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IL RITRATTO DI TARANTINI...
Lettera di Alessandro Diddi a "la Repubblica"
Ho ricevuto mandato dal Sig. Giampaolo Tarantini di tutelare il suo onore e la sua reputazione in ordine all'articolo di Francesco Merlo pubblicato il 6 ottobre 2012 con il titolo "Malato e sfatto di sesso così il codice Tarantini rivela il berlusconismo". Nell'articolo vengono svolte una serie di considerazioni sulla persona del mio assistito, dipinto come una sorta di depravato, cocainomane, privo di qualunque remora morale. Non conosco Merlo e, dunque, ignoro l'autorità della quale lo stesso parrebbe investito per esprimere apprezzamenti tanto gravi quanto denigratori sulla persona del sig. Tarantini.
Credo, tuttavia, che né Merlo e né la testata abbiano il diritto di perpetrare un attacco tanto violento nei confronti del mio assistito. Il danno che l'articolo ha arrecato al sig. Tarantini è incalcolabile e, questo, non solo perché egli ha scelto la strada dell'oblio, ma soprattutto perché l'immagine che il Merlo ha inteso dare alla persona del mio assistito è assolutamente destituita di fondamento. Non credo che questa lettera Vi fermerà ed ho ben chiara la strada - vista la professione che esercito - che devo seguire per tutelare Giampaolo Tarantini.
Risposta di Francesco Merlo
Le mie fonti sono le carte processuali e la cronaca, il mio stato d'animo è compassionevole. Lei invece - solo lei - usa le parole «depravato », «cocainomane», «privo di qualunque remora morale». Se fossi Gianpaolo Tarantini la querelerei.
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