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Rodolfo Sala per "la Repubblica"
Parla Cécile Kyenge, e i leghisti abbandonano l'aula. Succede a Cantù, paesone del Comasco, dove il sindaco Claudio Bizzozzero (centrosinistra) invita il ministro a parlare di immigrazione. Ma quando la Kyenge sta per cominciare, tre consiglieri se ne vanno, in segno di protesta.
Due sono del Carroccio, e giurano che il razzismo non c'entra niente: «Avevamo chiesto - spiega il capogruppo della Lega Alessandro Brianza - di intervenire al dibattito, ma il sindaco ci ha negato questo diritto di replica; volevamo solo dire che non siamo d'accordo con le proposte della Kyenge sull'immigrazione, soprattutto sullo ius soli; ci è stato impedito e ce ne siamo andati; ma voglio sottolineare che non abbiamo nulla contro il ministro, ci mancherebbe».
Ma il terzo contestatore, uscito dal movimento qualche tempo fa, dà libero sfogo ai suoi pensieri inequivocabilmente razzisti. Lo fa riferendosi al fattaccio di Cervia, dove venerdì scorso Cécile Kyenge era stata accolta da un lancio di banane: «Se le avessero tirato la noce di cocco, le avrebbero fatto male; quindi la banana... dovrebbe essere contenta, la ministra del nulla».
Toni non condivisi dagli altri due consiglieri, resta il fatto che la Lega, ancora una volta, contesta la Kyenge. Calderoli l'aveva paragonata a un orango, si era scatenato il putiferio e lui si era scusato. Senza però dimettersi da vicepresidente del Senato come chiedevano a sinistra. E proprio all'indomani dell'episodio di Cervia, Maroni e i suoi hanno pensato addirittura a un gesto di pace, invitando la Kyenge alla festa della Lega-Romagna che si terrà sabato prossimo proprio a Cervia. E lei ha accettato.
Certo che la contestazione di ieri sera a Cantù non è un buon viatico. La Kyenge ha risposto in modo secco a chi le chiedeva se intendesse dimettersi: «Non ci penso nemmeno». Poi ha raggiunto la festa del Pd, sempre a Cantù. Dove ha partecipato a un dibattito sull'immigrazione.
C'era anche Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, che le ha stretto la mano cercando come di prendere le distanze dalla contestazione in consiglio comunale: «Non c'ero, non posso commentare cose che non conosco; voglio però ribadire che noi rispettiamo il ministro Kyenge, la nostra è una dura critica politica alle sue posizioni, ma condanniamo duramente le aggressioni e gli insulti».
Ma a riaccendere le polemiche, e a confermare quali sono i sentimenti che i leghisti nutrono per la Kyenge, ecco un altro episodio che ha dell'incredibile. L'assessore alla Sicurezza di Montagnana (Venezia) nonché consigliere provinciale Andrea Draghi, della Lega, su Facebook ripropone la tesi del non ancora pentito Calderoli e paragona la Kyenge a un gorilla, copiando lo slogan di una pubblicità televisiva.
Lo denuncia la deputata del Pd Giulia Narduolo, che diffonde quel post di qualche giorno fa e ora rimosso. Draghi non risponde al telefono: «à all'estero - spiega il sindaco di Montagnana, la leghista Loredana Borghesan - appena riuscirò a sentirlo chiarirò la questione con lui», Il governatore Luca Zaia non aspetta: «Atto da condannare senza se e senza ma, questo signore si scusi». Intanto la Digos di Verona indaga su un 61eenne denunciato perché, ancora su Facebook, ha insultato la Kyenge, minacciando di usare le armi contro di lei.
KYENGE, O SMETTONO ATTACCHI O NON VADO A FESTA LEGA
(ANSA) - "Fin da subito Maroni faccia appello ai militanti affinchè cessino subito gli attacchi nei miei confronti. Se non avverrà , sarò costretta a declinare l'invito alla festa della Lega nord a Milano Marittima". Lo ha detto il ministro Cecile Kyenge.
KYENGE, ATTACCHI LEGA NORD ORMAI INTOLLERABILI
(ANSA) - ''I continui e reiterati attacchi da parte di esponenti della Lega Nord li considero oramai intollerabili''. Lo ha detto il ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge, nel corso di una conferenza stampa. Kyenge ha parlato di ''atteggiamenti non consoni a quella che per me è la visione del corretto rapporto tra persone e forze politiche''.
''Pur avendo idee diverse'' ha spiegato il ministro, le persone e le forze politiche si devono ''confrontare sulle idee e non attraverso insulti o pure e semplici sceneggiate come quella avvenuta ieri presso l'area consiliare del Comune di Cantù''. ''La mia disponibilità al dialogo - ha aggiunto il ministro - è sempre stata piena e convinta, non rifuggendo a nessun confronto, anche aspro, ma sempre nel pieno rispetto dell'altro. Con questo spirito ho accettato volentieri di confrontarmi con il governatore Zaia alla Festa della Lega Nord dell'Emilia Romagna a Milano Marittima il prossimo 3 agosto.
Ma ritengo che io possa mantenere questo impegno solo se fin da subito il segretario nazionale della Lega Nord, Roberto Maroni, faccia appello ai suoi militanti, ai suoi dirigenti affinché cessino immediatamente questi continui attacchi alla mia persona, attacchi che oltre a ferire la sottoscritta, feriscono la coscienza civile della maggioranza di questo Paese''. ''Se questo non avverrà , o se da qui ai giorni che ci separano all'appuntamento di Milano Marittima, continueranno attacchi contro la mia persona di pari virulenza, mi troverò costretta a declinare l'invito''.
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