1- PDL MATTO DI MATTEO! IERI PRIMA PAGINA DEL “GIORNALE”, OGGI LA COPERTINA DI “CHI” 2- UNA VOCE PER TUTTI, IVA ZANICCHI: “SONO PER RENZI, SE FACEVA PARTITO ERO CON LUI” 3- NON SOLO I PDL ALLO SBANDO, ANCHE FERRARA DA IL BENSERVITO AL “REGNO DI BERLUSCONIA” E SALUTA L’AVVENTO DI “RENZI-LAND”: “IL RAGAZZACCIO DI FIRENZE CHE VUOLE ROTTAMARE LA NOMENCLATURA POLITICA AVVERSA, CON IL SUO CORTEGGIO DI BASSA POLITICA MEDIATICO-GIUDIZIARIA, È POPOLARE E AMATO COME LO ERA IL BERLUSCONI DEL 1994” 4- OLTRE ALLA DESTRA, SBUCANO ANCHE I POTERI FORTI USA: L’EX PRESIDENTE AGNELLITA DELLA FIAT, IL VERY AMERICAN MANAGER PAOLO FRESCO, SOSTIENE MATTEO RENZI

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1- PRIMARIE: RENZI AL PADRE SU 'CHI', HAI L'ETA' DI BERSANI... - RENZI SENIOR, NON SONO ORGOGLIOSO DI TE MA DI TUO FRATELLO
(ANSA) - "Tu e Bersani siete nati negli stessi giorni. La tua generazione si è impegnata molto per cambiare l'Italia. Avete avuto nel sangue la passione per la politica e tu stesso ci hai provato. Ma diciamo la verità: oggi dovete passare la mano. In tutto il mondo sono i quarantenni che governano i Paesi".

Questo uno dei passaggi della chiacchierata, fatta in esclusiva per "Chì, in edicola domani fra il sindaco di Firenze Matteo Renzi, candidato alle primarie del Pd, e suo padre Tiziano Renzi, segretario del Pd di Rignano sull'Arno, ex consigliere comunale ed ex esponente della sinistra Dc.

"Voi, quelli della vostra generazione dico - attacca Renzi junior - dovreste evitare di trattarci come degli appestati, quando proponiamo queste cose. Se chiediamo di cambiare, non vi stiamo insultando o offendendo". "Quando penso a voi figli, non sono orgoglioso di te. Sono orgoglioso, casomai - replica il rottamatore - della scelta di tuo fratello Samuele, medico, che ha lasciato Firenze per non essere accusato di essere un 'raccomandato'. Poteva giocarsi le sue carte nella sua terra. Invece, adesso, è in Svizzera e nessuno può dirgli di esserci arrivato grazie alle spinte".

E aggiunge: "Dovete rottamare anche qualche giovane, tra quelli che non hanno voglia di sognare. Troppo comodo fare solo una rivendicazione anagrafica. Mandate a casa anche quei ragazzi che sono giovani solo sulla carta d'identità, ma pigri dentro". "Lo faremo, stai tranquillo", conclude Matteo Renzi.

2- RAI3: ''VOLO IN DIRETTA'' SUL CAMPER DI RENZI
(Adnkronos) - Fabio Volo ''clandestino'' sul camper di Matteo Renzi. Succede a ''Volo in diretta'', in onda mercoledi' 10 ottobre alle 23.15 su Rai3. Volo incontra il sindaco di Firenze e candidato alle primarie del centro sinistra durante il suo viaggio in Italia e, partendo dall'attualita', riesce a coinvolgerlo in alcuni giochi. A completare il servizio, il parere di un antropologo sulla gestualita' di Renzi. Ospite in studio, il calciatore del Varese Giulio Ebagua, vittima del razzismo dei tifosi che gli rimproverano un ''tradimento'' passato, quando si trasferi' al Torino, nella citta' in cui era arrivato dalla Nigeria appena nato e dove e' cresciuto.

Con la lente dell'ironia, Volo ed Ebagua riflettono sulla discriminazione, in particolare verso quelli di Torino. Al calciatore, poi, tocchera' anche rispondere alla ''domanda cattiva di Jane'' che Jane Alexander sceglie tra quelle inviate dai telespettatori. In sommario, inoltre, un collegamento con il corrispondente della Rai a Londra, Stefano Tura, per una rassegna stampa all'inglese, soprattutto sui tabloid.A far da colonna sonora alla puntata, la musica dei Calibro 35, la nuova band che accompagna ''Volo in diretta'' in questa stagione.

3- PRIMARIE CS: CUCINELLI, RENZI? CONTENTO DI OSPITARLO A SOLOMEO
(AGI) - "Conosco Matteo da 5 anni, siamo stati insieme nel cda di Pitti. E' nato subito un buon rapporto, mi ha chiesto lui di venire qui a Solomeo nel teatro che gia' conosceva". Cosi' Brunello Cucinelli, industriale del cachemire e proprietario del teatro che ospita oggi una tappa del tour 'Adesso!' di Matteo Renzi a Solomeo, in provincia di Perugia. "Lo trovo un ragazzo contemporaneo - ha detto Cucinelli su Renzi -, garbato e mi piace il suo modo di relazionarsi. Possiamo anche avere vedute diverse - ha concluso - ma lo ascolto volentieri e quindi sono contento di averlo qui a Solomeo".

4- PRIMARIE: ZANICCHI,IO PER RENZI,SE FACEVA PARTITO ERO CON LUI
(ANSA) - ''Trovo che sia un signore coraggioso che sta dicendo anche cose importanti, ahime', non vorrei fosse lui il rottamato anziche' il rottamatore, mi dispiacerebbe perche' sono per il largo ai giovani, perche' ha fatto bene a Firenze. Insomma, io sono per Renzi''. Lo ha detto a Radio Radio, Iva Zanicchi, parlando di Matteo Renzi. La Zanicchi ha detto che ''sara' sicuramente un leader ma forse dovra' aspettare''.

Tutto questo per le regole chiuse delle primarie, perche' altrimenti ''avrebbe vinto''. ''Io - dice la Zanicchi in proposito - non sono mica del Pd ma sarei andata a votare Renzi, cosi' si sarebbe messo nell'angolo il vecchio Pci. Ma credo che verra' fuori tra qualche anno''. Per fedelta', il sindaco rottamatore, ha scelto di rimanere nel Pd ma ''se faceva un partito io andavo con lui''. Quanto alla decisione di Berlusconi di non candidarsi, dice: ''Non mi sorprende, penso che sia una decisione giusta era auspicabile che lui facesse un passo indietro''.

5- FERRARA SCRIVE IL REQUIEM DI "BERLUSCONIA" E SALUTA "RENZONIA"
Giuliano Ferrara per "Il Giornale"

Il direttore di questo giornale ha un piede in galera per un articolo scritto da un altro, il capofamiglia dei Berlusconi ha (così parrebbe) un piede fuori della politica, il partito arrangiato che aveva vinto le elezioni ultime è senza piedi e senza mani, senza cuore e senza testa, i giudici crociati spadroneggiano da Napoli al Guatemala, l'unico popolo sovrano è quello laureato alla Bocconi, il motto delle prossime elezioni è: «praevalebunt», il diritto di morire dilaga con appelli ai malati terminali in lotta, i filistei «de sinistra» spuntano da ogni video e da ogni onda radio, da ogni medium, il lettore dev'essere ben tramortito, e anch'io non mi sento tanto bene.

Quindi stamane mi sono vestito di tutto punto, e con la cravatta bene annodata scrivo queste istruzioni per vivere felici, cioè in regime di malinconia controllata, il tramonto di Berlusconia.

La prima regola è accettare con stoicismo il fatto di avere poca o punta speranza nel nostro avvenire. Lo dicono i sondaggi elettorali ma ancora di più lo dice una certa sensibilità da senso comune. Avvenire zero. Ma il passato, seconda regola, il passato che è il vero tesoro di ogni storia, quello è tutto dalla nostra parte, ci dovrebbe inorgoglire con stile, senza arroganza, nella dolorosa consapevolezza che anche l'Italia rappresentata dall'assalto sgangherato della destra liberale e democratico-populista è stata tra gli elementi della generale dissoluzione. Insomma, ce la siamo un po' voluta, a forza di rigettare compromessi come fossero veleni.

Però, nonostante i rutti di Bossi, le disavventure e gli errori del Caro Leader, i cosiddetti tradimenti democristiani o semplicemente pacchiani dei soci e sodali d'antan, e certi spettacoli sordidi che non piacciono a nessuno, la deriva in cui al momento l'imbarcazione di Berlusconia ondeggia, e fa molta acqua, è un disperdersi ma non un umiliarsi, è un dolce naufragare in questo mare di incorreggibilità spumeggiante che si chiama Italia. Chiunque si sia provato a cambiare le cose dal di fuori del sistema di potere costituito, per il bene o per il male, dopo un periodo che assomiglia a un ciclo di vent'anni, ha dovuto battere in ritirata.

Qui da noi è sempre stato così. Il Principe nuovo se la prende in quel posto fin dai tempi di Machiavelli. Ma a pensarci bene l'ingovernabilità e l'immutabilità del carattere nazionale in politica non riguarda solo gli outsider. Anche un De Gasperi, per dire, così diverso da Mussolini, da Craxi, da Fanfani, da Berlusconi, e così insider nel passaggio dal fascismo alla Liberazione alla Guerra fredda, fu impallinato non appena cercò di modificare l'architettura istituzionale con una legge elettorale maggioritaria, nel 1953, la famigerata legge truffa.

Restare in mutande dispiace. Si preferirebbe orchestrare in frac le musiche dell'ultimo ponte sul Titanic. Ma siamo più vivi di quanto non si pensi, se è vero che il candidato sfidante del partito avversario, il ragazzaccio di Firenze che vuole rottamare la nomenclatura politica avversa, con il suo corteggio di bassa politica mediatico-giudiziaria, è popolare e amato in questi boschi come lo era il Berlusconi del 1994, e alla fine un po' lo imita americaneggiando.

Il Paese che non ci sta a farsi definitivamente normalizzare prenderà chissà quali strade, protesterà vivacemente contro il ballo in maschera della corruzione e della casta affidandosi alle maschere della crisi, altri imitatori vaffanculistici di Berlusconi, ma alla fine non scomparirà, si farà vivo in forme oggi ancora imprevedibili.

Se si pensa, oltre tutto, che tra i tecnici di Monti, il successore, e i presunti socialdemocratici di Bersani, chiunque alla fine governi, al posto del gruppazzo eletto nel 1998 e dissellato nel novembre scorso, non ha grandi idee che non siano quelle comuni dell'Europa e del mondo dei mercati senza frontiere e del libero commercio di capitali, lavoro e persone.

La rottura del 1994 ha messo capo a nulla, in politica e in comando, perché a ben vedere si è poi realizzato quasi tutto dell'idea di uno Stato minimo condizionato dal libero mercato, e non sembra che di questi tempi, con queste banche e questa crisi, la sinistra sia in grado di fare la rivoluzione totalitaria in nome dello Stato e del partito e della classe: se vorranno cavarsela dovranno gridare meno tasse per tutti e tentare di mettere ordine nel grande disordine portato dalla realtà globale e dalla destra di opposizione andata non si sa come al governo. La traversata nel deserto sarà lunga, ma ci saranno oasi piene d'acqua rigogliosa, e i più vanitosi potranno anche abbronzarsi.

6- NON C'E' NIENTE DA FARE: QUANDO LA FIAT SENTE PARLARE DI ROTTAMAZIONE, SI TUFFA A PESCE!
Salvatore Tropea per "la Repubblica"

«Lo conosco da tempo. Ho avuto occasione di lavorare al suo fianco nel campo dei beni culturali e sono rimasto ben impressionato dal suo coraggio e dalle sue capacità. Ora deve solo stare attento a circondarsi di collaboratori capaci, intelligenti e magari accettare che qualcuno gli dica apertamente di essere contro quando non è d'accordo con lui». Alla soglia degli ottanta, Paolo Fresco, il presidente della Fiat di fine Novecento, si scopre «rottamatore», ammiratore e sostenitore di Matteo Renzi e non solo per una questione di campanile, essendo entrambi fiorentini.

É così, avvocato Fresco?
«Sono sempre stato per il ricambio. Renzi l'ho incontrato la prima volta quando aveva 28 anni ed era già presidente della Provincia di Firenze. L'ho visto all'opera e non mi ha mai deluso».

Il ruolo di premier è però ben altro che quello di presidente di Provincia o di sindaco di Firenze.
«Certo che è diverso. In queste cose c'è sempre la componente scommessa, ma guardando intorno non mi pare di vedere molte alternative. Sul piano della novità lui si presenta bene: è collocato in un'area moderna e riformista e non è certo un bolscevico, anzi è contro la sinistra estrema e vetero. In questo senso può raccogliere consensi anche nell'area moderata della media borghesia ».

Lei viene indicato come un autorevole esponente dei sostenitori di Renzi anche in termini di aiuti finanziari. Si dice che abbia messo a disposizione dei pacchetti di voli aerei come suo contributo alla campagna per le primarie.
«Non so cosa sia questa storia dei pacchetti di voli, per il resto penso che aiuterò anche materialmente Renzi, naturalmente nei limiti ammessi e in perfetta trasparenza. Siamo ancora in una situazione di continua evoluzione. Ancora non c'è una riforma elettorale degna di questo nome, non si capisce bene se ci sarà effettivamente un'apertura ai giovani e al nuovo oppure tutto continuerà come prima. Insomma non ci sono regole, per cui è saggio dire: vediamo gli sviluppi. Comunque quando deciderò di appoggiarlo lo farò alla luce del sole. Non è da me fare giochetti. In ogni caso il contributo maggiore sarà di natura intellettuale perche faccia scelte giuste».

Ma lei lo ha visto o sentito da quando è iniziata la campagna del camper?
«Ci vediamo raramente, ma ci sentiamo. Lui oggi è impegnato in un'impresa importante che lo assorbe molto».

Le sue simpatie sono in qualche modo collegabili alla famosa dichiarazione fatta da Renzi quando sul caso Fiat ha detto di stare con Marchionne «senza se e senza ma»?
«Diciamo che quella scelta di campo fa parte della sua natura. Significa avere il coraggio delle proprie opinioni. I se e i ma non fanno parte del vocabolario di Renzi e anche per questo io lo ammiro. Apprezzo questa rottura, vera non fittizia, con il politichese. Mi piace perché segnala un cambiamento o per lo meno la voglia di misurarsi con il nuovo di
cui il paese ha bisogno».

Insomma anche lei è per la rottamazione?
«Quando dico di condividere e ammirare la scelta di Renzi per la rottamazione penso al coraggio di mandare in pensione i vecchi soloni della politica. In questo ha avuto il coraggio di imboccare una strada di rottura».

Rischiando però di andare a sbattere con certe forme di grillismo.
«Non credo corra questo pericolo. Ha fatto la sua scelta in tempi non sospetti, quando ha cominciato a sparare sui partiti il grillismo non esisteva ancora».

É ragionevole pensare che le sue simpatie per Renzi siano state influenzata dalla sua lunga esperienza di manager formato anche alla scuola americana?
«Penso proprio di sì. Il suo stile è abbastanza anglosassone e i suoi maestri sono Obama e Blair, soprattutto quest'ultimo».

Allora Renzi for president?
«Con un solo timore».

E sarebbe?
«I collaboratori devono essere all'altezza del ruolo».

É per caso una sua candidatura a entrare nel team?
«C'è sempre qualcosa da fare, in tutte le stagioni. Io posso assolvere solo il ruolo del vecchio saggio, non altro. Ci sono poi quelli che hanno o ritengono di avere anche la vigoria fisica come il mio predecessore in Fiat. Il mio contributo? Pensiero più che azione».

 

 

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