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Fabrizio Dragosei per il "Corriere della Sera"
Ha suscitato proteste e parecchia perplessità la decisione di Vladimir Putin di cambiare pelle all'agenzia di stampa Ria Novosti che si era conquistata una buona fama di indipendenza.
Soprattutto non è piaciuta la scelta del nuovo direttore, Dmitrij Kiselyov, un giornalista e conduttore che negli ultimi tempi ha assunto posizioni sempre più estremistiche sulle questioni calde del dibattito politico: contro l'influenza dell'Occidente sui valori della Russia e dell'Ucraina; contro la tolleranza nei confronti delle minoranze, arrivando fino a sostenere l'opportunità che lo Stato proibisca agli omosessuali di diventare donatori d'organi. I loro cuori, i loro reni dovrebbero essere bruciati e seppelliti.
Nell'agenzia, che conta 2300 dipendenti, compresi una quarantina di corrispondenti esteri, la decisione del Cremlino è arrivata come una bomba. La Ria Novosti cambierà nome e diventerà Rossiya Segodnya (Russia Oggi), sulla falsariga del canale televisivo satellitare RT (originariamente si chiamava Russia Today) che trasmette in inglese e arabo il punto di vista del Cremlino.
Una pseudo tv indipendente, con uno stile delle news che fa il verso alle grandi catene anglosassoni ma che in realtà è uno strumento di propaganda, nemmeno troppo sofisticato. E la ex Ria Novosti ? «La missione della nuova struttura che guiderò è quella di ristabilire un atteggiamento corretto nei confronti della Russia vista come un importante Paese con buone intenzioni», ha spiegato il nuovo direttore.
Insomma niente a che vedere con quello che l'agenzia di stampa ha fatto nei mesi delle manifestazioni popolari a Mosca, quando ha garantito un'ampia copertura degli eventi, con un atteggiamento oggettivo. Cosa che, si dice, non è piaciuta affatto agli uomini attorno al presidente. Così la decisione di cambiare tutto da un giorno all'altro e di porre la nuova struttura e il suo direttore alle immediate dipendenze del Cremlino: è bastato un ukaz (decreto) di Putin per sistemare la questione.
Il capo dello staff presidenziale Sergej Ivanov ha poi spiegato che la Russia o, per essere più chiari, il suo presidente ha un evidente problema di immagine all'estero. E se molti credono che questo problema derivi dalle sue iniziative contro la società civile, contro i diritti delle minoranze, contro i Paesi satelliti che vogliono imboccare una propria strada che, magari, porti verso Bruxelles e non verso Mosca, gli uomini del Cremlino la pensano diversamente. Per loro è solo una questione di «relazioni pubbliche».
Da tempo, ad esempio, il Cremlino ha ingaggiato importanti aziende internazionali di PR proprio allo scopo di migliorare la sua immagine. Ora giunge la decisione sulla Ria Novosti che dovrebbe diventare lo strumento per far avere ai giornali di tutto il mondo flash «giusti» sugli eventi del momento.
La Itar-Tass, l'altra agenzia statale, si concentrerà sull'interno, mentre Rossiya Segodnya rappresenterà il megafono verso l'estero. «La Russia attua una politica indipendente, e protegge fermamente i suoi interessi nazionali», ha enunciato Ivanov. «Spiegarlo al mondo non è facile, ma è assolutamente possibile e necessario».
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