DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1. L'ELICOTTERO DI RENZI COSTRETTO AD ATTERRAGGIO DI EMERGENZA
elicottero di renzi atterraggio di emergenza
Atterraggio di emergenza per il premier Matteo Renzi. L'elicottero che stamani trasportava il presidente del consiglio da Firenze a Roma è stato costretto a toccare terra nei pressi di Arezzo, a Badia al Pino, nel Comune di Civitella Valdichiana per "il maltempo" come precisano da Palazzo Chigi. In un primo momento si è invece diffusa la notizia che ci fosse stato un guasto tecnico. Il velivolo è sceso in un campo sportivo di calcetto, come spiega il segretario provinciale del Pd ed ex sindaco, Massimiliano Dindalini: "E' un posto che ha anche i pali dell'illuminazione e una rete alta di recinzione, insomma non è un luogo facile per atterrare.
E' vero che è vicino all'autostrada A1 e al casello, però deve esserci stato un motivo importante per posarsi lì con un elicottero grande su un campo così piccolo dove si giova a calcio in otto contro otto". Il motivo secondo fondi di Palazzo Chigi, sarebbe il maltempo. "Appena l'ho saputo sono andato a vedere e al campo i carabinieri non confermavano che ci fosse sopra il presidente del consiglio" prosegue Dindalini. Il segretario provinciale del Pd poi ha fatto le verifiche e ha avuto la conferma della presenza di Renzi a bordo.
Il premier è stato raggiunto dalla scorta e ha proseguito il viaggio per Roma in auto. Nessuna conseguenza per il presidente del Consiglio né per gli altri occupanti, equipaggio e personale di scorta.
2. VOGLIAMO RICORDARLO COSÌ:
RENZI: "NON VOGLIO LA SCORTA. MI PROTEGGE LA GENTE"
Colloquio con Matteo Renzi di Aldo Cazzullo - Corriere della Sera
pubblicato il 18 febbraio 2014 sul sito del Partito Democratico
http://www.partitodemocratico.it/doc/265257/renzi-non-voglio-la-scorta-mi-protegge-la-gente.htm
renzi fa i selfie davanti al treno
«Matteo, dicono che non puoi andare in giro con la Giulietta a noleggio». «E perché no?». «Perché ormai sei il presidente del Consiglio incaricato, e ti devono scortare». «No, guardate, a me la scorta non mi garba, non la voglio, grazie. La mia scorta è la gente». «Ma non si può...». Il surreale dialogo tra Renzi e lo staff, in contatto con la polizia, è il primo inciampo sulla via dell'uomo che vorrebbe cambiare l'Italia in tre mesi.
renzi alla stazione con cazzullo
Alla fine sarà un pareggio: né la Giulietta bianca con cui è salito al Quirinale, né la scorta; treno. «Non voglio violare la legge o mettere in difficoltà uomini dello Stato che fanno il loro lavoro - è il ragionamento di Renzi -. Ma non voglio neppure dare al Paese l'impressione di un uomo che il giorno stesso in cui va al governo cambia status, immagine, stile. Non posso e non voglio passare dalla bicicletta all'auto blu. Io son di Rignano! Sono sempre stato in mezzo alla gente, e continuerò a farlo».
Così, qualche minuto dopo le 14, il premier incaricato arriva alla stazione Termini, assiepata di telecamere. Lui evita i microfoni e si ferma a parlare con i passeggeri, con la sua solita tecnica: salutare per primo, sorridere, gridare «grande!», fare una foto al volo. A bordo del Frecciarossa delle 14 e 20 abbraccia un tifoso della Fiorentina - «ora manca solo lo scudetto alla Viola!» - e si siede in un salottino con Lorenzo Guerini, il portavoce della segreteria, e Graziano Delrio, cui Renzi - se fosse possibile convincere Napolitano e Draghi che l'ex sindaco di Reggio Emilia non allarmerebbe Europa e mercati - affiderebbe volentieri il ministero dell'Economia; tanto, è il sottinteso, la politica economica la fa il presidente del Consiglio. Si mette mano al foglio con tante caselle quanti sono i ministeri. L'aspirante Ernesto Carbone resta fuori dal salottino, in piedi.
Alle 15 e 51 il treno arriva a Santa Maria Novella. Renzi scende - ancora vestito da Quirinale: cappottino grigio, camicia bianca, cravatta scura -, saluta un agente in borghese con l'orecchino che conosce, si ferma a baciare sulla guancia una suora di colore, grida un altro «grande!» a un amico, saluta il cronista: «Ha visto? La mia scorta sono loro. Le persone normali». Subito premette che non farà dichiarazioni ufficiali, «fino a quando non chiuderemo tutto: venerdì o sabato». La partita che si chiude oggi è quella di Firenze. «Be', certo, un po' mi fa impressione. Per fortuna lascio la città in buone mani. Torna Dario Nardella. Sto giusto andando a Palazzo Vecchio a nominarlo vicesindaco».
renzi la mia scorta e l agente la mia scorta e l agente
matteo renzi protetto dalla scorta
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