DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Luigi Ippolito per il “Corriere della sera”
Enrico Letta dà la sua terna per le nomine europee. Per il ruolo di presidente del Consiglio Ue, dice alla London School of Economics, serve qualcuno «capace di parlare con Donald Trump senza essere in una posizione di inferiorità»: e l'unica persona con questo profilo, a suo dire, è Angela Merkel.
Mentre al posto di Jean-Claude Juncker alla Commissione Letta vede bene Michel Barnier, l'attuale negoziatore per la Brexit, perché può coagulare attorno a sé una larga maggioranza (che Letta vorrebbe allargata non solo ai liberali ma anche ai Verdi). È tuttavia al successore di Mario Draghi alla Bce che «occorre prestare alta attenzione». Letta sottolinea come la nomina di Draghi sia stata decisiva: «Senza di lui ora la Grecia sarebbe fuori dalla Ue».
E dunque occorre «continuità»: per cui «tutti ma non Jens Weidmann», il falco tedesco presidente della Bundesbank. Il problema però, secondo Letta, è che a Bruxelles è prevalsa un' atmosfera da «business as usual» dopo lo scampato pericolo dell' ondata populista alle Europee, che non si è alla fine materializzata (tranne, «sfortunatamente», che in Italia): e allora sta di nuovo prevalendo un «circo negoziale vecchio stile» che rischia di risolversi «in un grande spot per Salvini e Le Pen».
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