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“L’EGITTO HA UCCISO REGENI” – PAROLA DI ROBERTO FICO PRESENTE ALLA FIACCOLATA ORGANIZZATA NEL PAESE NATALE DELLO STUDENTE FRIULANO NEL TERZO ANNIVERSARIO DELLA SUA SCOMPARSA AL CAIRO: “L’ITALIA SI BATTERÀ FINO AL RAGGIUNGIMENTO DELLA VERITÀ ANCHE A COSTO DI METTERE IN DISCUSSIONE I RAPPORTI ECONOMICI CON L'EGITTO…”
Mattia Pertoldi per "La Stampa"
L' Italia si batterà fino al raggiungimento della verità sul brutale assassinio di Giulio Regeni «anche a costo di mettere in discussione i rapporti economici in essere con l' Egitto». Parola di Roberto Fico, presidente della Camera e presente a Fiumicello (Udine) per la fiaccolata organizzata nel paese natale dello studente friulano nel terzo anniversario della sua scomparsa al Cairo, manifestazioni simili si sono svolte in diverse città d' Italia.
«In questi anni lo Stato italiano - sostiene Fico - ha cercato in tanti modi di arrivare alla verità su Regeni. Purtroppo, però, al momento ci troviamo di fronte a uno stallo tra la Procura egiziana e quella di Roma che ha iscritto nel registro degli indagati cinque ufficiali della sicurezza nazionale del Cairo».
Tutta Italia però «sa bene come le responsabilità siano da ricercarsi all' interno degli apparati dello Stato egiziano. Giulio non era soltanto un ricercatore italiano, ma europeo e quello che gli è successo sarebbe potuto accadere a uno qualsiasi dei nostri figli. Arrivare alla verità su questo crimine rappresenta una questione prioritaria del mio mandato. Ne va della dignità dello Stato italiano e ancora di più lo deve il Paese alla famiglia per le sofferenze patite in questi tre anni».
I genitori di Giulio sono presenti alla fiaccolata. La madre Paola Deffendi spiega che tre anni «sono tanti. Mi sono detta che per Giulio non c' è stato progresso nella vita». «Siamo qui - aggiunge il padre Claudio - dopo tre anni faticosi di lotta, in cerca di qualche risposta che non arriva dall' altra parte del Mediterraneo».
A rassicurarli c'è il presidente Fico, secondo cui l' Italia «non mollerà mai». Certo, negli scorsi mesi ha alzato un polverone di polemiche la decisione di rimandare al Cairo l' ambasciatore, ma Fico un po' difende quella scelta e un po' rimbalza la responsabilità in materia su Enzo Moavero Milanesi.
«L' ambasciatore è stato rimandato al Cairo - prosegue - con un mandato ben preciso e cioè quello di premere sulle istituzioni egiziane perché si arrivi alla verità. Il problema è che in tutto questo tempo la Procura del Cairo non ha compiuto un solo passo avanti verso quella di Roma. Le valutazioni sui comportamenti da tenersi in sede diplomatica le lascio al ministro degli Esteri, ma all' Egitto dico che vogliamo atti sostanziali».
Un pressing che però, fino a questo momento, ha prodotto ben pochi risultati concreti. La sensazione, d' altronde, è che gli interessi in gioco siano tali da non potersi permettere la rottura delle collaborazioni con il Cairo. La domanda è: l' Italia può permettersi di arrivare a uno strappo vero e proprio con al-Sisi? Per Fico non ci sono dubbi e la risposta è affermativa. «È giusto avere rapporti economici con l' Egitto - conclude - nel momento in cui questi portano verso la verità su Regeni. Ma quando ci si trova di fronte a uno stallo perenne, allora vanno rivisti anche gli investimenti economici».
E dopo Fico, anche il premier Giuseppe Conte decide di impegnarsi. «Nel mio ruolo di presidente del Consiglio - scrive in una lettera - sento fortemente la responsabilità di riuscire a far sì che sia resa finalmente giustizia sulla tragica fine di Regeni. È impegno mio e del Governo cercare di infrangere il muro di silenzio».
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