RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Ernesto Menicucci per “Il Corriere della Sera – Roma”
il sopralluogo di ignazio marino tra i cassonetti dei rifiuti 1
Da oggi, per i romani, c’è una buona notizia: il rinnovo della Ztl, che costa oltre 2 mila euro, si può pagare anche solo per 10 mesi, o magari per nove. Perché, tanto, non si incorre in nessuna sanzione: le multe prese nel periodo scoperto vengono «abbonate», e la validità del pass riparte da quando si effettua il pagamento, senza more, interessi oppure arretrati. È quello che «certifica» il Campidoglio, difendendo Ignazio Marino nel caso delle multe prese con la sua Panda rossa
È la conclusione di una giornata ad alta tensione per il sindaco Marino, «sotto botta» sia per essere andato a Milano nel giorno dell‘allerta meteo (voleva diventare presidente del consiglio nazionale Anci, ma gli è stato preferito Bianco), sia le multe non pagate, prese con la sua auto (questa parcheggiata, per un anno e mezzo, nei posti del Senato) a giugno e luglio del 2014. ?Vicenda che ha messo il primo cittadino in grande imbarazzo con l’opinione pubblica (dal Pd non l’ha difeso nessuno...) e che ha costretto il suo «cerchio magico» ad allestire una vera war room per trovare una giustificazione plausibile.
All’ora di cena, ecco la nota — che risponde all’interrogazione di Andrea Augello (Ncd) — dove si fa presente che «il sindaco avrebbe diritto a tre pass, ma che (bontà sua, ndr ) ne utilizza uno solo». Che «il rinnovo è avvenuto solo il 21 agosto per un ritardo amministrativo», che «i passaggi riscontrati dal 24 giugno (scadenza del vecchio pass, ndr ) al 20 agosto non sono ascrivibili ad una perdita dei requisiti e non sono oggetto di violazione amministrativa» e «si è proceduto al blocco degli accertamenti con l’istituto dell’autotutela, attraverso la procedura informatica, come nei casi analoghi».
roma pride 2014 ignazio marino e andrea maccarone 39
Marino parla di «fango, di calunnie», dice di «avere cose più importanti di cui occuparsi». In realtà, per tutto il giorno, chiede ai suoi di «trovare una soluzione, e di farlo in fretta». La spiegazione finale (la terza versione dei fatti), smentisce la ricostruzione del giorno prima, quella in cui si parlava di un «pass temporaneo», dell’auto inserita «nella white list ».
Del resto, basta vedere il fax, spedito dal gabinetto all’Agenzia della Mobilità il 21 agosto ‘14: «Si richiede il rilascio di un contrassegno X per l’on. Sindaco, per lo svolgimento dell’attività istituzionale. Si inoltra copia della determinazione dirigenziale 521 del 18 agosto, col pagamento dell’importo di 2.032 euro». Firmato, il vicecapo di gabinetto Vincenzo Vastola. Resta, ancora, una domanda: chi ha «esercitato» l’autotutela? Secondo il Comune «è stata l’Agenzia». ?
Dove, però, questa circostanza non risulta. E manca un documento ufficiale che lo prova. Può essere stata la Polizia Municipale? Il comandante, Raffaele Clemente, reagisce con impeto: «Lo annoti bene sul taccuino: se qualcuno mi avesse chiesto di cancellare quelle multe, sarei andato alla Procura».
Altro «giallo», quello della notifica. Intorno a Marino, giurano che almeno due delle multe siano arrivate. Che qualche funzionario abbia agito per impedire l’arrivo delle altre? E i vecchi ricorsi? «Non ci sono liti pendenti», fanno sapere in Campidoglio. Non fosse stato così, Marino sarebbe decaduto dalla carica. In mezzo a tanti dubbi, una certezza: la Panda del sindaco è stata «ritrovata». Parcheggiata in un vicolo, zona Pantheon. La paura di atti vandalici non c’è più.
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