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Marco Bresolin per “la Stampa”
La maggioranza europarlamentare di Ursula von der Leyen dà qualche segno di vita. Ma sono segnali a intermittenza e proprio per questo il cammino della prossima presidente della Commissione rimane costellato di incognite. Che non sono soltanto politiche, ma anche giuridiche: ieri il Regno Unito ha fatto sapere a Bruxelles di non voler nominare un commissario britannico. Il che - secondo una portavoce del prossimo esecutivo Ue - porta a una situazione «eccezionale, complessa e senza precedenti».
La giornata di ieri si è aperta con l' audizione del candidato commissario ungherese, il diplomatico Oliver Varhelyi. Viktor Orban aveva puntato su di lui dopo che il Parlamento Ue aveva bocciato Laszlo Trocsanyi. «Non sarò un uomo di Orban» ha specificato ieri Varhelyi in commissione Affari Esteri, ma non è bastato.
Al momento di dare il via libera, la maggioranza si è spaccata: socialisti e liberali hanno votato contro, insieme con i verdi e la sinistra. A favore dell'ungherese si è creata una coalizione di destra (popolari, conservatori e sovranisti) che però non è stata sufficiente (servivano i due terzi).
Ora dovrà rispondere ad alcune questioni scritte entro lunedì: in caso di bocciatura, dovrà sottoporsi a una nuova audizione, rallentando così la tabella di marcia. Von der Leyen gli ha affidato il portafoglio all' Allargamento e molti parlamentari considerano rischioso assegnare una delega così strategica all' uomo di Orban. È andato tutto liscio, invece, per la romena Adina Valean (Trasporti) e soprattutto per il francese Thierry Breton (Mercato Interno, Difesa e Industria), il vero osservato speciale. A differenza di Sylvie Goulard ha passato l' esame.
Oltre ai liberali, ha incassato il sostegno dei popolari, dei conservatori e soprattutto dei socialisti, che soltanto tre giorni fa non avevano dato il loro via libera durante il pre-esame a causa dei possibili conflitti di interessi. Procedura per Londra Ieri però il gruppo S&D ha sotterrato l' ascia di guerra, evidentemente soddisfatto delle concessioni fatte da Von der Leyen: 24 ore prima la tedesca aveva infatti apportato alcune modifiche «cosmetiche» alla denominazione di alcuni portafogli («Proteggere» il nostro stile di vita europeo, per esempio, è stato cambiato in «promuovere»).
Teoricamente, resta aperta la finestra del 1 dicembre per l' entrata in carica della nuova Commissione. Ma c' è l' incognita britannica: Londra non ha nominato un commissario e l' esecutivo Ue ha immediatamente aperto una procedura, chiedendo risposte entro il 22 novembre. Essendo il Regno Unito ancora un membro Ue a tutti gli effetti, c' è il timore che una Commissione a 27 possa essere in contrasto con i Trattati (che prevedono un commissario per ogni Stato membro). Gli uffici legali delle istituzioni Ue se ne stanno occupando per cercare di sbrogliare la matassa.
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