MA PERCHÉ LE COOP DI UNIPOL, PIENE DI DEBITI, HANNO BUTTATO 22,5 MILIONI IN RCS? C’ENTRA FORSE LA SOLITA MEDIOBANCA?

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1. MA PERCHÉ UNIPOL HA MESSO 22,5 MILIONI PER RIMANERE IN RCS?
DAGOREPORT

L'aumento di capitale Rcs è di 409 milioni di euro in questa prima tranche (altri 200 andranno cacciati nei prossimi mesi). Visto che le assicurazioni bolognesi hanno ereditato il 5,5% che era in pancia a Fonsai, devono aver speso circa 22,5 milioni di euro per mantenere la loro quota.

Ora, come mai le coop che controllano Unipol hanno voluto fare questa operazione? Altri azionisti, come Generali e Benetton, non hanno sottoscritto l'aumento e si sono serenamente "diluiti", visto che investire in un ex colosso cartaceo in crisi non era tra le attività "core" dei loro gruppi.

Cosa ha spinto invece Carlo Cimbri, ad di Unipol, a buttare i soldoni dei poveri soci coop dentro al calderone di via Solferino? Unipol è controllata da Finsoe, che a sua volta è in mano a 23 cooperative che si sono dovute pesantemente indebitare per inghiottire il boccone Fonsai-Premafin.

L'investimento in Rcs era uno dei capricci strategici di Ligresti (non a caso detto "Mister 5%"), che nulla c'entrava con gli investimenti delle assicurazioni Fonsai, né tantomeno con quelle Unipol, che hanno ereditato passivamente questa partecipazione.

Eppure, senza fiatare, ecco la sottoscrizione. Rotelli che aveva il 16%, Merloni che era il presidente del patto di sindacato, Mario Greco e Benetton si sono sfilati (per motivi diversi) senza che questo abbia prodotto sconquassi particolari. D'altronde c'era il consorzio di garanzia delle banche, e anche una lotta, più annunciata che concreta, tra Elkann e Della Valle per acchiappare le quote non sottoscritte.

Ecco, il consorzio di garanzia. In quel gruppetto di banche che deve coprire eventuali buchi nell'aumento di capitale, spicca Mediobanca, che è anche azionista Rcs al 15,4%. Nonostante Nagel abbia annunciato una progressiva uscita dalle partecipazioni (vedi Telecom e Generali), l'aumento Rcs è stato debitamente sottoscritto, e anzi si dovrà anche accollare le azioni che le spettano pro-quota come banca garante.

Mediobanca è stata la grande artefice della Fusione Unipol-Fonsai (ancora non conclusa, peraltro), in barba a mostruosi conflitti di interesse: era partecipata da Fonsai e ne era pure creditrice. E' azionista pesante di Generali e nel frattempo è stata advisor di Unipol, suo principale concorrente e compagnia che più avrebbe sofferto da un consolidamento delle sue due concorrenti. Unipol, naturalmente, è anche debitrice di Mediobanca per oltre 400 milioni.

Possibile che qualcuno da Piazzetta Cuccia, Milano, abbia fatto capire a via Stalingrado, Bologna, che buttare nel cesso 22,5 milioni per dare l'immagine di un patto di sindacato meno disastrato, fosse cosa buona e giusta? Possibile. Ma è possibile che nessuno dei soci coop abbia chiesto a Cimbri perché i loro soldi siano usati per rimborsare le banche creditrici di Rcs, pagare lo stipendio di Scott Jovane, e avere un paio di articoli-simpatia sul Corrierone?

 

 

CARLO CIMBRI jpegmario greco generali FONSAIALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTIDELLA VALLE ELKANN Sede del Corriere della Sera in via SolferinIL QUARTIER GENERALE DI UNIPOL CHE PUNTA AD ASSICURARSI FONSAI