L’AMERICA CI FARÀ ‘NERI’ - IL SORPASSO È AVVENUTO PROPRIO NELL’ERA DEL PRIMO PRESIDENTE NERO DEGLI STATI UNITI: I BEBÈ NATI NEL 2011 SONO QUASI TUTTI AFRO, ASIATICI E LATINOS - TRA 50 ANNI I ‘BIANCHI’ VIVRANNO NEI GHETTI? STA GIÀ ACCADENDO IN MOLTE CITTÀ AMERICANE (MA ANCHE IN ITALIA), DOVE I RESIDENTI DI LINGUA INGLESE SONO IN NETTA MINORANZA - IL MOTIVO? L’AMERICANO ‘BIANCO’ È VECCHIO, GRASSO E NON SCOPA PIÙ, GLI IMMIGRATI SONO GIOVANI E FORTI E SFORNANO FIGLI COME CONIGLI…

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Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

Arriva la rivoluzione ed è armata di biberon. L´hanno lanciata, senza neppure saperlo, quei 2 milioni, diciannovemila e diciassette nuovi americani non bianchi nati nell´anno dell´ultimo censimento, il 2011, per la prima volta nella storia più numerosi dei fratellini bianchi, meno di due milioni. Ormai, i piatti della bilancia si sono irreversibilmente spostati e se oggi la popolazione di origine europea (questo, in pratica, significa essere "bianchi") è ancora la maggioranza si deve soltanto attendere perché il colore dell´America cambi.

Non è una semplice statistica, una curiosità demografica. È una seconda rivoluzione che farà degli Stati Uniti d´America, occupati da coloni ed emigranti europei e trasformati da loro in una nazione duecentotrenta anni or sono, una società molto diversa da quella che abbiamo conosciuto. Quei due milioni e più di bebè asiatici, afro, soprattutto latinos, figli di immigrati più o meno documentati provenienti dal sud della Frontera sono figli di culture, di storie, di modi di concepire i rapporti con gli altri profondamente diversi da quella cultura wasp.

La cultura bianca, anglosassone protestante che ha dominato e costruito la struttura dell´edificio America. La maggioranza dentro la nuova maggioranza sono latinos, i figli del sud, e la spiegazione è ovvia. L´età media della popolazione bianca è di 42 anni, al limite estremo del tempo della fecondità femminile.

La media per gli ispanici, o latinos, come li si vuol definire secondo le maree del linguaggio politicamente corretto, è invece di 27 anni, nel pieno rigoglio dell´età riproduttiva. E nonostante la debolezza, o l´assenza totale di una rete di supporto pubblica per le famiglie degli immigrati più poveri, funziona l´impalcatura della solidarietà familiare, il vero, grande welfare state che permette a queste giovani immigrate di avere più figli, 3,8 ciascuna, delle loro sorelle bianche, che si fermano in media a due.

Tutto questo, che oggi scandalizza i "nativisti" che dai loro blog e pubblicazioni profetizzano il collasso della società schiantata dai lazzaroni pigri e inaffidabili sbarcati nel ventre dell´America, era previsto da tempo e la statistica dei biberon è soltanto la conferma di un fenomeno già in atto.

Grandi città come New York, Miami, Las Vegas, Los Angeles, Phoenix vedono la popolazione bianca in minoranza da vari anni. A Tucson, in Arizona, un residente su dieci è di lingua madre inglese. Sulle 3.141 contee distribuite nei 50 Stati dell´Unione, quasi 800 già vedono i "non euro", i "non anglo", i "non caucasici" superati nel numero. E mentre i bianchi invecchiano senza che nuove generazioni di cuccioli si alzino dai reparti di maternità per rimpiazzarli in pari numero, i non bianchi ringiovaniscono, sotto la spinta di un´immigrazione che è, per natura, un fenomeno di gente giovane.

Il melting pot, l´antico crogiolo che scioglie e fonde assieme popoli diversi per creare la lega americana, continuerà a bruciare, ma il prodotto che ne uscirà sarà molto diverso e non soltanto nel proprio aspetto più superficiale, la carnagione, il taglio degli occhi, il colore dei capelli.

«The browning of America», lo scurirsi del colorito sta imponendo sfide e problemi che né i "nativisti" aggrappati al sogno di una purezza razziale che non è mai esistita davvero e che palesemente sconfina nel razzismo, né i "liberal" entusiasti del multiculturalismo e della diversità creativa per far rinascere la nazione sanno come risolvere: il problema dell´istruzione e dell´assistenza.

Quell´armata venuta al mondo fra il luglio del 2010 e il luglio del 2011 dovrà essere istruita, educata, preparata e curata molto meglio di quanto il sistema della pubblica istruzione o dei pronto soccorso degli ospedali pubblici, abbia saputo fare finora, se si vuole che l´America del 2030, quando gli inconsapevoli rivoluzionari con il biberon e il pannolino saranno persone adulte, sia in grado di competere con il mondo.

Oggi, soltanto un "latino" su cinque arriva all´università, e soltanto il 18% arriva a una laurea quadriennale, contro il 33% degli americani rosa, se non proprio bianchi, essendo "bianco" un´espressione che porta i connotati inconfondibili dei secoli dello schiavismo. Non può bastare a risolvere questo immenso problema neppure il successo simbolico del primo presidente di "minoranza" eletto quattro anni or sono, anche con il voto dell´America dalle tinte più intense, che scelsero lui, come torneranno a sceglierlo il prossimo novembre, ma sempre votando in percentuali inferiori a quelle, pur bassissime, dei bianchi.

Di fronte al rovesciamento della superiorità etnica, tanto spesso ed egoisticamente confusa con la "superiorità morale", perduta dall´America di origine europea, cristiana, cattolica o ebraica, si alza il problema fondamentale di ogni governo e Stato: i soldi. Chi pagherà il conto delle scuole pubbliche da migliorare, dell´assistenza sanitaria da estendere a chi ancora non se la può permettere, dell´addestramento a lavori più remunerativi che non siano il taglio dell´erba e l´imbiancatura delle pareti? Dovranno essere quei vecchi white, quei bianchi anziani, che hanno la quota maggiore della ricchezza nazionale e dovranno aprire il portafoglio per finanziare la fine della propria superiorità. Pagare per il proprio crepuscolo.

 

MICHELLE E BARACK OBAMA JENNIFER LOPEZ will smithOPRAH WINFREY