DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
DAVID CAMERON E L ADDIO A DOWNING STREET
Paola De Carolis per il “Corriere della Sera”
«Non voglio diventare una distrazione»: poche parole per annunciare che, chiuso il capitolo a Downing Street, David Cameron lascia il Parlamento di Westminster. La decisione, ha precisato, non ha nulla a che fare con le scelte di Theresa May, che con un ritorno alla selezione accademica nelle scuole statali ha imboccato una direzione molto diversa da quella del suo predecessore: «Il primo ministro ha esordito egregiamente», ha sottolineato Cameron, prima di concedersi una critica molto velata. «Ovviamente su alcuni temi ho le mie idee». Se il trasloco dal primo all' ultimo banco della Camera dei Comuni non è facile, Cameron ci ha provato.
Il primo giorno ha avuto qualche problema a trovare l'entrata giusta: i backbenchers devono utilizzare una porta diversa. Senza far pesare la sua presenza ha seguito da spettatore diversi dibattiti e assistito a un Question time, ma tanto deve essere bastato, se a lavori appena ricominciati dopo la pausa estiva ha concluso che l'unica opzione era dire addio.
«Sono dell'idea che le circostanze delle mie dimissioni da primo ministro e le realtà della politica moderna rendano molto difficile continuare il lavoro di parlamentare senza distogliere l'attenzione dalle decisioni importanti che il mio successore e il governo dovranno prendere», ha sottolineato con un comunicato.
Come tanti osservatori, Cameron è rimasto sorpreso dalla forza, la velocità e la sicurezza con le quali May ha avviato il suo programma. La decisione di riavviare le grammar schools, scuole statali cui è permesso selezionare i candidati con un esame a 11 anni, va contro uno dei pilastri della politica di Cameron.
L'ex primo ministro è rimasto sconcertato anche dal fatto che May ha escluso dall'esecutivo i suoi fedelissimi, a partire da George Osborne, cancelliere dello Scacchiere freddamente licenziato con un incontro di pochi minuti. «So quanto fosse orgoglioso e onorato di rappresentare il collegio di Whitney in Parlamento - ha scritto Osborne dell' amico ieri su Twitter -. Questa è stata una decisione molto difficile per lui».
Prima del referendum aveva promesso che non si sarebbe dimesso da primo ministro, dopo il referendum che avrebbe continuato a fare il parlamentare, «un enorme privilegio»: Cameron è venuto meno ai due impegni ma continuerà, ha precisato, a battersi per la gente di Whitney e per «il Paese che ama». I temi a cui tiene, ha fatto sapere il suo ufficio, sono la trasparenza negli aiuti umanitari, la lotta contro la corruzione, la cura della demenza, la scuola, le pari opportunità.
david cameron alla camera dei comuni con dietro theresa may
Lasciando Westminster è adesso libero di combattere come vuole, senza doversi curare troppo di possibili contrasti con il partito conservatore o di ingaggi eccessivamente vistosi. I deputati sono tenuti a denunciare quanto ricevono nel cosiddetto Registro degli interessi, gli ex no.
david cameron e famiglia lasciano downing street
Mentre c'è chi si chiede, come il Telegraph , quali siano stati i punti principali del Cameronismo, quali le sue idee, quali i suoi obiettivi, l'ex primo ministro si è detto felice di potersi finalmente dedicare alla famiglia, permettendo così alla moglie Samantha di investire più energie nella carriera. Difficilmente rimarrà con le mani in mano.
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