DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Fabio Rubini per “Libero Quotidiano”
Sui giornali predicano l' unità del centrosinistra, nella realtà lavorano a un piano che possa mettere all' angolo Matteo Renzi o quantomeno limitarne potere e ambizioni, al fine di creare un' alleanza che sposti il baricentro dal «partito della nazione» al «partito della sinistra».
A ordire la trama è il sindaco di Milano Giuliano Pisapia spalleggiato dai colleghi di Sel Marco Doria (Genova) e Massimo Zedda (Cagliari). In una lettera a Repubblica i tre sindaci scrivono: «Pensiamo che in momento così difficile sia necessario ritrovare quell' unità aperta e larga del centrosinistra che, sola, può ridare fiducia alle cittadine e cittadini italiani». Per fare questo è necessaria l' unità di «quelle forze che sono principalmente il Pd e Sel».
Un' alleanza diversa sottolineano «da quella che governa il Paese, che comprende forze che nulla hanno a che vedere col centrosinistra». La lettera si chiude, non a caso, con un appello affinché nei comuni i candidati sindaci vengano scelti con le primarie.
L' appello all' apparenza unitario, in realtà nasconde il piano di Giuliano Pisapia per diventare il padre nobile dell' ala sinistra dello scacchiere politico. Un novello Armando Cossutta del quale, non a caso, Pisapia è stato compagno di partito. Un piano che il sindaco di Milano ha in mente da tempo, da quando ha deciso di non ricandidarsi per il secondo mandato e, contemporaneamente, di dire no a tutte le proposte che Renzi gli ha fatto per depotenziarlo (un posto nel suo governo da ministro della Giustizia e uno scranno da giudice della Corte Costituzionale).
Pisapia, racconta chi gli sta vicino, finita l' esperienza amministrativa trova gusto nell' intrecciare relazioni politiche che possano riportare al governo del Paese un «centrosinistra più di sinistra». Un gioco che a Giuliano e ai suoi omologhi di solito riesce piuttosto bene.
Non a caso i tre firmatari hanno in comune non solo l' appartenenza politica, ma anche la vittoria alle primarie contro i candidati del Pd.
E l' intenzione di Pisapia sarebbe proprio quella di replicare su scala nazionale il colpaccio riuscitogli a Milano nel 2011, in modo da potersi presentare nel 2018 come l' anti-Renzi di tutta la sinistra, compresa la minoranza Pd. Per riuscirci Pisapia partirà proprio dalla sua città dove, dopo mesi di silenzio, ha estratto dal cilindro Francesca Balzani, che i sondaggi danno già in vantaggio sul renziano Sala.
Per farcela Giuliano sta trasformando le primarie milanesi in un referendum del popolo di centrosinistra sul governo Renzi. «Il nostro appello non è rivolto al premier, ma al popolo di centrosinistra. È la richiesta di riprendere un dialogo dal basso per incidere anche a livello nazionale», ha detto ieri sera il sindaco milanese. Spalleggiato, in parte, anche da Sergio Cofferati che citando proprio il caso Milano ha sentenziato: «Sala candidato sindaco rappresenterebbe un danno per l' unità del centrosinistra».
Più chiaro di così...
E se il premier ufficialmente non s' è fatto sentire, il suo vice Lorenzo Guerini è partito lancia in resta: «L' appello andrebbe fatto proprio a Sel - ha risposto piccato - che a Torino e Bologna non parteciperà alla coalizione di centrosinistra».
PISAPIA RENZIPISAPIA RENZI 1turandot renzi e pisapia
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