L’EX MINISTRO DI MORSI: “AZZERARE I FRATELLI MUSULMANI SIGNIFICA RAFFORZARE I TERRORISTI”

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Cecilia Zecchinelli per il "Corriere della Sera"

«Apprezziamo le parole di Usa, Germania e Italia contro la detenzione arbitraria di Mohammad Morsi, scomparso da 10 giorni. Ma non è il punto: questo non è solo un caso di diritti umani ma un'aggressione alla democrazia. Qualsiasi studente di scienze politiche capirebbe che è un golpe militare che rafforzerà i veri estremisti alla Zawahiri che già dicono "non fidatevi della democrazia"». La Cancelliera tedesca Merkel ha chiesto che Morsi venga liberato... «Il mondo deve fare di più».

Amr Darrag, tra i leader storici della Confraternita è stato ministro della Pianificazione e della cooperazione fino al 4 luglio. «Mi sono dimesso all'indomani della deposizione di Morsi, con tutti i colleghi di partito, nove su 36 ministri per smentire che tutto fosse in mano nostra anche se è vero che nessuno, nemmeno la Fratellanza, ha scelto la via del vero dialogo con gli oppositori come ho sempre chiesto», continua Darrag nella moschea di Rabaa Al Adawiya, cuore dell'ormai immensa tendopoli di «resistenti», mentre arrivano le notizie dal nuovo governo in via di formazione.

Ahmed Galal, stimato economista con un passato alla Banca Mondiale, è il nuovo ministro delle Finanze. Nabil Fahmy, già ambasciatore in Usa con Mubarak, andrà gli Esteri. «Un misto di tecnocrati e di vecchio regime, e il generale Al Sisi, capo dei militari, resterà alla Difesa», commenta Darrag a cui, si dice, è stato chiesto di tornare al suo posto. «Non è vero, anche se Al Sisi continua a parlare di apertura a tutti, di riconciliazione - smentisce lui -. Nessuna offerta di ministeri che ovviamente rifiuteremmo, solo parole che cozzano contro la chiara volontà di annientarci.

Per questo manteniamo i presidi, altrimenti finiremmo in migliaia in carcere, oltre alle centinaia già in cella. Vogliono azzerarci prima delle elezioni. Molti che non ci amano iniziano a capire il piano dei generali e l'errore che hanno fatto a schierarsi con loro. Alle elezioni successive, con leader più giovani e aperti che già stanno emergendo, potremmo imporci democraticamente. Di questo "loro" hanno paura, per questo non ci arrendiamo».

Nella sala stampa di Rabaa continuano le conferenze: «Insistiamo a comunicare, ci hanno chiuso le tv e i giornali ma stiamo allestendo un canale satellitare da qui», dice Gehad Haddad, portavoce della Fratellanza, ricercato con altri vertici della Confraternita tra cui la Guida spirituale Mohammad Badie (di 14 leader del movimento ieri sono stati congelati i conti bancari). Quasi nessuno parla di religione, le parole (e le scritte) più frequenti sono «golpe» e «legalità».

E «raìs Morsi», contro il quale si profilano accuse gravi, dallo spionaggio all'omicidio. «Assurdo, ma quelli del vecchio regime sono bravi nell'inventare falsità, perfino nella nostra sede di fronte al ministero della Difesa, da noi già evacuata, i soldati hanno ora trovato armi. Dovremmo essere stupidi».

Di armi però l'Egitto è pieno, e se le decine di morti degli ultimi giorni sono stati soprattutto sostenitori di Morsi, tra loro ci sono gruppi violenti. «E' vero, e temo che se la repressione continuerà molti diventeranno estremisti. Per questo il mondo deve fare di più, lo chiedo anche al ministro Bonino che conosco e stimo, a tutti i Paesi amici dell'Egitto».

 

 

Mohammed Morsi Al Zawahiri Amr DarragGENERALE EGIZIANO AL SISSI EGITTO STRAGE DI MANIFESTANTI PRO MORSI FOLLA A PIAZZA TAHRIR PROTESTE CONTRO MORSI