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Andrea Bulleri per “il Messaggero” - Estratti
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Fine della corsa. Il testo del ricorso è praticamente pronto, manca solo il via libera del Consiglio dei ministri che salvo colpi di scena dell'ultimo minuto arriverà domani. Il governo è pronto a impugnare la legge "salva De Luca" votata due mesi fa dal consiglio regionale della Campania. Il provvedimento che, nelle intenzioni del governatore "sceriffo", poteva aprire la strada alla sua terza ricandidatura a presidente di Regione sfidando la contrarietà del suo partito, il Pd. Invece dopo aver soppesato a lungo i pro e i contro della questione, Palazzo Chigi ha deciso: il precedente sarebbe troppo rischioso, sarà ricorso.
Una scelta, quella di ricorrere alla Corte costituzionale sul provvedimento campano, non priva di contraccolpi politici, in maggioranza. Dove più d'uno riferisce di una Lega già sul piede di guerra.
C'è irritazione, nel Carroccio, a dir poco. Perché si scrive stop a Vincenzo De Luca, certo, ma si legge altolà a Luca Zaia. Il doge leghista del Veneto che, come molti nel Carroccio, confidava nella possibilità (per la verità più simile a uno spiraglio) che il governo lasciasse correre sulla Campania. Così da poter battere i pugni sul tavolo nel momento in cui il centrodestra dovrà decidere sul suo successore, sventolando un assioma già pronto: «Se De Luca può correre per un terzo giro, posso farlo anch'io».
VINCENZO DE LUCA VS ELLY SCHLEIN - ILLUSTRAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO
Un tentativo che pare destinato a schiantarsi contro il muro eretto da Fratelli d'Italia e forzisti. Lo confermano le parole di un meloniano di peso, Luca Ciriani. «In Veneto chiarisce con La Stampa il titolare dei Rapporti col Parlamento indicare il candidato tocca a FdI». Mentre per quanto riguarda il terzo mandato, non se ne parla: «Il problema avrebbe potuto essere affrontato in Parlamento con una proposta di legge, magari da parte della Lega», che invece «ha preferito muoversi con un blitz in Commissione». E ora, mette in chiaro, sarebbe «poco serio» tornare indietro e «aggirare la volontà dell'Aula con ricorsi, cavilli vari o altre invenzioni come fa la Campania».
Idem per quanto riguarda l'idea salviniana di spostare il voto al 2026: «Non capisco quali siano le basi giuridiche». Parole che fanno ribollire le chat del Carroccio. Tanto che c'è chi, come il segretario della Liga veneta Alberto Stefani sul Gazzettino, evoca lo scenario di fine mondo: «Il Veneto spetta a noi, anche a costo di andare da soli». Salvini, in diretta social ieri pomeriggio, non commenta. Ma ricorda «i 500 sindaci» che la Lega può vantare in Italia. Molti dei quali, non a caso, in Veneto.
ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSEelezioni comunali elly schlein giorgia meloni
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