RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
David Carretta per “il Messaggero”
La Commissione europea ha detto ieri di essere disponibile a «fornire tutte le spiegazioni» all'Europarlamento sui LuxLeaks, mentre numerosi governi hanno ribadito il sostegno al suo presidente, Jean Claude Juncker.
Ma la sua posizione rischia di complicarsi: secondo un documento interno della Commissione, quando era ancora primo ministro del Lussemburgo, Juncker avrebbe ostacolato l'inchiesta lanciata dall'esecutivo comunitario sugli accordi fiscali riservati (i cosiddetti tax ruling), che hanno consentito a centinaia di multinazionali di eludere in tutta legalità miliardi di euro di tasse in altri paesi. Questo almeno è quanto emerge dal testo delle motivazioni delle indagini lanciate dall'antitrust europeo per presunti aiuti di Stato concessi dal Lussemburgo a Fiat Finance and Trade attraverso un tax ruling.
L’INDAGINE
Negli ultimi mesi del mandato di Juncker nel 2013, il governo lussemburghese aveva rifiutato di fornire ai servizi della Concorrenza della Commissione tutte le informazioni richieste nell'ambito di un'indagine preliminare sugli accordi fiscali riservati. L'ostruzionismo, giustificato dalla «confidenzialità» delle informazioni fiscali e proseguito in parte con il nuovo primo ministro Xavier Bettel, ha costretto la Commissione Barroso a inviare una «ingiunzione di informazione», prima di aprire una procedura di infrazione e minacciare un ricorso davanti alla Corte di giustizia per ottenere un po’ di chiarezza sulle pratiche fiscali opache del Lussemburgo.
L'inchiesta sui tax ruling – gli accordi tra l'amministrazione fiscale e le multinazionali – era stata avviata il 19 giugno 2013, quando Juncker era ancora primo ministro del Lussemburgo. In quella data «la Commissione ha inviato alle autorità lussemburghesi una richiesta di informazioni con domande precise sulla prassi di tax ruling in uso nel paese», spiega il documento della Commissione sull'indagine su Fiat Trade and Finance.
Il governo Juncker ha reagito con una lettera il 17 luglio 2013, quando «le autorità lussemburghesi hanno risposto in modo generale» e «parzialmente»: il Gran Ducato ha presentato solo «una parte delle informazioni richieste», lamenta la Commissione. Solo il 15 gennaio 2014, dopo la fine del mandato Juncker, il Lussemburgo ha inviato 22 «tax ruling» per il periodo 2010-2013, ma senza indicare le società beneficiarie.
FULVIO MARTUSCIELLO CON JUNCKER
Ne è seguito uno scambio epistolare, che ha portato la Commissione a ingiungere in marzo al Lussemburgo di fornire informazioni e ad aprire in maggio una procedura di infrazione, minacciando di portare il caso davanti alla Corte europea di giustizia. Nel frattempo, il Lussemburgo ha fatto ricorso contro l'ingiunzione.
CONFLITTO DI INTERESSI
L'ipotesi del conflitto di interessi per Juncker non è da escludere, visto che il «servizio giuridico» della Commissione, che rappresenta l'esecutivo comunitario davanti alla Corte di giustizia Ue, è sotto la diretta responsabilità del presidente. Fonti della Commissione, inoltre, sottolineano che da quando Juncker ha lasciato il posto di primo ministro «la cooperazione è sostanzialmente migliorata» con le autorità del Gran Ducato.
Il nuovo ministro delle Finanze, Pierre Gramegna, ha riformato la struttura dell'organismo che sottoscrive gli accordi con le multinazionali: se nell'era Juncker un solo funzionario, Marius Kohl, firmava i «tax ruling», ora c'è una squadra per valutare le centinaia di pagine di documenti necessari per arrivare a un accordo fiscale preventivo, ha spiegato Gramegna. Secondo alcuni, lo scandalo LuxLeaks ha già avuto un effetto positivo, spingendo la Ue verso un'accelerazione della lotta contro evasione e elusione fiscale.
Mario Monti and Jean Claude Juncker c juncker
L'Ecofin di ieri ha promesso un accordo entro dicembre su una direttiva che dovrebbe permettere di «combattere le politiche fiscali aggressive» delle multinazionali, che sfruttano le falle delle legislazioni nazionali per pagare meno tasse, ha spiegato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Il portavoce della Commissione, ha detto che al G20 in Australia la prossima settimana, Juncker promuoverà una «revisione» dei sistemi fiscali internazionali: «La Ue sarà in prima fila in questi sforzi».
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