, sono state avanzate motivazioni ragionevoli, e ne abbiamo sentite molte negli ultimi giorni. A che pro recare offesa gratuita a una religione o a un gruppo etnico. Oggi la libertà di parola riconosce limiti invalicabili, molti dei quali tutelati dalla legge. Ci sono parole che non è lecito usare, o non in determinati contesti. Ci sono affermazioni che non è consentito fare, se non si vuole incorrere nel rischio di reati. Ma è sorprendente che la stampa britannica sia stata l’unica, in Europa, a non informare sulla natura delle immagini oggetto dello scandalo, e temo che non si tratti solo di una questione di educazione o cortesia, né tantomeno di galateo. Se nessuno ha osato pubblicare le vignette incriminate, il vero motivo è la paura, pura e semplice.
Circa dieci anni fa scoppiò la polemica sulle vignette danesi, e ricordo di aver pensato che mai le avrei pubblicate nello Spectator , di cui ero direttore, e non solo perché le trovavo gratuitamente provocatorie, ma perché non avrei saputo come giustificare la mia decisione alle vedove e agli orfani dei giornalisti, nel caso di attentato alla redazione. Bisogna ammettere questo elemento di paura (molti editori lo hanno fatto candidamente), perché la paura è un veleno che corrode, sfocia nella rabbia, si tinge di sospetto, e nel caso del terrorismo islamista, le reazioni che ne scaturiscono gettano benzina sul fuoco di pregiudizio e divisione. La paura porta all’odio, ed è questo lo scopo dei terroristi. Vogliono vedere marce e manifestazioni anti musulmane; rappresaglie e contrattacchi; vogliono guerra. Sarebbe fatale cadere nel loro tranello.
la presentazione del nuovo numero di charlie hebdo
Negli ultimi giorni sono state dette e fatte molte belle cose, alcune tra le parole più coraggiose e tra i gesti più significativi sono venuti da musulmani. Penso al poliziotto musulmano eliminato a sangue freddo. Al commesso musulmano, che nel supermercato kosher ha aiutato a nascondere i clienti.
Il mio eroe è stato il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, musulmano. «Se non vi piace la libertà», ha detto rivolgendosi ai potenziali jihadisti olandesi, «fate i bagagli e andatevene. Troverete un luogo dove vivere a modo vostro. Chiaritevi le idee e non uccidete giornalisti innocenti. Se non vi piace la libertà, sloggiate».
Questa è la voce dell’Illuminismo, la voce di Voltaire. Sapremo proteggere il nostro Paese contro la teppaglia jihadista. Li terremo sotto controllo, saranno spiati e seguiti, arrestati e sbattuti in galera. Ma se vogliamo portare dalla nostra parte le menti di questi giovani, queste sono le parole, e devono provenire da una voce musulmana.
DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA…
SANREMO DIVENTA UN TALENT SHOW? LA SALA STAMPA RIBOLLE, SI SENTE DEFRAUDATA DEL POTERE DECISIONALE…
DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO…
DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…