netanyahu lapid

"NETANYHAU È SCHIAVO DI UN GRUPPO DI ESTREMISTI DELIRANTI CHE VOGLIONO STABILIRSI A GAZA" - L'ATTACCO DURISSIMO DEL LEADER DELL'OPPOSIZIONE YAIR LAPID, CHE RANDELLA IL PREMIER ISRAELIANO: "NON PUÒ SCONFIGGERE HAMAS PERCHÉ HA IL GOVERNO SBAGLIATO E NON HA UN PIANO, NON LO HA FATTO PER QUASI DUE ANNI, OGNI VOLTA TROVA UNA SCUSA DIVERSA, NON SA COME VINCERE" - DALL'ALTRO LATO "BIBI" E' MESSO ALL'ANGOLO DAI MINISTRI DI ESTREMA DESTRA BEN GVIR E SMOTRICH CHE LO CRITICANO DI ESSERE STATO TROPPO BUONO CONTRO I PALESTINESI (NONOSTANTE I 60 MILA MORTI NELLA STRISCIA)

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Estratto dell'articolo di Nello Del Gatto per "la Stampa"

 

NETANYAHU INCONTRA I GIORNALISTI - 2

È sempre più nell'angolo, Benjamin Netanyahu, contestato sia dall'opposizione interna, sia dalla società civile israeliana, finanche da alcuni suoi ministri, ma anche da numerosi Paesi e organismi internazionali. La sua conduzione della guerra ha sempre provocato molte critiche, dovute al pensante bilancio di vittime, al prolungarsi di un conflitto che non vede soluzione, alla sensazione che metta questioni personali dinanzi al bene comune.

 

Ma dopo l'approvazione alle prime luci dell'alba di venerdì del nuovo piano per occupare Gaza City e il restante 25% della Striscia ancora non sotto il controllo dell'esercito, le critiche e le condanne sono aumentate arrivando da più parti.

 

Scontate quelle degli oppositori. Da oltre tre anni il sabato è la giornata di protesta contro Netanyahu. Prima per la sua riforma della giustizia, poi per la gestione della guerra. Da sabato a domenica: due giorni fa decine di migliaia hanno manifestato contro il piano di Gaza.

benjamin netanyahu su un carro armato israeliano

 

Familiari degli ostaggi, ex prigionieri a Gaza, riservisti, società civile si sono dati appuntamento per domenica prossima, sciopero generale non appoggiato dal sindacato, Histadrut, ma che comunque avrà un impatto. La preoccupazione è che Hamas, che ha più volte dimostrato di non avere a cuore le sorti di civili israeliani e palestinesi, possa rivalersi sui venti ostaggi ancora vivi.

 

Non solo, si teme per la vita dei soldati e che il bilancio delle vittime civili a Gaza possa aumentare. Anche se il sindacato non ha aderito («uno sciopero non porterà alla fine della guerra», ha detto Arnon Bar-David, il capo del sodalizio che appoggia le famiglie degli ostaggi), saranno molte le organizzazioni che parteciperanno per esprimere il proprio dissenso.

benjamin netanyahu a washington foto lapresse

 

Avevano cominciato i militari. Per loro l'operazione è troppo rischiosa, hanno pochi uomini. Ma poi, da bravi soldati, hanno iniziato a prepararsi. Pur preferendo un approccio che privilegi il rilascio degli ostaggi piuttosto che sconfiggere Hamas, il capo di stato maggiore Zamir ha detto che «Siamo all'inizio di una nuova fase dei combattimenti a Gaza. Svilupperemo il metodo migliore in base agli obiettivi definiti, mantenendo al contempo la professionalità e i principi che guidano le nostre azioni».

 

Netanyahu, «Non può sconfiggere Hamas perché ha il governo sbagliato e non ha un piano, non lo ha fatto per quasi due anni, ogni volta trova una scusa diversa, non sa come vincere perché è schiavo di un gruppo di estremisti deliranti che vogliono stabilirsi a Gaza», ha detto il leader dell'opposizione Yair Lapid, esprimendo tutto il suo dissenso al piano di occupare la città più importante della Striscia. Critiche anche dall'interno del suo governo.

 

BENJAMIN NETANYAHU A GAZA

Se durante la riunione di gabinetto si sono mostrati contrari il ministro degli esteri Sa'ar e il responsabile degli ostaggi Hanegbi, ora anche gli estremisti Ben Gvir e Smotrich sono contrari. Perché non vogliono la fine della guerra, perché i cinque punti di Netanyahu non garantiscono l'occupazione permanente di Gaza. Sempre più Paesi e organizzazioni internazionali condannano l'annuncio della nuova operazione, temendo il pesante bilancio umanitario.

 

Alcuni, come Australia e Nuova Zelanda, lo fanno anche annunciando il riconoscimento dello Stato palestinese, mossa che, per Israele, equivale ad un premio a Hamas. Condanne a Israele in queste ore anche per l'uccisione in una tenda a Gaza di sei giornalisti tra i quali il corrispondente di Al Jazeera, Anas al-Sharif, che per il Paese ebraico era organico anche militarmente ad Hamas. Le Nazioni Unite, tra i tanti, hanno chiesto una indagine indipendente, e hanno ribadito che i giornalisti non sono un obiettivo. [...]

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